Pensioni in Francia la tregua di Macron. In Italia il piano dei sindacati: via a 62 anni

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Il governo Macron fa parziale marcia indietro sulla riforma pensioni per cercare il dialogo: ha deciso di “ritirare provvisoriamente” dal progetto di legge, da mesi nel mirino dei manifestanti, la misura piu’ contestata, quella che prevedeva di elevare l’eta’ minima per andare in pensione, da 62 a 64 anni. In Italia Cgil, Cisl e Uil propongono almeno 20 anni di contributi o 41 indipendentemente dall’anzianità anagrafica per uscire dal mondo del lavoro.

Il governo francese ha deciso di fare una parziale marcia indietro sulla riforma delle pensioni, da mesi nel mirino dei manifestanti, revocando temporaneamente dal progetto di legge la misura piu’ contestata dell’eta’ pensionabile a 64 anni per uscire dal mondo del lavoro a tasso pieno. “Per dare prova della mia fiducia nelle parti sociali e per non pregiudicare l’esito del loro lavoro sulle misure da adottare per raggiungere un equilibrio nel 2027, sono pronto a ritirare dal progetto di legge la misura a breve termine che avevo proposto e che consiste nel convergere progressivamente, a partire dal 2022, verso un’età di equilibrio di 64 anni nel 2027”, ha scritto il premier Edouard Philippe in una lettera inviata ai sindacati.

In Italia la controproposta di Cgil, Cisl e Uil per superare Quota 100, misura che scade il 31 dicembre 2021, è quella di andare in pensione a 62 anni con almeno 20 di contributi e calcolo della pensione pro-rata. Ovvero, i contributi versati col retributivo non verrebbero ricalcolati e penalizzati. Oppure 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Con una serie di sconti per i lavori gravosi, le donne e i giovani con carriere discontinue.

Le altre proposte: Brambilla (Lega) parla di accesso alla pensione a 64 anni di età, adeguata alla speranza di vita e 37/38 anni di contributi (quota 101/102) con ricalcolo contributivo. Dal 2022 oltre il 95 per cento dei potenziali pensionati avrà una pensione calcolata per almeno il 70 per cento con il contributivo. Nannicini (PD), propone l’uscita a 64 anni con 20 di contributi ma ricalcolo contributivo per tutti, con un aperdita per chi ha alcuni anni nel retributivo. L’idea del presidente dell’Inps Tridico è di prevedere un’età di uscita dal lavoro per ogni categoria, applicando specifici coefficienti. Inoltre l’aspettativa di vita dovrbbe essere applicata alla nascita e non a 65 anni.

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