Rapporto del Centro di Referenza Avifauna Planiziale sugli uccelli svernanti in Piemonte

Ambiente, Natura & Salute

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È stata appena pubblicata – maggio 2022 – l’analisi della situazione relativa ai principali siti di svernamento degli uccelli acquatici in Piemonte, da parte del Centro di Referenza Regionale Avifauna Planiziale (CRAP) in capo all’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese.

Con “uccelli acquatici” vengono indicate le specie appartenenti a varie famiglie dell’ordine dei caradriformi, tra cui limicoli e gabbiani, dell’ordine degli anseriformi, quindi anatre, oche e cigni, dell’ordine dei ciconiformi, cioè aironi, gru e cicogne, e ancora altre specie, come le strolaghe e i cormorani; vengono inoltre censite alcune specie di rapaci legati alle zone umide.

In Piemonte da oltre 40 anni si attuano censimenti sistematici, raccogliendo dati che confluiscono all’interno dei conteggi IWC (International Waterbird Census), programma di monitoraggio operativo in oltre 140 Paesi, in Italia coordinato da ISPRA, effettuato nel periodo centrale dello svernamento, il mese di gennaio.

Il rapporto conferma che i principali siti di svernamento corrispondono ad alcuni bacini lacustri di grandi e medie dimensioni, Lago Maggiore, Lago d’Orta, Lago di Viverone e Lago di Candia, da numerosi altri bacini, per lo più di origine naturale e dal reticolo idrografico del Po che raccoglie, anche attraverso alcuni affluenti principali quali il Sangone, la Dora Riparia, la Stura di Lanzo, la Dora Baltea, la Sesia, il Tanaro, il Ticino e la Scrivia, tutte le acque dell’Appennino ligure-Piemontese e delle Alpi fino all’Ossola.

Rispetto alla superficie totale censita, 950 km², variabile negli anni e composta da un complesso di aree umide con dimensioni comprese tra gli 0,5 e i 16.000 ettari, la maggioranza dei siti che riveste un certo interesse a livello quantitativo per lo svernamento degli uccelli acquatici ricade all’interno della Rete Natura 2000 e, in particolare, all’interno del sistema regionale di Aree protette. Questo è un dato rilevante in quanto il numero di individui conteggiati in quelle aree – siano esse Parchi o Riserve Naturali, Oasi Faunistiche Provinciali o Zone di Ripopolamento e Cattura – risultano di gran lunga superiori rispetto alle zone dove la caccia è consentita.

Lungo l’asta fluviale del Po,all’interno del sistema di Aree protette del Po piemontese, grazie alla protezione garantita a partire dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso, si trova circa il 40% del totale degli uccelli censiti in Piemonte, in particolare nel basso vercellese si trovano siti di grande interesse a livello regionale come la Palude di San Genuario e la zona umida di Fontana Gigante che ospitano una ricca avifauna durante tutto l’anno, con notevoli concentrazioni di anatre, e non solo, nel periodo invernale. Anche il lago di Viverone rappresenta uno dei luoghi storicamente più importanti della Regione: anatre, svassi, strolaghe e gabbiani si concentrano lì in migliaia di individui.

Per contro la popolazione nidificante in Italia di buona parte degli uccelli acquatici risulta di modesta entità ed è in calo in Piemonte: sono in netta diminuzione la Canapiglia (Marecastrepera), il Moriglione (Aythya ferina)e la Marzaiola (Spatula querquedula), ridotte a poche coppie. I dati contenuti nel documento sembrerebbero quindi suggerire la necessità di una più adeguata pianificazione venatoria rispetto ad alcune specie.

Tra le specie in incremento è significativa la Gru (Grus grus). Da circa una decina d’anni si è assistito a un aumento del numero dei contingenti in migrazione e svernanti lungo il Po, nelle zone umide e nelle aree risicole, fino ad arrivare al numero massimo del gennaio 2022 quando il numero di gru censito a livello regionale è stato di 5070 individui.

Relazione completa: Centro di Referenza Avifauna Planiziale | Aree protette Po piemontese (parcopopiemontese.it)

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