Rubare un aereo non è facile, cos’è successo a Seattle?

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Foto di repertorio (Afp) 

Ha rubato un grande aeroplano dell’Alaska Air Group dall’aeroporto internazionale di Seattle-Tacoma e si è alzato in volo, senza alcuna autorizzazione. Per poi schiantarsi in un’isola su Puget Sound. Una storia assurda quanto tragica dalle conseguenze monumentali, hanno detto esperti e investigatori dell’aviazione si legge sul ‘New York Times’.

A pilotare quel velivolo è stato Richard B. Russell, 29 anni, addetto di terra della Horizon Air. Quanto è riuscito a fare il 29enne, secondo un funzionario delle forze dell’ordine ha messo in luce una preoccupante realtà sulla sicurezza aeroportuale nell’era post 11 settembre. Mentre alcuni aspetti sono visibilmente cambiati, più che altro irrigiditi per i passeggeri, altri aspetti del sistema – diciamo il dietro le quinte, altrettanto importanti per la sicurezza pubblica – rimangono vulnerabili.

Inseguito dagli F-15, Russel – che non era un pilota ed era l’unico a bordo dell’aereo, un turboelica Horizon Air da 76 posti – ha parlato in quei 90 minuti con i controllori del traffico aereo che cercavano di tranquillizzarlo e di guidarlo verso un atterraggio sicuro. A volte, riferiscono, chiacchierava con calma, altre invece era un flusso di coscienza frenetico.

I familiari di Russell, riferisce la Cnn, si dicono “sbalorditi”. “Siamo totalmente scioccati e devastati da questo evento”, hanno detto, evidenziando che il giovane era “un marito fedele, un figlio amorevole e un buon amico”. E in riferimento alle registrazioni delle conversazioni di Russel con i controllori di volo: “Non voleva fare male a nessuno”, hanno ribadito i familiari.

Gli investigatori sono andati sul luogo dell’incidente per recuperare le scatole nere dell’aereo e i resti di Russell. Gran parte delle indagini si concentrerà ora su come l’uomo sia stato in grado di riempire di carburante il serbatoio dell’aereo e mettersi in volo come se si fosse messo al volante di un’auto. Se fosse stato un dipendente autorizzato di una compagnia aerea, il discorso sarebbe diverso.

Non è che l’area attorno alla rampa di un aereo sia free, ha detto a wired.com Douglas M. Moss, pilota per 20 anni che ora gestisce la AeroPacific Consulting, un’agenzia di investigazioni sugli incidenti aerei. Ogni dipendente autorizzato in questa area sensibile – gestori di bagagli, addetti alla manutenzione, assistenti di volo e piloti – passa attraverso controlli di background. I dipendenti sono anche addestrati a chiedere agli altri cosa stiano facendo nella zona. “Ognuno ha il dovere di avvicinare qualcuno se pensa che si trovi in un posto in cui non dovrebbe essere”, dice Moss, ricordando come gli fosse chiesto spesso di mostrare il suo cartellino distintivo distintivo mentre lavorava come pilota. Il problema è che “piloti o caricatori di bagagli hanno lo stesso tipo di accesso“.

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