Salvini dice no allo spezzatino su Tim. Giorgetti è prudente

Politica

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Il leader della Lega è scettico sull’operazione Kkr. “Tim è un patrimonio per l’Italia e merita un piano industriale serio”

Salvini e Giorgetti

Due uscite a gamba tesa sul caso Tim in 24 ore. La posizione di Matteo Salvini sull’ipotesi di Opa da parte del fondo statunitense è stata netta ed è stata un unicum nel dibattito politico italiano. “A Tim, e quindi all’Italia, servono un partner e un piano industriale che valorizzino e rafforzino l’azienda, non un’operazione finanziaria che rischia di portare a uno spezzatino di una realtà cosi’ importante per il Paese”, ha detto ieri il capo di via Bellerio, mostrando quindi scetticismo sull’operazione Kkr.

“Inoltre, visti i non brillanti risultati degli ultimi mesi, il cambio ai vertici auspicato da più parti pare tema non più rinviabile“, si è spinto a dire. Posizione ribadita anche stamane.

“Più di 40mila dipendenti, 20 milioni di chilometri di fibra, ruolo strategico nella cybersicurezza: Tim è un patrimonio per l’Italia e merita un piano industriale serio anzichè rischiare di scommettere su progetti unicamente finanziari legati a fondi internazionali che hanno il profitto come unico obiettivo aprendo a scenari preoccupanti, tra spezzatino e incertezze sul futuro”, ha insistito Salvini in una nota ufficiale.

“Una realtà che dimentica l’importanza strategica di società come Sparkle, dello sviluppo del cloud e delle tecnologie 5G, che sono alla base delle nuove tecnologie messe a disposizione di cittadini e imprese ma anche una enorme fonte di dati che devono rimanere in mano italiana. Sono pronto a incontrare i sindacati per confrontarmi su una situazione che deve essere governata e non subita.

La Lega – ha sottolineato ancora – vigila affinchè gli interessi del nostro Paese siano sempre al primo posto e sono certo che la Consob stia seguendo con attenzione la vicenda visto che qualcuno in queste ore sta guadagnando cifre importanti”.

La posizione ha stupito alcuni nel partito per la nettezza. Alcuni nella Lega sarebbero ‘aperturisti’ a favore del fondo Usa, anche per mettere al riparo la rete da ipotetici investimenti da parte di altre società straniere, per esempio dalla Cina.

Prudente, in quanto istituzionale, la dichiarazione di Giancarlo Giorgetti.

“L’ho letto sui giornali. Il governo fa altro e non si esprime sul management”, ha risposto il ministro dello Sviluppo economico, a chi gli chiedeva delle dichiarazioni di Salvini a favore di un cambio del management.

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