Non c’è via d’uscita per i circa dieci mila civili rimasti a Severodonetsk e per i militari che ancora resistono all’interno dello stabilimento chimico Azot-
di Francesco Russo
AGI – Severodonetsk è isolata. L’intelligence militare britannica ha confermato che sono saltati tutti i ponti sul fiume Severskiy Donets che collegavano il centro amministrativo del brandello di Lugansk ancora in mano agli ucraini alla vicina Lysychansk, a Ovest del corso d’acqua.
Nei bunker della fabbrica sono presenti, inoltre, alcune centinaia di civili. Mosca ha accusato Kiev di aver bloccato la loro evacuazione che era stata disposta attraverso un corridoio umanitario.
“L’esercito russo perde centinaia di combattenti ma trova riserve e continua a distruggere Severodonetsk”, ha dichiarato il governatore ucraino del Lugansk, Sergiy Gaidai, “ma i nostri soldati tengono la difesa”.
Dopo giorni di feroci combattimenti strada per strada, i russi non sono quindi ancora riusciti a prendere il controllo completo di Severodonetsk e, secondo l’Institute for the Study of War, le operazioni offensive lungo l’autostrada da Bakhmut a Lysychansk non sono riuscite a tagliare le linee di comunicazione terrestri ucraine verso quest’ultima città.
Nel Donetsk, l’altra Oblast del Donbass conteso, le forze russo hanno continuato gli sforzi per avanzare lungo l’autostrada E40 fino a Slovyansk e a Sud-Est di Izyum, segnala ancora il think tank americano.
Negli insediamenti a Nord Est di Kharkiv proseguono intanto i combattimenti, con le forze russe impegnate a mantenere le posizioni per scongiurare una nuova controffensiva fino alla frontiera.
Le truppe del Cremlino stanno inoltre continuando a fortificare le posizioni di retroguardia a Zaporizhia e nella regione di Kherson, anche questi obiettivi nelle scorse settimane di contrattacchi ucraini.