Riscoprendo le semplici meraviglie della vita. Intervista a Maria Pia Romano

Arte, Cultura & Società

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A cura di Mariangela Cutrone

È tornata Elisa, la giornalista e ghostwriter che ci ha fatto tanto emozionare nel romanzo “ Le amiche imperfette” di Maria Pia Romano edito da Besa Muci.  La Romano ci fa dono di un’altra imperdibile storia dal titolo “Le stagioni del viaggio” (Besa Muci Editore). Dopo la morte del padre, una figura importante ed emblematica della sua vita, Elisa decide di trascorrere un periodo di tempo non definito sull’isola greca di Leucade. Il suo intento è quello di ritrovare la pace interiore e le tracce della sua vera sé.

Nel corso dei giorni che Elisa trascorre su questa meravigliosa e suggestiva isola greca si immerge in una routine fatta di semplici meraviglie in cui il silenzio e la lentezza regnano sovrane. E sarà così che la complicata Elisa riuscirà ad entrare in contatto con i suoi autentici desideri e le sue passioni riscoprendosi di nuovo innamorata della vita. In quei giorni maturerà anche l’idea di scrivere un romanzo su suo padre, l’uomo che rifiutò il posto fisso, la sua insostituibile guida che le ha insegnato ad avere coraggio, perseveranza e soprattutto a sognare.

Coccolata dalle onde del mare e respirando odori inediti, Elisa farà un incontro inaspettato che contribuirà a cambiare il corso della sua esistenza infondendole speranza e fiducia nel suo cammino. “Le stagioni del viaggio” è una storia di rinascita che trasuda passione e amore per la vita e la scrittura. Attraverso la penna sublime e introspettiva di Maria Pia Romano, il lettore non può fare a meno di entrare in empatia con la protagonista identificandosi a pieno nei suoi turbamenti, desideri, emozioni e pensieri profondi. Questo è uno di quei romanzi in cui letteralmente una pagina tira l’altra.

Una lettura in grado di solleticare l’anima e di lasciare un segno indelebile. Un libro che consiglierei a chi sta cercando la propria strada tra le sue innumerevoli possibilità, a chi crede nella capacità della vita di sorprenderci quando meno ce lo aspettiamo, a chi si affida al potere della parola scritta in grado di attivare la tanto agognata redenzione dell’anima.

 

Del concetto di rinascita e del potere della scrittura conversiamo piacevolmente con Maria Pia Romano in questa ispiratoria intervista.

 

Com’è nata l’idea di scrivere un altro romanzo con protagonista la tanto amata Elisa, giornalista e ghostwriter?

Non avevo mai scritto un sequel prima d’ora e, forse, “Le stagioni del viaggio” non è un sequel nel senso canonico del termine, visto che questa narrazione ha una sua autonomia: anche chi non ha letto “Le amiche imperfette” può sentirsi a suo agio tra le pagine, senza provare mai la sensazione di smarrimento di chi si è perso qualcosa. La verità, però, è che sono stati i lettori a suggerirmelo e, in particolare, mi ha incitato a farlo Maria Assunta Russo, una libraia che stimo tanto e che da molti anni mi invita a fare presentazioni nella sua libreria indipendente “Farmacia Letteraria Corte Grande” a Martano, in provincia di Lecce.

 

Come mai la scelta dell’isola greca di Leucade come ambientazione per il suo romanzo?

Semplicemente perché per me è un luogo dell’anima. Ci sono andata in vacanza per una decina d’anni, ogni estate, ed è diventata una seconda casa. La pandemia da Covid19 mi ha fatto abbandonare da due anni le vacanze all’estero, ma spero di tornare presto nella magica “isola tra le isole”.

 

Il suo romanzo parla di rinascite…ci definisca il suo concetto di rinascita…

Mi conforta sapere che il romanzo parli di rinascite, in fondo i libri appartengono ai lettori. La rinascita, secondo me, non è un repentino stravolgimento di una quotidianità che sentiamo non appartenerci più, ma un costante, susseguirsi di piccoli gesti perfetti, ovvero quelli che hanno il potere di farci stare bene e che, troppo spesso, reprimiamo perché non ci ascoltiamo abbastanza.

 

Grazie al suo romanzo il lettore è in grado di calarsi a pieno in un inedito viaggio nella parte più profonda che è in ognuno di noi. Quanto il viaggio è di vitale importanza nell’esistenza di ognuno di noi?

Il viaggio come scoperta di nuovi luoghi e culture è essenziale per la formazione di ognuno di noi. Io sono innamorata dei vagabondaggi nella natura, da buona solitaria: credo che il silenzio liquido dei grandi spazi, terrestri o marini, ci ricongiunga con la parte più autentica di noi e, quindi, ci consenta di fare anche un viaggio nel pianeta più complesso e intrigante che esiste: la nostra mente.

 

 

“Le stagioni del viaggio” sono un vero inno alla parola scritta in grado di aiutare a far fluire ciò che è segretamente nascosto nella parte più segreta di noi stessi. Per lei che ruolo ha la scrittura nella sua esistenza?

Scrivo da molti anni e da ancora di più leggo. La lettura è fondamentale, per viaggiare e innamorarsi delle vite degli altri e della parola. Non vivo di scrittura, eppure la scrittura mi tiene in vita, da sempre. Con la scrittura, poesia o prosa, ho un intenso rapporto d’amore da quando ero piccola. Mi fanno tenerezza le cose scritte trent’anni fa, quando ero meno matura e più sognatrice, eppure scrivevo sempre di solitudini intrise di mare in cui ci si guarda reciprocamente gli uni gli altri, fino a scoprirsi insieme “nude conchiglie”.

 

Il suo romanzo induce a riflettere sul ruolo del tempo nelle nostre esistenze. Lei che rapporto ha con il tempo esistenziale?

Lo stesso rapporto che ha Elisa, solo che mi è sempre mancato il coraggio di partire con un biglietto di sola andata per un’isola lontana.

 

Quanto di Maria Pia Romano possiamo rintracciare in questo romanzo?

Molto, sicuramente. C’è la mia gatta Duchessa. Ci sono pezzi di vita inventati, come è naturale e giusto che sia, e altri che sono memorie che danno senso ai passi. C’è mio Padre, che è “L’uomo che aveva rifiutato il posto fisso” e che se mi tornasse accanto mi direbbe “futtiten”, proprio come fa il papà di Elisa.

A chi consiglia la lettura de Le stagioni del viaggio?

A chi ama la salsedine sul viso e tra i capelli, e magari lecca di nascosto un poco di quel sale mentre il sole va giù. A chi ama il mare di primo mattino, incanto per pochi. A chi, almeno una volta nella vita, ha pianto ascoltando un pianoforte suonare un adagio. Perché sono le note inattese quelle che si ricordano sul pentagramma dei giorni.

 

Tra i suoi progetti futuri c’è la scrittura di un’altra emozionante storia?

Tra i miei progetti futuri c’è tanta vita. E la mia vita è fatta, in un modo o nell’altro di uno strano impasto di inchiostro, acqua di mare e formule chimiche. Come dire, un modo per non annoiarmi mai…

 

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