Presto la stampa nazionale sarà invasa dalle opinioni sul varo del nuovo Potere Esecutivo. Lasciamo agli editorialisti il loro mestiere. Noi preferiamo attenerci a quello che è, lasciando ad altri i giudizi per quello che sarà. Intanto, il Governo dovrà rendere pubblici i suoi obiettivi. L’ultimo semestre del 2018 continuerà a rivelare problemi e altri ce ne aggiungeranno. Rimanere coerenti, in una Maggioranza sempre più arrangiata, resta difficile.
All’Opposizione la linea non è più coesa. I partiti non riescono a trovare un accordo che possa essere confrontato con il contratto di Governo Di Maio/Renzi. Le ipotesi su come si andrà a evolvere la situazione Socio/Politica nazionale non si contano più. Hanno, però, in comune la scarsa adattabilità per una realtà che non ha le premesse per essere migliorata.
La stessa posizione del Primo Ministro, sino a ieri sconosciuto nei meandri della politica, è delicata anche all’interno dell’Esecutivo che, sotto il profilo parlamentare, dovrà ben qualificarsi. Gli Alleati non fanno storia. Anche perché ci sono state “migrazioni” e chi è rimasto chiede di più di quanto potrebbe offrire. L’anomalia è palese.
Insomma, L’Esecutivo dovrà fare, entro fine anno, un bilancio su un mandato che, da subito, abbiamo considerato inconsueto.
Anche se è lapalissiano che non sia possibile immaginare altre scelte per la situazione in essere. Mancherebbero le garanzie di metodo. Invece, si dovrà provvedere alle questioni la cui importanza non giustificherebbe altri rinvii. Tanto per restare in tema, sarà il Popolo italiano a pagare per una situazione nella quale s’è venuto a trovare senza nessuna dichiarata volontà. Neppure il discorsetto del Presidente del Consiglio incaricato ci ha entusiasmato. Riflessioni di circostanza; ma nulla di più. Vedremo, alla prova dei fatti, quanto un “non” politico saprà indicare la via a un Esecutivo non sempre in accordo con i suoi progetti elettorali. Almeno quelli che sono stati resi, vagamente, noti.
Giorgio Brignola
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