Proteste contro il golpe in Myanmar, almeno 91 manifestanti uccisi

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Anche una tredicenne e un bambino di 5 anni tra le vittime della giornata più sanguinosa dall’inizio della repressione 

Scontri in Myanmar tra manifestanti e militari

È salito ad almeno 91 morti il bilancio della repressione violenta delle nuove proteste contro il golpe in Myanmar, in occasione della Giornata delle Forze armate. Lo riferisce un media locale, il Myanmar Now, aggiungendo che quella di oggi è la giornata più sanguinosa dall’inizio delle proteste contro il colpo di stato del 1 febbraio. Manifestanti sono scesi in piazza a Yangon, Lashio, Mandalay, Kyaukpadaung e Kyeikhto.

Ci sarebbe anche un bambino di 5 anni tra le decine di manifestanti uccisi dalle forze di sicurezza. Secondo i media locali, citati dal Guardian, il piccolo è tra le 13 persone uccise a Mandalay, seconda città del paese. Secondo Myanmar Now, tra le vittime c’è inoltre una 13enne, uccisa nella sua abitazione a Meikhtila, nella regione di Mandalay, dopo che le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco nelle zone residenziali della città. Un bambino di appena un anno è stato invece colpito al volto da un proiettile di gomma nell’area di Thamine, nella township di Mayangone a Yangon.

Finora in Myanmar oltre 320 persone sono state uccise dal golpe militare del 1 febbraio scorso. Il tragico bilancio è stato fornito dall’Assistance Association for Political Prisoners che ha avvertito si tratta solo dei casi documentati e il numero delle vittime potrebbe essere molto più alto. 

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