Sarà l’irriformabilità dell’Europa, non l’Italia, a distruggere l’eurozona

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Malachia Paperoga

Sul Financial Times, Wolfgang Münchau chiarisce che l’attuale rivolta italiana contro l’eurozona non è da attribuire a un governo populista non ancora insediato, ma ai vent’anni di economia stagnante nel Paese. Se questa rivolta dovesse portare a una dissoluzione dell’eurozona, sarà a causa dell’impossibilità di cambiare le assurde regole dell’area valutaria, e non della normale reazione di un popolo che non ha più alcun motivo per rimanere in essa.

Di Wolfgang Münchau, 

È un peccato che così tanti europei trattino l’integrazione europea come una questione di fede. Il dibattito sulla Brexit mette a confronto i veri credenti eurofili contro gli scettici atei, e questo è il motivo per cui si sta parlando di due cose ugualmente assurde: un secondo referendum e una Brexit “hard”. Gli italiani considerano la loro appartenenza all’euro in maniera simile. O sei in questo campo, o in quello. Se sei, come me, in una terra di mezzo, le persone si confondono. Ritengo che sia ragionevole per un paese in difficoltà come l’Italia rimanere nell’eurozona fintantoché esiste una minima speranza che la relazione sia sostenibile. È stato l’incondizionato pro-europeismo della passata leadership italiana ad aver causato l’attuale reazione nazionalista. I governi precedenti hanno accettato la legislazione europea, che era profondamente contraria agli interessi italiani. Per esempio la regola di calcolare i contributi italiani al Meccanismo Europeo di Stabilità, il paracadute di salvataggio dell’area, all’interno del deficit massimo ammesso. Poi l’accettazione delle regole di risoluzione delle crisi bancarie che ha lasciato migliaia di correntisti italiani senza protezione. E, peggio di tutti, l’adesione del 2012 al fiscal compact, che richiede di fatto all’Italia di avere il pareggio di bilancio. Se i precedenti primi ministri fossero stati più combattivi, la reazione anti-europea sarebbe stata minore. Trovo ugualmente stupido da parte del M5S e della Lega aver sollevato la questione di uno scontro totale e serrato con l’UE come hanno fatto. L’idea di chiedere alla BCE di cancellare il debito italiano acquistato nell’ambito del QE era folle. L’idea è apparsa in una bozza dell’accordo di governo ed è poi scomparsa. Per cominciare, il debito italiano è detenuto per la maggior parte dalla Banca d’Italia non dalla BCE (e quindi a maggior ragione… NdVdE). Se vogliono far la guerra all’eurozona, devono farsi furbi. Il mio primo consiglio sarebbe di abbandonare l’unilateralismo e iniziare un percorso transazionale – porre condizioni che permettano all’Italia di rimanere e prosperare nell’eurozona. Come prima priorità, Giuseppe Conte, il Primo Ministro italiano, dovrebbe prendere una dura posizione al Consiglio Europeo di questo mese nel dibattito sulla governance dell’eurozona. Angela Merkel ha rifiutato praticamente tutte le riforme proposte da Emmanuel Macron.

Conte dovrebbe considerare di sostenere il presidente francese per far capire alla cancelliera tedesca l’enorme costo del “no” tedesco. Pedro Sanchez, il leader del partito socialista che ha giurato sabato come Primo Ministro spagnolo, potrebbe aiutare a cementare l’alleanza.

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