Un tribunale di secondo grado di Rio de Janeiro ha sospeso l’applicazione del pass vaccinale diventato obbligatorio dal 15 settembre per entrare in alcuni luoghi, soprattutto turistici, della metropoli brasiliana. Nella sua decisione, il giudice Paulo Rangel ha esteso all’intera comunità quanto da lui deciso in seguito alla sollevazione del principio dell’habeas corpus da parte di un pensionato sentitosi “perseguitato” dall’imposizione dell’equivalente del nostro green pass. Per il giudice, “se il cittadino vuole essere vaccinato o meno è un suo problema, che è sostenuto dal principio di autodeterminazione e dal principio di legalità”. Senza mezzi termini, il togato ha inoltre definito il decreto istitutivo dell’obbligatorietà dell’attestato vaccinale per l’accesso ai siti d’interesse pubblico come degno di una “dittatura sanitaria” e ha paragonato la “persecuzione” subita dai non vaccinati contro il Covid-19 a quella subita, tra altri, dagli ebrei per mano dei nazisti.
MOTIVAZIONI. “L’ho detto in altre occasioni e lo ripeterò qui – ha scritto il magistrato nelle motivazioni della sentenza – Il decreto divide la società in due tipologie: i vaccinati e i non vaccinati, impedendo ai NON VACCINATI di circolare liberamente nei luoghi di Rio de Janeiro, il che costituisce una grave violazione della libertà di circolazione”.
CITTÀ MARTIRE. È un fatto comunque che Rio del Janeiro sia la città con il più alto tasso di mortalità da Covid dell’intero Paese. Con circa 33mila decessi dallo scoppio dell’epidemia, nella metropoli finora il nuovo coronavirus ha ucciso 440 persone ogni 100mila, ben al di sopra della media nazionale che è di 283. Il Brasile è, con oltre 596.000 morti, il secondo Paese più colpito dalla pandemia, alle spalle solo degli Stati Uniti. 9Colonne
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