Renzi e i renziani, spinti da incomprensibile avversione verso Conte e il Governo

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Renzi e i renziani, spinti da incomprensibile avversione verso Conte e il Governo, hanno gravemente e premeditatamente minato la credibilità delle istituzioni. Ora è il momento di Draghi.

Tanto tuonò che piovve! Da qualche mese il buon Renzi, in linea con l’altro Matteo, indicava ripetutamente il nome di Draghi alla guida di un governo responsabile, di un governo, quindi, retto da una saggia e stimata persona che sola avrebbe potuto tirarci fuori dalla grave crisi economica e pandemica che ci affligge da oltre un anno. L’invocazione, però, aveva l’unico scopo di far fuori Conte, Bonafede, Speranza e Gualtieri accusati di inadeguatezza in ordine ai dicasteri loro affidati. Li si accusava di non essere capaci di predisporre un efficace piano che fosse capace di portarci fuori dalle due crisi che ci attanagliavano (Conte, Gualtieri e Speranza), mentre rivelavano una pervicace volontà di riformare il sistema giudiziario in senso giustizialista (Bonafede).

Le accuse, però, sono del tutto ingiustificate. Il Recovery plan che, a quanto pare, nessuno dei suoi critici ha mai letto, è un documento di 167 pagine scritte in uno stile comprensibile da tutti, che comprende sei capitoli denominati missioni, nel rispetto delle linee suggerite dall’Europa. Sono, altresì, indicate le somme ritenute necessarie per ciascuna riforma. Il contrario di quanto politici, giornalisti, economisti e associazioni imprenditoriali vanno da tempo affermando al solo scopo di screditare Conte e i Ministri competenti. Suggerirei al PD, ai 5 Stelle e LeU di chiedere che il nuovo Governo chiarisse finalmente questa questione che non è secondaria. Anche se, come è facilmente prevedibile, vi si opporranno sia le destre sia i fedifraghi renziani.

La verità è che Renzi e suoi seguaci, in maggioranza eletti nelle liste del PD, venendo meno agli impegni che le candidature richiedono, hanno fondato un nuovo partito manifestando da subito una certa avversione verso il partito che li ha generati. Comportamenti che appaiono gravemente lesivi del principio che vieterebbe ogni concorrenza (concorrenza sleale) verso il partito dal quale provengono. Ovviamente si tratta di un principio morale di cui dovrebbero essere orgogliosi portatori proprio coloro che occupano i vertici dello Stato. In particolare dovrebbe essere un precetto morale specialmente dei parlamentari che, essendo nostri rappresentanti, dovrebbero assumere comportamenti consoni al ruolo che ricoprono. Ma, essendo dei fuoriusciti, non possono essere dotati di un sentire così alto. D’altra parte, se ne fossero stati dotati (del sentire alto, s’intende) con la fuoriuscita dal PD avrebbero dovuto dare le dimissioni da parlamentari. So bene che non vi è una norma costituzionale ad imporre loro le dimissioni, ma ci sono norme non scritte che rappresentano la guida di ogni persona di un certo livello morale.  Ma tant’è!

La grave colpa di Bonafede? La pervicace volontà di punire, senza eccezioni, gli autori di reati, che si tratti di persone comuni o di politici, senza alcun differenza di censo. Proprio il contrario dei propositi dei nostri politici!

Quanto a Draghi, un signore che tutti in Europa ci invidiano per le sue competenze e per la sua serietà, il giudizio non può che essere positivo. Anzi, altamente positivo! D’altronde, il Presidente Mattarella, che ha sempre dimostrato di avere a cuore le sorti dell’Italia, non poteva scegliere che una persona di altissimo livello. In tutti i sensi! La politica, va detto, ha mostrato i suoi limiti nell’incapacità di resistenza ad avance di persone e partiti attratti esclusivamente dal particulare per il cui conseguimento sono disposti a sacrificare le legittime attese dei cittadini. Renzi e i renziani hanno dimostrato di essere acritici portavoce della Confindustria e della Confcommercio che hanno sempre reclamato il diritto, vero e/o presunto, dei loro associati di essere i destinatari delle enormi risorse elargite dall’Europa grazie alla capacità di mediazione di Conte e di Gualtieri.

Comunque, questa crisi ha certificato la grave incapacità della politica italiana di svolgere efficacemente il ruolo che la Costituzione le assegna.

Raffaele Vairo

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