Razzismo? Intervista all’avvocato Marco Valerio Verni

Femminicidi & Violenza

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La volta scorsa con l’avvocato Marco Valerio Verni, in occasione della rubrica “ Vittime e Carnefici”  su Il Corriere Nazionale, si è parlato di quanto successo a Firenze, il 26 giugno, nei pressi della stazione di Santa Maria Novella, dove un 38nne siriano è stato accusato di un brutale tentativo di violenza sessuale su una romana di 33 anni.

Un soggetto che già in passato si era macchiato di simili nefandezze e che, nonostante la condanna per abusi su donne, non era andato in carcere neppure dopo che le due sentenze erano passate in giudicato.

A tal proposito, è da ricordare che  il 42% delle violenze sessuali in Italia avviene per mano straniera.

Razzismo?

No, dati.

I dati Istat infatti hanno certificato come quasi la metà dei reati contro le donne avvengono da cittadini di origine straniera, soprattutto extracomunitaria

A sottolinearlo è un articolo di Gianluca Veneziani su Libero.

In esso vengono presi in esame i numeri, tanto freddi quanto però esplicativi, sulle violenze contro le donne. Nel 2018, ultimo anno per il quale l’Istat ha al momento reso noti i dati, sono stati denunciati alle autorità giudiziarie 4.802 episodi di violenza.

Di questi, 2.009 sono stati commessi da stranieri. In termini percentuali, il dato corrisponde al 41.8%.

Andando poi nel dettaglio, si scopre che quella percentuale del 41.8% è composta per il 35% da stranieri di origine extra europea.

Tra questi, spiccano reati commessi da marocchini e nigeriani.

Vi è poi un 5.8% che rappresenta il dato dei cittadini di origine rumena, la restante parte dello 0.9% è composta da altri cittadini Ue.

Buona parte delle violenze nel 2018 sono avvenute all’interno della stessa comunità di appartenenza del carnefice.

Seguendo sempre i dati Istat del 2018, il 68.8% di questa fattispecie di reato è ascrivibile alla popolazione straniera.

Percentuali molto alte di stranieri anche per quanto riguarda lo stalking, dove si tocca il 16.4%, e gli atti sessuali con minorenni, la cui cifra è del 24.65%.

I dati hanno inoltre evidenziato l’alta incidenza, tra gli extra comunitari che compiono questo tipo di reati, di giovani: tra i non italiani denunciati per violenza sessuale, il 64.2% ha tra i 18 e i 24 anni, mentre il 59.7% tra i 25 e i 34 anni.

Donne straniere vittime di abusi

Questo dimostra, come sottolineato dallo stesso Gianluca Veneziani, che la pericolosità aumenta soprattutto tra gli stranieri più giovani. Colpisce come almeno una donna su quattro vittima di violenza sia straniera, spesso connazionale del carnefice. Tra queste, molte sono giovanissime e hanno un’età compresa tra i 18 e i 24 anni.

(Fonte:ilGiornale.it)

Riflessione giuridica

Dati agghiaccianti avvolti dall’assordante silenzio di una politica che, stranamente, è sempre in difesa delle donne al punto da proporre riforme su riforme ma altrettanto pronta a non alzare le antenne su condotte tanto incivili quanto preoccupanti che, gran parte delle volte, hanno determinati protagonisti.

Ignoranza, nel senso di ignorare il fenomeno o c’è dell’altro?

Ma soprattutto come si può e deve risolvere questa piaga che colpisce costantemente la nostra Nazione?

A queste domande continuerà a rispondere l’avvocato Marco Valerio Verni sempre per la rubrica “ Vittime & Carnefici”.

“Lei ha citato dati importanti.

Fermo quanto detto prima,credo che,per rispondere alla sua specifica domanda,non si tratti affatto di ignoranza,almeno non da parte della politica (se lo fosse,sarebbe altrettanto grave).

Vede,certe tematiche sono scomode e,quando vengono affrontate,lo si fa, spesso,nella maniera sbagliata,sbandierando estremismi che,oltre a non essere mai giusti, o quasi mai,sono sovente strumentali ad interessi elettorali del momento.

E questo vale anche per alcune associazioni,che combattono certi fenomeni solo a parole,magari per ottenere qualche “like” su Facebook e/o per accreditarsi agli occhi dell’opinione pubblica,senza poi far seguire azioni concrete, perché queste ultime richiederebbero anche delle prese di posizione spesso confliggenti con il “potere”.

Io non credo (o non voglio credere) che la politica ignori i dati che lei ha citato,ma gli interessi economici che si muovono intorno a determinate tematiche (da quella c.d. dell’accoglienza a quella della lotta contro la violenza di genere,ad altre) sono enormi,con tutto quello che ne consegue,anche in termini di consenso elettorale.

Così come non credo (o non voglio credere) che la politica ignori che,quando si parla di organizzazioni criminali etniche, che si nutrono attraverso determinati reati,tra cui,per rimanere in tema,quello della riduzione in schiavitù al fine di far prostituire le persone,le prime vittime siano le donne appartenenti all’etnia di queste stesse organizzazioni criminali.

Ma,ripeto,vi sono forti interessi,dietro,e, invece di accettare un confronto sui dati oggettivi,anche al fine di aiutare chi sia veramente in difficoltà e meritevole di certe tutele,si preferisce accusare coloro che dicono le cose per come stanno di razzismo, come Lei ha sottolineato,o altro.

Il vero razzismo,forse, è altrove e,magari,proprio in chi nega certe situazioni.

Per concludere sulla violenza sessuale:quando qualche donna viene, purtroppo,violentata da persone straniere,ha per caso visto o sentito il medesimo sdegno,da parte di certa politica o,ripeto,di certo mondo dell’associazionismo civile,cui si assiste, invece,in altri casi?

Per tornare al caso di Pamela Mastropietro,Lei ha per caso saputo di qualche proposta di riforma legislativa proprio in tema di violenza sessuale,che quella demoniaca vicenda ha fatto venire alla luce?

Mi riferisco, evidentemente, al difetto normativo che non ha permesso che alcuni soggetti incontrati da questa giovane vittima prima di andare incontro al suo tragico destino, potessero essere processati per l’eventuale reato, appunto,di violenza sessuale perpetrato ai danni della suddetta,per l’assenza di querela da parte di costei.

Mi spiega come ciò sarebbe potuto accadere,visto quanto poi successo?

La politica- quella che grida in continuazione alla violenza contro le donne- è forse intervenuta?

Il mondo dell’associazionismo- di quello dei post su facebook o del “non una di meno”- ha fatto qualcosa?

Glielo chiedo, perché io non ho notizie,in tal senso.

Ci vorrebbero meno parole,meno social,e più azioni concrete”.

Un invito, quest’ultimo, che se fosse non solo ascoltato ma anche e soprattutto applicato, ci ritroveremo con meno bruti e più umani.

Rita Lazzaro

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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