Pd in piazza contro il governo Conte

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La tempistica è quasi perfetta. Il governo Conte giura al Quirinale e il Pd riunisce la sua prima piazza da forza di opposizione. Militanti, dirigenti e ex-ministri riuniti a Santi Apostoli, la storica piazza ulivista, per dare il via a un percorso nuovo e la costruzione di un’alternativa. Il ‘fronte repubblicano’ o comunque una nuova compagine di centrosinistra. “Prendiamo tutti questa piazza come l’inizio di una nuova storia, l’inizio di un nuovo impegno. Per fare questo lavoro serviamo tutti e dobbiamo anche andare oltre le incomprensioni, gli errori, i litigi che hanno aiutato gli altri e non hanno aiutato noi”, dice il reggente Maurizio Martina davanti ai potenziali compagni di viaggio.

Sotto il palco ci sono Carlo Calenda, Pier Ferdinando Casini, Bruno Tabacci, Beatrice Lorenzin. Ci sono Riccardo Nencini. E ‘torna a casa’ anche Nico Stumpo. Fa strano rivederti qui, gli dicono i cronisti. “Sapeste a me…”, risponde. E poi ci sono i ministri. O meglio gli ex-ministri, come Marco Minniti, Andrea Orlando, Claudio De Vincenti, Valeria Fedeli. Non c’è Paolo Gentiloni impegnato a palazzo Chigi per la cerimonia della campanella, il passaggio di consegne.

I renziani (vertici dem a parte come Lorenzo Guerini, Matteo Orfini, Andrea Marcucci) stanno per la maggior parte in piazza, fuori dall’area palco. E soprattutto non c’è Matteo Renzi alla prova di ‘battesimo’ del nuovo progetto. E in tanti, anche tra i militanti, si chiedono se mai ci sarà. L’ex-segretario è partito per la Cina e starà fuori alcuni giorni per impegni che lo porteranno anche negli Stati Uniti. Probabilmente non ci sarà neanche alla fiducia al Senato al governo Conte.

Renzi si tiene a distanza, dunque. Ma la piazza riserva l’applauso più sentito a Martina proprio quando chiede a tutti di andare oltre “i litigi”. Parte anche un coro ‘unità, unità’. Dice il reggente dem: “Costruiamo una pagina nuova, forti delle nostre radici, orgogliosi del lavoro che abbiamo fatto, capaci di andare oltre i nostri limiti e forti del fatto che le culture politiche che ci hanno portato fin qui hanno fatto l’Itali”, ha sottolineato. “Siamo figli della Resistenza e che cosa ci insegna quella storia, se non la necessità di unirsi tra diversi?”.

Ed ancora: “Sappiamo che l’Italia è a un passaggio storico che riguarda il suo destino e quello dell’Europa. Prepariamo, organizziamo la riscossa, costruiamo con parole chiare l’alternativa e facciamolo dentro uno sforzo popolare, non regaliamo agli altri l’idea che noi siamo nel Palazzo”. L’opposizione, quindi. A un governo che i dem tacciano come “il più di destra della storia repubblicana”, dice Ettore Rosato. Attacca Martina: “Dico io a Salvini: da che parte stai tra i dazi di Trump e gli operai di Terni? Esci dai tuoi tweet, esci della diretta Facebook e vieni a confrontarti. Oltre le battute in tv vediamo se sei davvero capace di difendere gli interessi di tutta la nazione”.

Si comincerà nei prossimi giorni. A partire dalla composizione delle commissioni. Al Pd dovrà andare la presidenza di una di quelle di garanzia. Postazione che spetta anche a Fi. Ma per Orfini, gli azzurri sono tutt’altro che opposizione al governo Conte: “Che Forza Italia stia all’opposizione mi sembra appartenere alla realtà della fiction. Non mi meraviglierei che sia un modo, secondo la migliore tradizione del centrodestra, per accaparrarsi le poltrone di garanzia, come la Commissione di Vigilanza Rai o il Copasir”. 

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