Rivelata la particella X dall’origine dell’Universo

Scienza & Tecnologia

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la particella X – Il Large Hadron Colloider del CERN di Ginevra è Il più grande laboratorio, di fisica delle particelle del Mondo.

Le particelle sono piccoli “mattoncini” di cui son fatte tutte le cose. LHC è l’acceleratore più potente del mondo.

Un anello della circonferenza di 27 chilometri, composto da migliaia di magneti superconduttori, alloggiato in un tunnel a circa 100 metri sottoterra.

In quest’anello si accelerano e si fanno scontrare, a velocità altissime due fasci di protoni o atomi pesanti come quelli del piombo.

Tutte le cose sono composte da piccolissime sfere, che chiamiamo quark

I fisici distinguono con strani nomi questi quark: “quark su e quark giù”. Mettendo insieme due quark su e un quark giù, otteniamo un protone.

Altre particelle tengono “incollati” questi quark e, li chiamiamo gluoni. Fatta questa super semplificata premessa, per parlare della misteriosa particella X, inseguita da decenni e presente nei primi istanti di nascita, dell’Universo è stata rilevata.

E’ una particella classificata esotica, come tutte le particelle per le quali gli scienziati ancora non hanno una esatta interpretazione teorica e, presente nei primissimi istanti di vita dell’Universo ovvero nel primo milionesimo di secondo.

Nell’acceleratore di Ginevra è stato creato Il cosiddetto “brodo primordiale” presente alla nascita dell’Universo: una temperatura di miliardi di gradi nella quale quark e gluoni sono liberi di muoversi, in uno stato della materia chiamato “plasma di quark e gluoni”.

Nell’acceleratore si sono scontrati due flussi di ioni di piombo (atomi che hanno “perso “gli elettroni), a una velocità (270 mila km Il secondo) prossima a quella della luce tanto che, i 27 km della circonferenza dell’anello dell’acceleratore sono stati coperti per 11 mila volte ogni secondo.

Nella collisione degli atomi di piombo si sono formate migliaia di particelle da analizzare. Gli eventi che, sono collisioni tra atomi di piombo sono stati analizzati attraverso tecniche di apprendimento automatico, vagliando oltre 13 miliardi di collisioni, ognuna delle quali ha prodotto decine di migliaia di particelle.

In mezzo a questa zuppa di particelle ultra-dense e ad alta energia, i ricercatori sono stati in grado di estrarre circa 100 particelle X, di un tipo noto come X (3872), chiamato per la massa stimata della particella.

I risultati sono stati pubblicati su Physique Review Letters e segnano la prima volta che, i ricercatori hanno rilevato particelle X nel plasma di quark e gluoni.

Nei primi milionesimi di secondo dopo Il Big Bang, l’universo era un plasma di quark e gluoni, a temperatura di mgliardi di gradi e le particelle elementari si unirono in innumerevoli combinazioni prima di raffreddarsi e, dare luogo a configurazioni stabili formando neutroni e protoni componenti della materia ordinaria.

Nello scontro tra quark e gluoni nei milionesimi di secondo della nascita dell’Universo quando la temperatura era altissima si sono formate queste particelle denominate X di brevissima durata e, chiamate così perché non si conosce la loro struttura.

Moltissime persone penseranno va bene, un ottimo risultato ma a cosa serve? Dico solo che, questo filone fa parte della ricerca fondamentale attraverso la quale si fa molta innovazione tecnologica.

Le tecnologie messe a punto, per la fisica delle particelle, gli acceleratori, i rilevatori sono serviti per esempio nella cura dei tumori, i rilevatori che scattano foto usati in ambito diagnostico, Il World Wide Web è nato al CERN di Ginevra.

Infine, la struttura di questa particella X potrebbe rivoluzionare le nostre conoscenze nel campo della fisica e della cosmologia.

Erasmo Venosi

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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