Sanzioni: Energia, trasporti, aziende e oligarchi

Economia & Finanza

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Nato, G7 e Ue hanno intenzione di continuare ad aumentare questo tipo di pressione, nel tentativo di rispondere alla guerra militare con una guerra economica che punta a mettere in ginocchio la Russia.

© STEFAN SAUER / DPA / AFP
– la stazione di ricezione del gas del gasdotto Nord Stream 2 del Mar Baltico a Lubmin in Germania

AGI – A partire dai giorni successivi allo scorso 24 febbraio, data di inizio dell’attacco della Russia in Ucraina, l’Europa, gli Usa e i partner della Nato e, in un secondo momento, anche il Giappone, l’Australia e la Nuova Zelanda hanno mantenuto quanto preannunciato nelle settimane precedenti a titolo deterrente, decidendo di comune accordo ondate successive e crescenti di pesanti sanzioni economiche contro Mosca e la leadership della Federazione russa.

Nato, G7 e Ue hanno intenzione di continuare ad aumentare questo tipo di pressione, nel tentativo di rispondere alla guerra militare con una guerra economica che punta a mettere in ginocchio la Russia. Ecco le principali sanzioni approvate finora

I paesi occidentali hanno congelato i beni della banca centrale russa, per impedirle di usare i suoi 630 miliardi di dollari di riserve in valuta estera. La Banca di Russia è stata in particolare sospesa dalla Banca dei Regolamenti internazionali, mentre individui e imprese non possono avere a che fare con l’istituto centrale di Mosca.

Alcune delle principali istituzioni finanziarie russe sono poi state escluse dal sistema di scambi finanziari internazionali Swift, necessario per i trasferimenti di denaro oltrefrontiera, causando i ritardi dei pagamenti da e per la Russia, in particolare nel settore dell’energia. Il Regno Unito ha escluso le banche russe dal sistema finanziario britannico, congelando i loro beni e impedendo alle istituzioni britanniche di concedere prestiti o finanziamenti allo Stato o alle imprese russe.

Il quarto pacchetto Ue è stato adottato lo scorso 15 marzo e vieta tra l’altro tutte le operazioni con determinate imprese statali, la prestazione di servizi di rating del credito a qualsiasi persona o entità russa, i nuovi investimenti nel settore dell’energia della Russia.

L’Ue punta così a colpire il 70% del sistema bancario russo e le principali imprese statali. L’Australia ha colpito con sanzioni analoghe la maggior parte del sistema bancario e finanziario russo così come la banca centrale, in tutto 33 società. Il Giappone ha sanzionato 7 banche e 12 enti fra pubblici e privati.

Petrolio e gas

Gli Stati Uniti hanno deciso di vietare tutte le importazioni di petrolio e gas russo e il Regno Unito eliminera’ gradualmente il petrolio russo entro la fine del 2022: l’obiettivo, secondo quanto detto dal presidente Joe Biden, e’ di colpire “l’arteria principale dell’economia russa”. Quanto all’Ue, che si rifornisce dalla Federazione per il 25% del petrolio e il 40% del gas, si renderà indipendente in modo necessariamente piu’ graduale ma “molto prima del 2030”. La Germania ha bloccato l’inizio dell’attività del gasdotto Nord Stream 2.

Beni di lusso

La vendita di beni di lusso alla Russia, fra i quali anche auto, aerei e imbarcazioni, i prodotti dell’alta moda e le opere d’arte, e’ vietata dal Regno Unito e dall’Unione europea. Il Regno Unito ha deciso di imporre una tassa del 35% su alcune importazioni dalla Russia, compresa la vodka. L’Ue ha introdotto inoltre restrizioni commerciali per i prodotti siderurgici e i beni di lusso.

Aziende russe

Ue, Usa e Regno Unito hanno vietato le esportazioni di beni destinati alle aziende russe, fra cui anche i cosiddetti prodotti a “doppio uso” civile e militare, prodotti chimici e laser. Inoltre, Ue ha ampliato l’elenco delle persone collegate alla base industriale e di difesa della Russia, cui sono state imposte restrizioni più rigorose sulle esportazioni di beni a duplice uso e di beni e tecnologie in grado di contribuire al rafforzamento tecnologico del settore della difesa e della sicurezza della Russia. L’Australia ha deciso di bloccare le esportazioni di alluminio, che rappresentano il 20% del fabbisogno russo.

Trasporto aereo

Tutti i voli delle compagnie aeree russe sono banditi dallo spazio aereo di USA, Regno Unito, UE e Canada. Il Regno Unito ha anche vietato i jet privati noleggiati dai russi.
Il G7 togliera’ alla Russia il suo statuto di “nazione piu’ favorita”, il che significa che perderà molti benefici commerciali.

Individui, politici e oligarchi

Quanto ai singoli, l’UE, il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a centinaia di persone collegate al regime russo e ai ricchi imprenditori, i cosiddetti oligarchi, che sono considerati vicini al Cremlino.

Il Regno Unito, la cui capitale è stata scelta come sede da molti di questi imprenditori meritandosi il soprannome di Londongrad, ha anche introdotto divieti di viaggio e congelamento dei beni all’ex presidente russo Dmitry Medvedev e al ministro della difesa Serghei Shoigu e ha sanzionato il proprietario del Chelsea RC Roman Abramovich. Insieme a Ue e USA, ha anche imposto sanzioni a 386 membri del parlamento russo.

I beni appartenenti al presidente russo Vladimir Putin e al suo ministro degli esteri Sergei Lavrov sono stati congelati anche negli Stati Uniti, nell’UE, nel Regno Unito e in Canada. Anche l’Australia ha imposto un totale di 476 sanzioni su 443 individui, comprese figure del mondo degli affari vicine al presidente Vladimir Putin, mentre il Giappone ha colpito 76 persone. Alcuni oligarchi, come il miliardario Alisher Usmanov ostengono di avere alienato una parte delle proprieta’ “congelate”, e questo rende difficile l’applicazione delle sanzioni su beni come case o yacht.

Difesa e Energia nel mirino

Il Regno Unito ha sanzionato anche la società militare privata russa Wagner, che sarebbe stata incaricata di uccidere il presidente ucraino. L’ultima tornata britannica prevede 65 sanzioni. Fra le società colpite la maggior parte sono attive nel settore della difesa e dell’energia, oltre che finanziarie: il costruttore di droni Kronshtadt; Alrosa, la società mineraria russa di diamanti; la banca privata Alfa e altre cinque banche russe, e le ferrovie russe, ma anche il magnate del petrolio Eugene Shvidler, banchieri e altri dirigenti del settore dell’energia.

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