Per il centrodestra le elezioni comunali sono uno spartiacque verso il 2023

Politica

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Un eventuale buon risultato alle Comunali potrebbe quindi rappresentare l’occasione per mettere un primo mattoncino verso la ricomposizione dell’alleanza, dilaniata dalla competizione interna tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni per la leadership della coalizione.

di Federica Valenti

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Alessandro Serrano’ / AGF – Salvini, Meloni, Tajani

 

AGI – Si è parlato più delle divisioni che dei candidati e delle città al voto. Ma, in realtà, il centrodestra si presenta in coalizione in 21 dei 26 capoluoghi di provincia al voto e si ‘affaccia’ con moderata fiducia alle Comunali di domenica. In primo luogo, perchè parte da una condizione di vantaggio se si considera che guida già 18 dei 26 capoluoghi; in secondo luogo, perchè conta di vincere al primo turno nelle due principali città al voto, Genova e Palermo.

Per la coalizione guidata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, questa tornata elettorale – quasi 900 Comuni al voto per un totale di 8,8 milioni di elettori – appare in discesa rispetto alla precedente, con le sconfitte di Roma e Milano che ancora bruciano. Uno spartiacque prima dello scoglio delle Regionali d’autunno in Sicilia, in vista delle quali permangono le profonde divisioni sulla ricandidatura di Nello Musumeci, spinta da FdI, e osteggiata da Lega e FI.

Un eventuale buon risultato alle Comunali potrebbe quindi rappresentare l’occasione per mettere un primo mattoncino verso la ricomposizione dell’alleanza, dilaniata dalla competizione interna tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni per la leadership della coalizione, dalle divisioni sul territorio e, non da ultimo, dalla lite di fine gennaio sulla rielezione di Sergio Mattarella.

L’analisi dell’esito elettorale poi fornirà inevitabilmente materiale per eventuali riflessioni sullo stato della coalizione e sui rapporti di forza tra i partiti. Per esempio, il voto di lista – anche se amministrativo – potrà servire a vedere se sarà confermato il ‘sorpasso’ di FdI sulla Lega, non soltanto al Centro e al Sud, ma anche nella maggior parte dei territori al Nord. Così come, sempre relativamente al partito di Salvini, sarà interessante isolare il risultato della lista ‘Prima l’Italia’, con cui il partito si è presentato a Palermo, Messina e Taranto, laboratorio, nelle intenzioni del suo leader, per una futura federazione di centrodestra nazionale.

Infine, insieme alle Comunali si potranno votare i cinque quesiti referendari sulla giustizia, presentati da Lega e partito radicale e appoggiati da Forza Italia ma non da FdI. Un eventuale mancato raggiungimento del quorum (50% più uno) sui quesiti potrebbe essere letto con un nuovo insuccesso da attribuire al capo della Lega, che tanto si è speso in prima persona per la consultazione.

Poi sicuramente la coalizione dovrà fare un’analisi dell’esito del voto nelle città dove non si è presentata unita. Tra i casi più eclatanti di divisioni quello di Verona dove Forza Italia sostiene l’ex leghista Flavio Tosi e non il sindaco uscente di FdI, Federico Sboarina, appoggiato anche dalla Lega. E Parma, dove FdI corre da sola con Priamo Bocchi, mentre Lega e FI sostengono l’ex sindaco Pietro Vignali. Tra i capoluoghi di provincia, centrodestra diviso anche a Messina, Catanzaro e Viterbo.

Al voto con lo sguardo verso il prossimo anno

“Queste Comunali segneranno una riscossa rispetto alle precedenti e saranno di buon auspicio in vista delle Politiche”, afferma, fiducioso, il responsabile organizzativo di FdI, Giovanni Donzelli. “Alle Politiche manca ancora un anno, è presto per trarre delle considerazioni”, premette il responsabile Enti locali della Lega, Stefano Locatelli. “Certamente, questa consultazione ci farà capire che direzione prendere. E la Lega è per l’unità del centrodestra ovunque, per portare avanti la buona amministrazione del centrodestra che governa da anni nelle Regioni e in centinaia di Comuni in perfetta sintonia. Domenica, si vota in poco più del 10% dei Comuni, quindi non lo consideriamo un test nazionale ma un dato di cui tenere conto”.

È importante che la gente vada votare sia per le amministrative che per i referendum sulla giustizia“, conclude Locatelli. “I fari sono puntati sulle due città più grandi, Genova e Palermo”, sostiene Maurizio Gasparri, responsabile Enti locali di FI. “Grazie anche alla capacità di Marco Bucci, sindaco civico e artefice della ricostruzione del Ponte Morandi che è riuscito ad attirare il sostegno di partiti al di là del centrodestra classico, ci attendiamo un successo al primo turno nel capoluogo ligure. E anche a Palermo, grazie all’intesa su un ottimo candidato come Roberto Lagalla, pensiamo che si possa arrivare a una vittoria al primo turno (si vince raggiungendo il 40%). Se entrambe le ipotesi si verificassero il centrodestra potrebbe segnare un doppio successo nelle due città più importanti di questa tornata elettorale”.

“A Verona ci sono quasi delle primarie di centrodestra fra Tosi e Sboarina, la divisione è maturata in sede locale e noi l’abbiamo rispettata. L’auspicio è che ci sia la disponibilità di entrambi i candidati a sostenere chiunque dei due vada al ballottaggio”, afferma. “Poi, ci sono quei casi come Viterbo in cui le divisioni dipendono dalla ferita provocata dal crollo della giunta uscente oppure Catanzaro dove noi abbiamo fatto scelta civica”.

“Si tratta di elezioni amministrative, e, come tali, sono costellate da una miriade di liste, quindi il dato numerico delle liste di partito andrà letto in un’ottica locale“, sottolinea Gasparri. “Sarei molto prudente a considerare la consultazione un test nazionale, certamente il centrodestra dovrà riflettere per vedere le cose che hanno funzionato e quelle che non hanno funzionato, come è stato dopo le sconfitte di Milano e Roma. In ogni modo, prima ancora delle Politiche, incombono elezioni regionali importanti come quelle siciliane, per le quali ancora non c’è l’accordo sul candidato. Poi andranno al voto Molise, Lazio, Lombardia e Friuli. Siamo fiduciosi che il risultato delle Comunali sarà positivo: ma è una consultazione che non va sottovalutata nè sopravvalutata”.

 

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