In questa primavera funestata da una pandemia che ci ha costretto a cambiare le nostre abitudini, ci si chiede quando tutto tornerà come prima del Covit-19. Riflessione umana; ma di non semplice risposta.
Prima del “Coronavirus, ” pur con tutti i nostri problemi socio/economici, si tirava avanti. La politica offriva il consueto “teatrino” e ci si barcamenare con l’attesa in tempi migliori. Le preoccupazioni, quindi, non mancavano; ma erano più prevedibili; anche se, non sempre, gestibili. Poi, un’entità virale, incapace di vita autonoma, ha invaso il pianeta.
Lutti e sofferenze, in pochi mesi, hanno occupato il posto delle faccende alle quali eravamo avvezzi. Anche per paura di ciò che non si conosce, è cambiato il modo di raffrontarci. Sono diminuiti i contatti personali ed è aumentata la paura. Comportamento più che giustificabile in un mondo d’incertezze.
Non eravamo preparati a un simile cambio di vita. Eppure, è successo. Quello che sta capitando è cronaca e i lutti restano sempre in primo piano. Ora i dubbi sul nostro futuro sono accresciuti; non per pessimismo, ma per drammatico realismo. Intanto, la ricerca scientifica continua il suo percorso.
Modificare un modo di vita è già difficile, ma non sapere per quanto e come lo è assai di più. Quando tutto tornerà come prima? L’interrogativo non può avere, almeno per ora, una risposta univoca e la pandemia continua a falciare le nostre vite.
Giorgio Brignola