Salvini va a processo per la Open Arms

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Da uomo della strada, posso dire la mia?

La recente decisione del Senato volta a fare processare Matteo Salvini, leader della Lega, ha sorpreso non solo i benpensanti privi di un preciso orientamento politico, ma lo stesso Massimo Cacciari che del politico leghista non è certo un sostenitore. Infatti, Cacciari sta a Salvini come Kaifa stette a Cristo, con la differenza che di quello (Kaifa) è più onesto intellettualmente. Cacciari è anche un filosofo, figlio culturale di Protagora e Gorgia da Lentini, vale a dire dei grandi retori che a pagamento negli emicicli greci sostenevano tutto e il contrario di tutto, con suadente dialettica. Di quest’affinità l’ex sindaco di Venezia sempre più spesso si scorda e ciò non può fargli che onore.

Sull’affaire Salvini, così si è espresso: è “abbastanza indecente e incredibile che i suoi primi collaboratori al governo, a distanza di un anno, non di due guerre civili e tre rivoluzioni, lo rimandino al processo. Che si rimandassero a processo anche loro“.

Salvini da parte sua ha sempre sostenuto e ripetuto, anche  in collegamento con Aria Pulita su 7 Gold, che sul blocco della nave Open Arms “c’era il totale accordo con il Presidente del Consiglio”, aggiungendo che “il divieto d’ingresso nelle acque italiane di questa nave spagnola era a firma mia, del ministro dei Trasporti Toninelli e del ministro della difesa Trenta”. Tutto ciò corrisponde a verità poiché carta canta. Dal che, da “uomo della strada” qual sono, posso pormi qualche domanda, ben sapendo che nessuno mi risponderà pur pagando le tasse e mantenendo ministri e parlamentari.

  • Per quale ragione se quell’atto di governo è a firma di tre ministri, uno solo deve affrontare il giudizio di una corte di giustizia?
  • Per quale ragione il capo del governo di allora, che poi è il medesimo di ora con mutata casacca e maggioranza diametralmente opposta, non è sfiorato dalla giustizia, pure essendo il primo responsabile di ogni atto governativo?
  • Infine, ed è la cosa meno edificante per un Parlamento che ambisce ad avere credito, perché i membri che sostenevano il Conte-Salvini, oggi votano contro l’ex Salvi stesso?

Non si accettano scuse del tipo “…per salvare il Paese”. Non c’era nel 2019 un Paese in pericolo di dittatura, nel 2020 c’è ,invece, una Nazione a rischio “problema accoglienza” a causa dell’incontrollato sbarco di coloro che ai miei tempi, giustamente, si chiamavano clandestini (io lo posso scrivere perché non sono giornalista, sono l’uomo della strada che così li nomina). E poi, Dio ci scansi dai salvatori della Patria, dopo li devi osannare per decenni in una continua germinazione spontanea che fa di una squadra un plotone, di un plotone una compagnia e via via sempre più ingrandendosi sino a inglobare anche coloro che, al momento del salvamento erano a mare a pescare “Opa” nello Ionio. Io sto con Brecht: “Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi”.

La penso così, ma posso sbagliare, non sono unto, non sono accademico, non sono un politico ma solo l’uomo della strada.

Giuseppe Rinaldi

girinaldi@libero.it

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