Renzi e la partita di poker la cui posta è l’Italia

Politica

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L’attuale crisi di governo produce danni nel mondo del lavoro e delle famiglie che del lavoro vivono. Le cause che l’hanno prodotta sono ad oggi affatto incomprensibili. Almeno per noi gente comune. Appare sempre più netta la posizione di Renzi che, accanito giocatore di poker, si gioca il tutto per tutto. In questo caso la posta in gioco è il futuro dell’Italia e degli italiani che, già colpiti da un misterioso virus, vedono apparire un futuro che rischia di precipitare in un impietoso buco nero che non lascerebbe scampo.

Solo un Governo nei suoi pieni poteri può fermare, almeno si spera, la corsa dell’Italia verso il precipizio. Ma Renzi, il cui vero interesse sembra essere la sua voglia narcisistica di occupare il centro degli interessi dell’Universo e il potere che ne deriva, si occupa solo di interessi particolari che sarebbe doveroso chiarire. I suoi viaggi nei Paesi arabi non sono esecrabili penalmente. Ma lo sono per l’incompatibilità del suo ruolo politico! Principio che stranamente al Senato, contrariamente che alla Camera, non è stato trasfuso in una norma regolamentare. Un miracolo però l’ha compiuto.

Ha fornito ossigeno ai nostri politicanti che, traendo la loro forza da una insensata crisi di governo, le cui ragioni rimangono, per ora, incomprensibili, hanno fatto ricorso alla filosofia per proporre la formazione di un governo guidato dai migliori, dai saggi, dai competenti. E’ il rifiorire della Scuola Platonica, secondo la quale solo un Paese retto dai filosofi può liberare il popolo dalle catene della sua ignoranza e farlo uscire dalla caverna in cui si è rifugiato. I degni rappresentanti di questa resuscitata scuola filosofica sono Berlusconi, Meloni e Salvini che hanno prudentemente dimenticato il loro lungo periodo in cui hanno governato, riducendo la sanità e la scuola nello stato in cui versano oggi.

Ma si propongono quali illuminati capaci di portarci fuori da ogni pericolo. Procedendo, ovviamente, come hanno fatto nel recente passato, con il ricorso al debito pubblico che erediteranno i nostri figli e nipoti. Geniale! Rinviare la soluzione della peggiore crisi economica scaricandola sulle spalle delle future generazioni.

Raffaele Vairo

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