Per la morte di Luana indagati la titolare dell’azienda e l’addetto alla manutenzione

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Omicidio colposo, anche per il reato di rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Sono le ipotesi di reato su cui sta lavorando la Procura di Prato per la morte della ragazza. Lunedì prossimo a Pistoia si terranno probabilmente i funerali

Omicidio colposo, anche per il reato di rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Sono le ipotesi di reato su cui sta lavorando la Procura di Prato per la morte di Luana D’Orazio, la giovane di 22 anni rimasta uccisa lunedì mattina mentre era al lavoro nell’azienda Orditura Luana a Montemurlo, nel pratese. Per la morte della giovane due sono gli indagati: la titolare dell’azienda, Luana Coppini, 58 anni e Mario Cusimano, addetto alla manutenzione del macchinario.

Durante i primi sopralluoghi è stato notato che la griglia di sicurezza che doveva proteggere la lavoratrice era stata rimossa. Sotto particolare osservazione, anche il funzionamento della fotocellula di sicurezza del macchinario, che sarebbe dovuta entrare in azione nel momento dell’aggancio di Luana, bloccando il movimento dei rulli.

Nella fabbrica sono stati sequestrati due orditoi: quello dell’incidente e un secondo modello identico per effettuare dei confronti tecnici. Nei prossimi giorni sono anche attesi i riscontri dell’autopsia sul corpo della giovane

“Alle macchine lavoro anch’io,  mio figlio e mio marito. Non è quindi solo la solidarietà di un datore di lavoro ma anche di una compagna di lavoro” afferma disperata la titolare dell’azienda tessile Luana Coppini.

 “Fino ad ora non ho detto nulla – spiega Coppini attraverso il suo legale – perché di fronte ad un dramma come questo non si può che restare senza parole, ma voglio far sapere alla famiglia, agli amici di Luana, ai nostri lavoratori che intendo esprimere il mio dolore attraverso l’impegno per la sua famiglia ed il suo piccolo”.

Con la scomparsa della giovane madre rimane orfano il figlio di 5 anni. “Ora il nostro primo pensiero è il bambino, a quale non faremo mancare nulla – spiega Emma Marrazzo, madre di Luana – anche se non avrà la cosa fondamentale, l’amore della sua sua mamma”.  Un tragedia che ha scosso tutte la cittadinanza, lasciando senza parole amici e conoscenti della giovane lavoratrice.

“Mia figlia era bella, buona e umile – racconta tra le lacrime – era contenta del lavoro che svolgeva, anche se a volte tutti i lavori possono pesare. Però a lei piaceva lavorare e amava il suo bimbo splendido”.

La comunità di Montemurlo ha espresso da subito vicinanza alla famiglia e oggi ha preso il via la raccolta fondi in memoria di Luana lanciata dal Comune con il sostegno delle associazioni di solidarietà del territorio.  “Morire di lavoro oggi non solo è inconcepibile, è intollerabile”. Con queste parole i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato per venerdì uno sciopero generale di  4 ore e un presidio in piazza delle Carceri a Prato dalle 10. 

Si tratta della seconda morte bianca nel distretto pratese da inizio anno dopo quella di Sabri Jallah, 23 anni, rimasto schiacciato mentre lavorava ad una macchina automatica apriballe a Montale. Anche il Comune di Prato sarà in piazza a fianco dei sindacati per chiedere alle autorità competenti un maggiore impegno per la sicurezza dei lavoratori.

Da una parte l’inchiesta, dall’altra le reazioni della politica e dei sindacati. Per il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, la morte di Launa “è una vicenda straziante e dobbiamo usarla per costruire delle risposte migliori”. “Se questa vicenda riuscirà a scuotere la coscienza del Paese – prosegue Orlando che avrebbe annunciato la volontà di essere presente al funerale probabilmente fissato per lunedì – potremo fare un passo avanti. Credo che non siano mai abbastanza i controlli e le cautele ma si deve investire di più sulla prevenzione”.

L’aula del Senato oggi ha osservato un minuto di silenzio in memoria di Luana.  “Anche in queste ore altre morti sul lavoro – commenta Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl – ieri in Puglia, oggi a Busto Arsizio, una lunga, inaccettabile, interminabile scia di sangue che offende la dignità del nostro Paese. Non possiamo continuare con questo bollettino quotidiano di incidenti mortali, è un fatto di civiltà”.  I sindacati oggi incontreranno il Governo per discutere sulle misure del Pnrr.

“Il Recovery Plan deve servire per un grande investimento su questa sfida – sottolinea Sbarra – lavoro e sicurezza sono e restano un binomio indissolubile. La vita umana viene prima di ogni logica di profitto, di mercato, di competitività delle aziende”.  Per Francesca Re David, segretaria generale della Fiom: “Servono investimenti per i lavoratori che garantiscano la loro sicurezza. Negli ultimi 20 anni il lavoro è stato visto più come un costo che come una risorsa e si stanno continuando a cancellare diritti”. 

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