Quanta droga si consuma in Italia? E di che tipo?

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Il consumo di stupefacenti è tornato al centro del dibattito dopo il decesso di Erika Lucchesi. Cosa dicono i dati su abitudini e consumi in Italia

Il consumo di droga in Italia è al centro tanto della cronaca nera, con il decesso di Erika Lucchesi,  quanto del dibattito politico. Anche dal palco della manifestazione del 19 ottobre a Roma, ad esempio, Matteo Salvini ha parlato della necessità di combattere il fenomeno. Ma cosa dicono i numeri? Quali sono le droghe più consumate? Quanti ne fanno uso? Andiamo a vedere i dettagli.

Le droghe più diffuse

L’Emcdda (“Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze”, un’agenzia dell’Unione Europea) ha recentemente pubblicato lo European Drug Report 2019, che contiene dati e statistiche sul consumo di stupefacenti nei 28 Paesi Ue, più Norvegia e Turchia.

Nella sezione dedicata all’Italia si legge che, in base alle rilevazioni relative al 2017 (l’anno più recente per cui sono disponibili i dati), un terzo della popolazione italiana (età 15-64 anni) ha fatto uso di droga almeno una volta nella sua vita e che un decimo ne ha fatto uso nell’ultimo anno.

La droga più consumata è la cannabis, con una persona su dieci che ne ha fatto uso almeno una volta nell’ultimo anno. L’uso di cocaina, oppioidi e spice (cannabinoidi sintetici) è nettamente inferiore.

Vediamo ora i dettagli sul consumo in Italia delle singole sostanze stupefacenti.

Cannabis

Come anticipato, in Italia circa un terzo della popolazione (il 32,7 per cento) compresa nella fascia d’età 15-64 anni ha fatto uso di cannabis almeno una volta nella sua vita. Con questo dato l’Italia si piazza quarta, su 30 Stati, dietro a Francia (44,8 per cento), Danimarca (38,4 per cento) e Spagna (35,2 per cento). La media Ue è del 27,4 per cento.

Un decimo della popolazione (il 10,2 per cento) di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha fatto uso di cannabis almeno una volta nel corso dell’ultimo anno. Questo dato raddoppia nella popolazione di età compresa tra i 15 e i 34 anni (20,9 per cento): il dato è sostanzialmente stabile rispetto a dieci anni fa. Dopo un calo tra il 2008 e il 2011, quando la percentuale era scesa al 15 per cento, questa è progressivamente risalita negli anni successivi.

Guardando più nel dettaglio il consumo in base all’età, l’Emcdda riporta una percentuale di persone che hanno assunto cannabis nell’ultimo anno pari al 23,7 per cento nella fascia di età 15-24 anni, al 18,4 per cento nella fascia 25-34 anni, al 9,8 per cento nella fascia 35-44 anni, al 3,5 per cento nella fascia 45-54 anni e all’1,7 per cento nella fascia 55-64 anni.

Cocaina

La cocaina è stata provata almeno una volta nella vita dal 6,9 per cento della popolazione di 15-64 anni. Con questo dato l’Italia si posiziona quarta su trenta Stati (i 28 Ue più Norvegia e Turchia), dietro a Regno Unito (10,7 per cento), Spagna (10,3 per cento) e Irlanda (7,8 per cento). La media Ue è del 5,4 per cento.

Poco più di un centesimo della popolazione (1,2 per cento) ha fatto uso di cocaina nell’ultimo anno. La percentuale tra i giovani adulti (15-34 anni) sale all’1,7 per cento: il trend è in netta discesa rispetto al 2008, quando il dato era del 3 per cento.

Se guardiamo alle fasce d’età, il segmento dove il consumo è maggiore è quello 25-34 anni, con il 2,2 per cento, seguito da quello 35-44, con l’1,9 per cento. I più giovani, 15-24 anni, hanno un dato in linea con quello dell’intera popolazione, pari all’1,2 per cento.

Amfetamine

In Italia hanno provato le amfetamine almeno una volta nella vita 2,4 persone (sempre di età compresa nella fascia 15-64 anni) su 100. Il nostro Paese arriva così undicesimo su trenta Stati. Guidano la classifica il Regno Unito (9,9 per cento), Danimarca (7 per cento) e Paesi Bassi (5,4 per cento). La media Ue è del 3,7 per cento.

L’uso nell’ultimo anno è significativamente più basso: appena una persona su mille (0,1 per cento) ha consumato amfetamine negli ultimi dodici mesi. Tra i giovani la percentuale sale allo 0,3 per cento.

In particolare il consumo è “massimo” nella fascia d’età 15-24 anni, con lo 0,4 per cento, e minimo nelle fasce 35-44 e 55-64 anni, dove non viene registrato un consumo statisticamente significativo (0 per cento).

Mdma

Le persone che hanno fatto uso di Mdma (nota anche come Ecstasy) almeno una volta nella vita in Italia sono 2,7 su 100. Questo è il quindicesimo dato più alto nella classifica. In testa troviamo ancora il Regno Unito (10 per cento), seguito dai Paesi Bassi (9,4 per cento) e dall’Irlanda (9,2 per cento).

Il consumo nell’ultimo anno, per la popolazione 15-64 anni, ha coinvolto 4 adulti su mille (0,4 per cento). La percentuale raddoppia (0,8 per cento) tra i giovani adulti (15-34 anni).

Sia tra i più giovani (15-24 anni), che nella fascia d’età immediatamente successiva (25-34 anni), la percentuale è dello 0,8 per cento. Cala progressivamente con l’avanzare dell’età: allo 0,3 per cento (35-44 anni), allo 0,1 per cento (45-54 anni) e allo 0 per cento (55-64 anni).

Eroina

I dati sull’eroina sono aggregati secondo parametri diversi rispetto alle altre droghe. Dal report dell’Emcdda risulta che in Italia (dato 2015) ci siano circa 235 mila consumatori di eroina ad alto rischio: più dello 0,5 per cento della popolazione residente nella fascia di età 15-64 anni.

Questo dato ci colloca tra i Paesi Ue con le percentuali più alte, insieme a Regno Unito, Francia, Irlanda, Portogallo, Austria e Lettonia.

L’età dei consumatori di eroina, calcolata guardando alla media di chi si rivolge alle strutture di supporto, sembra in costante aumento. Si potrebbe quindi ipotizzare che il numero di “nuovi” consumatori di eroina sia molto basso ma, come avverte il report, i cambi di metodologia nel raccogliere i dati avvenuti negli ultimi anni devono spingere alla cautela nell’analisi dei dati.

Quanto si muore di droga?

L’Italia è tra i Paesi con il tasso di decessi legati al consumo di droga tra i più bassi in Europa: meno di 10 casi ogni milione di persone.

I Paesi dove le percentuali sono più alte sono quelli del Nord Europa, ovvero scandinavi, baltici e britannici (più di 40 morti ogni milione di persone). Nella fascia intermedia (tra le 10 e le 40 vittime ogni milione di abitanti) troviamo – tra gli altri – la Germania e la Spagna.

Nel database dell’Unodc, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, troviamo maggiori dettagli.

I morti di overdose in Italia, in numero assoluto, nel 2017 sono stati 294. Rispetto alla popolazione di riferimento (15-64 anni) si tratta di 7,8 persone per milione. Nel Regno Unito, per fare un confronto, i morti nel 2017 sono stati 3.394, per un tasso di 80,6 decessi per milione di abitanti. In entrambi i Paesi, e in generale nella larga maggioranza degli Stati presi in considerazione, la prima causa di morte per overdose sono gli oppioidi.

Conclusione

L’Italia è uno dei Paesi europei dove è maggiore il consumo di cannabis e, in misura ampiamente inferiore, di cocaina.

Un terzo della popolazione 15-64 anni ha provato almeno una volta nella vita ad assumere cannabis e sette su cento hanno provato la cocaina.

Guardando ai consumi nell’ultimo anno i dati diminuiscono: uno su dieci ha assunto cannabis e uno su cento (circa) ha assunto cocaina. Nella fascia di età dei giovani adulti (15-34 anni) queste percentuali raddoppiano per la cannabis e aumentano quasi del 50 per cento per la cocaina.

Per quanto riguarda le droghe sintetiche – anfetamine e mdma in particolare – il consumo in Italia non spicca rispetto al resto d’Europa.

È invece alto, relativamente al resto del continente, il consumo di eroina ma nonostante questo il numero e il tasso di morti per overdose in Italia è tra i più bassi d’Europa.

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