Piccola vittoria: le isole baleari vietano la corrida

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Ebbene sì, una piccola ma significativa e importante vittoria:
In settimana il Parlamento delle Isole Baleari ha approvato una legge che proibisce severamente di uccidere o povocare sofforenze ai tori nelle corride. La legge prevede che nell’arena saranno vietate sia le banderillas che le spade. Al termine della corrida, anziché essere uscciso, il toro verrà consegnato dal torero a un veterinario, che ne accerterà le buone condizioni di salute per essere portato a casa, nel suo allevamento, ricordando che la vita di un toro da corrida non è cosi sofferente come gli animali da allevamento.

Il disegno di legge adottato nel parlamento autonomo di Palma di Maiorca vieta, infatti, la morte del toro nell’anello e rende illegale che gli animali subiscano danni fisici o psicologici. Entrando nel dettaglio tecnico, la corrida in “stile baleare” durerà meno dei 20-30 minuti soliti: al massimo 10 minuti, si prevederanno dei test anti-doping obbligatorio sia per il toro che per il torero, ci sono restrizioni anche per il pubblico: nessun under 18 potrà consumare bevande alcoliche all’interno dell’arena. I tori saranno appositiamente allevati per questa nuova modalità di corrida. Ma a cambiare è soprattutto il gran finale: invece di infilzare il toro tra le scapole con una spada che ne raggiunge il cuore, il matador, secondo le nuove regole, è costretto a far vivere l’animale, attendendo nel finale l’entrata di un veterinario che prima lo visita per attestarne la buona salute e poi lo rimanda al ranch dove è stato allevato.

La legge, voluta dalle associazioni ambientaliste, è stata approvata dalla maggioranza del Partito socialista (Psoe), da Podemos e da altri partiti regionali e osteggiata invece dai conservatori del Partito popolare (Pp) e da Ciadadanos. I conservatori hanno già annunciato la battaglia legale, perché “la norma viola la protezione costituzionale del patrimonio culturale”.  Per loro è più importante una becere tradizione di sangue e violenza, consapevoli che la battaglia legale non si preannuncia facile, considerando che lo scorso anno la Corte Costituzionale ha respinto una norma del 2010, con cui la regione semi-autonoma della Catalogna vietava le corride. Ma furbescamente, dobbiamo dire che proprio per evitare questo, il Parlamento delle Baleari ha approvato questa legge che non vieta le corride, ma le modifica radicalmente, senza morte e ferite, dando quindi un attenuate non da poco per reggere il confronto legale. “Questo voto mostra che un divieto totale non è strettamente necessario a mettere fine alle corride”, ha esultato l’animalista Joanna Swabe. Di questo, visto il nostro impegno, non possiamo che gioire.

La battaglia prosegue. 
La corrida va totalmente abolita, questo è un piccolo, ma importantissimo, passo.

Claudio Lauretti

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