Può nascere un governo M5S-Lega?

Politica

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Al di là della reale possibilità o meno di questo evento, è fattibile pensare ad un tale accordo?

Una problematica da non sottovalutare è rappresentata dalla legge utilizzata nell’ultima tornata elettorale del 4 marzo 2018: la legge Rosato-Fiano, ossia l.n. 165/2017. Una legge estremamente controversa e dibattuta ma frutto di un accordo tra due dei maggiori poli partitici, ossia centrodestra e centrosinistra; essa nasce dalla necessità di avere una formula elettorale unica per entrambe le camere che sanasse il disastro delle leggi rimanenti dalle epurazioni della Corte Costituzionale (l’Italicum così come modificato dalla sentenza 35/2017 per la Camera e la legge Calderoli così come ritoccata dalla sentenza 1/2014).

Questo nuovo impianto prevede un sistema di voto considerato da molti problematico: si può esprimere un voto per il candidato uninominale (il cui voto si trasferisce pro quota a tutta la coalizione), e/o per la lista.

Proprio questa modalità è importante per comprendere come la Lega non potrebbe, se si volesse rispettare l’incisività del voto espresso dai cittadini, sganciarsi dalla coalizione in nome di un governo cosiddetto neutrale.

La Lega nel computo dei voti, così come tutti i partiti in coalizione, hanno usufruito anche dei voti del candidato uninominale unico per tutta la coalizione, oltre che quelli sul singolo contrassegno. Dunque è facile comprendere quanto una coalizione pre-elettorale sia vincolata dai patti presi in precedenza.

Il Movimento 5 stelle in ciò è liberato poiché si è presentato come soggetto partitico singolo, vincendo con le sue solo forze e dunque svincolato di poter accordarsi post voto con chiunque voglia (anche se rimane il problema della consonanza con le sue promesse elettorali risultate remunerative a livello di risultati, ossia ‘nessuna alleanza’).

Ciò che si profila oggi è tuttavia un momento di estrema confusione istituzionale a causa di una legge elettorale che non è riuscita a garantire una maggioranza stabile in virtù della vittoria di due forze politiche che si contendono la poltrona come se fosse la loro ‘ultima occasione’. Rimanere attaccati a deboli percentuali elettorali non può rappresentare il bene del paese, né una soluzione permanente.

Con il lasciapassare di Berlusconi, non ci resta che attendere la formazione di questo assurdo (dal punto di vista programmatico e ideologico) governo ma forse necessario (e anche l’unico possibile).

Sara Carullo

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