Quadrante: Kiev rivendica l’affondamento di un’altra nave russa

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Se il principale teatro di ostilità rimane il Donbass, il cui completo controllo è la priorità del Cremlino, Kiev sta attendendo le forniture di armi pesanti occidentali per prendere l’iniziativa a Sud Ovest e lanciare una controffensiva nell’Oblast di Kherson.

di Francesco Russo

© Diego Herrera Carcedo / Anadolu Agency / Afp
– Soldati ucraini nel Lungansk

 

AGI – “La Moskva ora non sarà sola in fondo al Mar Nero”. Con questo tweet il ministero della Difesa ucraino conferma l’affondamento dello Spasatel Vasily Bekh, un rimorchiatore della Flotta russa del Mar Nero che stava trasportando munizioni all’Isola dei Serpenti, attualmente occupata dalle forze di Mosca.

Il consigliere presidenziale ucraino Oleksiy Arestovych ha affermato che le forze armate di Kiev hanno creato in questa regione “una testa di ponte stabile sulla riva sinistra del fiume Inhulets con una lunghezza tra i 50 e gli 80 chilometri”.

In previsione del contrattacco, i militari russi hanno continuato a fortificare le posizioni di retrovia nel Nord-Ovest dell’Oblast. Una volta giunti gli armamenti spediti dagli alleati, l’obiettivo numero uno dell’esercito di Kiev è però un altro: la distruzione del Ponte di Crimea.

“Non è un segreto né per noi né per loro”, ha dichiarato a Radio Svoboda il generale Dmytro Marchenko, “dobbiamo semplicemente tagliare il principale canale attraverso il quale giungono i rinforzi. Non appena questo canale sarà chiuso, inizieranno ad andare nel panico”. Una documentazione tecnica dettagliata dell’infrastruttura, è stato annunciato ieri, è in possesso dell’intelligence militare di Kiev.

La tensione sta tornando a salire anche nei dintorni di Kharkiv, dove gli ucraini affermano di aver inflitto “perdite significative” al nemico con raid aerei.

Mosca, da parte sua, sostiene di aver distrutto il quartier generale del reggimento Azov nella regione con “missili ad alta precisione”. L’Institute for the Study of War (Isw) ha confermato intensi scontri a Nord della seconda città del Paese ma non ha riferito di variazioni di rilievo negli equilibri territoriali.

A Severodonetsk proseguono furiosi combattimenti strada per strada, che rendono impossibile l’evacuazione dei 10 mila residenti ancora in città. Mentre il centro amministrativo del Lugansk ucraino rimane sotto un pesantissimo fuoco d’artiglieria, i russi, secondo l’ultimo bollettino dell’intelligence militare britannica, stanno cercando di completare la chiusura della sacca da Sud, sull’asse di Popasna.

Le forze del Cremlino hanno poi proseguito gli assalti di terra lungo le linee di comunicazione di terra ucraine vicino alla contigua città di Lysychansk, dal lato occidentale del fiume Severskyi Donets. I ponti che collegavano i due centri abitati sono stati tutti distrutti ma, secondo il governatore del Lugansk, Sergiy Gaidai, Severodonetsk non è ancora del tutto isolata.

Nell’altra Oblast del Donbass conteso, il leader dell’autoproclamata repubblica del Donetsk, Denis Pushilin, ha minacciato un’avanzata oltre i confini regionali per creare una zona cuscinetto che protegga i separatisti filorussi dall’artiglieria ucraina.

I progressi russi nel Donetsk non sono però rapidi come nel Lugansk. Le recenti operazioni offensive a Nord-Ovest di Slovyansk, riferisce l’Isw, non hanno avuto successo, mentre il capoluogo continua a essere bombardato dalle truppe di Kiev, che hanno inoltre ripreso i preparativi per la controffensiva a Ovest di Izyum.

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