Rapita nel novembre del 2018 Silvia Romano, volontaria in Africa, è rientrata in Italia

Attualità & Cronaca

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di Gina Pergianni

Rapita nel novembre del 2018 Silvia Romano, volontaria della ONG “Africa Milele”,  è rientrata in Italia qualche giorno fa.

I media si sono scatenati in mille supposizioni: si è convertita all’Islam, si è sposata, aspetta un figlio … ”è vero, mi sono convertita all’Islam”, ha ammesso Silvia Romano, “una libera scelta,  dopo aver letto il Corano;  non c’è stata nessuna costrizione da parte dei rapitori che mi hanno trattata sempre bene e con umanità. Non è vero invece che sono stata costretta a sposarmi, non ho avuto costrizioni fisiche né violenze”.

Sposata o non sposata, musulmana o cristiana, madre o no, cosa importa. Le scelte fatte durante la prigionia potrebbero  essere frutto di torture psicologiche che in un anno e mezzo avrebbero piegato chiunque, anche la scelta del nome Aisha che vuol dire Viva, potrebbe essere stato frutto  della necessità di sentirsi viva.

Non giudichiamo la sua scelta dell’Islam, c’è Islam ed “Islam”. Ricordo, negli anni settanta mi avvicinai all’Islam e,  la conoscenza del Corano mi portò a rafforzare la mia Fede in Gesù Cristo scoprendo quel meraviglioso attributo, “Il Misericordioso”, come fonte inesauribile della Misericordia di Dio attraverso il Sacramento della Confessione.

Non giudichiamo. Liberarla, anche a costo di un ingente riscatto, è stato giusto. Trovo giusto anche l’aver conservato gli abiti di foggia musulmana, d’altra parte è così che ella oggi si sente e noi siamo in un Paese libero.

Ingiusto è il suo apparire sulla scaletta dell’aereo che l’ha riportata in Italia come una diva hollywoodiana, il suo sorridere e salutare senza proferire una parola di ringraziamento a tutti gli italiani che hanno pagato il suo riscatto, trovo ingiuste le parole del ministro Di Maio: “ l’Italia non lascia nessuno indietro”.

No, signor Di Maio, si è chiesto quanti sono ancora oggi gli uomini italiani  in mano ai terroristi islamici? Gliene ricordo alcuni: Padre Paolo Dall’Oglio, Padre Pier Luigi Maccalli, Luca Tacchetto …

… non lascia nessuno indietro? Abbiamo lasciato milioni di cittadini chiusi nelle loro case, privati dei più elementari diritti costituzionali, abbiamo lasciato affondare l’economia del nostro Paese, abbiamo lasciato che migliaia di piccole e medie imprese “boccheggiassero” come pesci fuor d’acqua, abbiamo lasciato che chi non ha più pane da dare ai propri figli trovi come ultima spiaggia il suicidio.

Abbiamo lasciato o rallentato,  la ricerca della verità sulla morte di Giulio Regeni, rapito e torturato dal governo egiziano;  abbiamo lasciato che scendesse l’oblio su Fabrizio Quattrocchi, rapito insieme a tre colleghi e poi ucciso dagli jiadisti islamici.

E cosa ne è stato dei due Marò italiani, La Torre e Girone, impegnati in una missione di protezione ad una nave mercantile in acque a rischio pirateria, accusati di aver ucciso due pescatori indiani perché non rispondendo all’alt furono scambiati per pirati?

“Se fosse stato un bambino oggi sarebbe in terza elementare, se fosse stato un matrimonio oggi festeggerebbe le nozze di bronzo, se fosse stato un governo avrebbe cambiato cinque ministri degli Esteri e quattro della Difesa, mi sforzo di trovare un termine adatto a definire otto anni di ingiustizie e privazioni di libertà sempre in attesa …   tutt’oggi in attesa con grande dignità, correttezza ed abnegazione ma quel che c’è dentro come fai a spiegarlo ….  puoi solo viverlo e sperare che domani sarà un giorno migliore!!!” questo ha scritto Paola Moschetti, moglie di Massimiliano La Torre.

Torniamo alla Romano.

Dal momento in cui si è convertita non poteva più essere considerata ostaggio dai “fratelli” mussulmani. Quindi? perché abbiamo dovuto pagare un bel po’ di soldi  per “liberare” una connazionale che convertitasi all’Islam non aveva più nulla di cui preoccuparsi? Inoltre quanta gente verrà uccisa in Africa  grazie agli attentati che verranno finanziati con quei soldi?

 Giusto festeggiare il ritorno a casa della ragazza ma sarà opportuno chiarire tanti aspetti di questa vicenda.

Giorgia Meloni da Fazio  diceva: “sarebbe un dramma se passasse il messaggio che rapire un italiano possa essere remunerativo ….. occorre dare il segnale che l’Italia sarà implacabile con chi si permette di rapire i nostri connazionali”.

Occorre, inoltre, dare un segnale che il popolo italiano non è affetto da buonismo patologico perché lei era andata in Africa  ad aiutare, non facciamone una eroina con ospitate da Fazio, da Gruber, da D’Urso.

 Altri sono gli eroi. Ai nostri giorni eroi sono coloro che mostrano al mondo la fierezza di chi è capace di rialzarsi da ogni disgrazia, in piedi, nonostante tutto e tutti. Sono gli uomini e le donne che vengono costretti a chiudere le proprie attività, eroi silenziosi che con il pagamento delle tasse forniscono il denaro per pagare “il riscatto” senza ricevere nulla in cambio, neppure un grazie.

Eroi che altro non chiedono che di  poter ritornare a guadagnarsi il pane,  con la dignità del lavoro e non con le vaghe e fatue promesse di aiuto economico. Ecco gli eroi veri. Forse perché siamo un popolo antico, un popolo che in fondo ha visto molti, troppi eroi. Un popolo che  non conosce l’ostentazione della retorica, questo è un tratto di noi italiani, essere chi siamo senza doverlo ostentare.

Eroi antichi. Non sono moderni, non sono gli uomini nuovi che questa società vuole formare a colpi di quarantena. Questi uomini-eroi sono la resistenza di una società che ancora esiste e non vuole morire, e che se proprio deve morire, “farà vedere, come muore un italiano”.

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