Sfogliamondo: l’affondamento dell’incrociatore russo e la scalata di Musk

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La sorte del lanciamissili Moskva e il destino di Twitter occupano le prime pagine dei quotidiani internazionali

Stampa internazionale impressionata dall’affondamento dell’incrociatore lanciamissili russo Moskva nel Mar Nero, notizie che ricorre su quasi tutte le prime pagine e viene concordemente interpretata come un grave smacco per Putin. Alcuni quotidiani mettono l’accento anche sulla minaccia nucleare di Mosca in risposta ai piani di rapida adesione alla Nato di Finlandia e Svezia. I giornali finanziari sono più concentrati, invece, sul tentativo di scalata di Twitter lanciato da Elon Musk.  

Washington Post

Per quanto Russia e Ucraina forniscano versioni “contrastanti” sulle cause, un incendio accidentale o un attacco missilistico, l’affondamento dell’incrociatore russo Moskva nel Mar Nero “è un duro colpo per Mosca mentre la guerra entra nell’ottava settimana e si prepara per una battaglia potenzialmente devastante nella regione orientale del Donbass”: così scrive il Washington Post, che apre sulla notizia della perdita dell’ammiraglia della flotta di Putin. Che si sia trattato di “incompetenza” dell’equipaggio, o di un attacco ucraino, “nessuna delle due è particolarmente positiva” per i russi, ha osservato il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan.

Sale, intanto, la tensione tra Mosca e Washington, riferisce il quotidiano, che ha preso visione di una nota diplomatica ufficiale consegnata dalla Russia al Dipartimento di Stato nei giorni scorsi, e ne pubblica alcuni passaggi: il Cremlino avverte che le forniture di armamenti “sensibili” all’Ucraina da parte di Usa e Nato sono “benzina sul fuoco”: “Chiediamo agli Stati Uniti e ai loro alleati di fermare l’irresponsabile militarizzazione dell’Ucraina, che implica conseguenze imprevedibili per la sicurezza regionale e internazionale”, si legge nella nota, che tra gli armamenti “sensibili” cita “sistemi di lancio multiplo di razzi”, sebbene, rileva il Post, si ritenga che gli Usa e i loro partner ne abbiano consegnati all’Ucraina.

Da segnalare due reportage legati all’Ucraina: uno dalla Polonia “che continua a costruire barriere anti migranti mentre accoglie i profughi ucraini”, e uno dalla Tunisia, “uno dei Paesi che subisce le conseguenze economiche più gravi del conflitto”, con rincari enormi di carburanti e alimentari di prima necessità, come la farina, tanco che comincia a scarseggiare il pane.

New York Times

Vede la Russia in crescente difficoltà il New York Times, che nel suo titolo di apertura mette insieme l’affondamento dell’ammiraglia russa nel Mar Nero, “che l’Ucraina sostiene di aver colpito con missili”, e “il crescente isolamento internazionale di Mosca”, con l’Ue “più vicina” all’embargo sul petrolio. Ieri, scrive il giornale, il Cremlino ha subito “un doppio scacco” con la perdita dell’incrociatore Moskva e con Bruxelles che ha parlato di sanzioni energetiche entro qualche settimana.

Un servizio è dedicato alla ballerina del Bolshoi Olga Smirnova, che si trovava all’estero per un periodo di convalescenza dopo una lesione a un ginocchio, è ha deciso di non rientrare in Russia “perché sarebbe francamente pericoloso e sarei costretta a cambiare la mia opinione sulla guerra”. Si tratta, secondo il Nyt, “di un colpo all’orgoglio di un Paese che, fin dai tempi degli zar, ha considerato il balletto un tesoro nazionale”. In prima pagina anche un reportage sulle forniture di armi slovacche a Kiev: si tratta di “missili dell’era sovietica che adesso messi a guardia dei cieli ucraini”.

Wall Street Journal

Apertura finanziaria per il Wall Street Journal, secondo la sua vocazione: “Musk offre di comprare Twitter ma la società pensa alla poison pill”. L’offerta, scrive il giornale, “è l’ultimo capitolo della saga, ‘lo farà o non lo farà’ tra la persona più ricca del mondo e il social media. Un offerta nello stesso tempo seria  – Musk ha depositato gli atti federali necessari – e tinta di umorismo, poiché il prezzo di 54,20 dollari per azione è un riferimento appena velato alla marijuana”. In ogni caso, “gli investitori non sono rimasti impressionati: le azioni di Twitter sono scese di quasi il 2% a 45,08 per azione, segno dello scetticismo sul fatto che un accordo sarà effettivamente raggiunto”, sottolinea il Wsj, che pone alcuni interrogativi: Musk ha affermato di avere “asset sufficienti” per portare a termine l’operazione, ma manca ogni indicazione su come pagherebbe.

Secondo alcune fonti, Musk avrebbe sondato investitori esterni che potrebbero essere interessati a collaborare alla sua offerta, e Morgan Stanley, che funge da suo banchiere, fornirebbe anche un finanziamento del debito. “C’è molto meno mistero intorno alle obiezioni di Musk sulla gestione di Twitter”, visto che “ha trascorso gran parte dell’ultimo fine settimana a twittare critiche e suggerimenti”.

Dal canto suo, Twitter sta valutando se usare la così detta ‘poison pill’, pillola avvelenata, espressione che nel gergo della finanza americana designa strumenti legali (ad esempio, le azioni privilegiate) che secondo complessi meccanismi societari possono sbarrare la strada a un’opa ostile, come quella di Musk. La sua scalata, insomma, “va incontro a molti ostacoli”, prevede il quotidiano. Nel colonnino di spalla l’Ucraina, con titolo sull’affondamento dell’incrociatore russo Moskva nel Mar Nero, e a centro pagina l’impennata dei tassi di interesse sui mutui negli Usa: sono saliti al 5%, il massimo da dieci anni.

Financial Times

L’affondamento dell’incrociatore russo Moskva nel Mar Nero è la notizia sull’Ucraina valorizzata dal Financial Times su una prima dove il piatto forte è però l’opa di Elon Musk su Twitter. Il quotidiano osserva che si tratta di un’operazione per la quale “il finanziamento è tutt’altro che assicurato” e analizza i modi diversi in cui il miliardario potrebbe procurarsi la somma astronomica necessaria a portarla a termine: 43 miliardi di dollari, anche se secondo i calcoli di Moody’s potrebbero essere ‘solo’ 36 dato che Musk possiede già il 9% di Twitter. Un calcolo preciso non è semplice, anche perché “l’offerta di Musk di 54,20 dollari per azione potrebbe non soddisfare il consiglio di amministrazione di Twitter: le sue azioni sono state scambiate al di sopra di quel livello nella maggior parte dei giorni dell’anno scorso”. Certo, l’imprenditore sudafricano potrebbe usare la propria ricchezza, valutata da Forbes in 260 miliardi sulla carta. Ma lo stesso Musk afferma spesso di “essere povero di liquidità”.

Allora “il modo più semplice per arrivare a quella somma sarebbe vendere le sue azioni nelle società che gestisce: Tesla e SpaceX. Lo svantaggio, tuttavia, sarebbe la pesante fattura fiscale generata da quelle vendite. Un’alternativa più ampiamente discussa da banchieri e dirigenti di private equity sarebbe che Musk desse in pegno le azioni che possiede in Tesla come garanzia in cambio di un prestito multimiliardario”.

Dai documenti depositati presso le autorità di regolamentazione dei titoli statunitensi risulta che Musk, che possiede 172,6 milioni di azioni Tesla per un valore di 170 miliardi di dollari, aveva già promesso 88,3 milioni di azioni lo scorso giugno per prestiti. E “le banche potrebbero essere riluttanti a lavorare con il miliardario”, citato in giudizio l’anno scorso da JPMorgan Chase per 162 milioni di dollari. Insomma, un affare complicato sul quale per ora Wall Street resta alla finestra.

The Times

L’incrociatore russo Moskva è stato affondato dall’Ucraina secondo il Times, che sposa la tesi di Kiev e non crede a quella russa di un incendio accidentale. In un articolo come sempre ricco di dettagli tecnici militari e storici (tra l’altro, è il primo affondamento di un incrociatore da quando nel 1982 la Royal Navy colpì la nave argentina General Belgrano durante la guerra delle Falkland), il quotidiano britannico cita a sostegno della versione di un attacco con missili Neptune la testimonianza del deputato Tory Bob Seely, che ieri si trovava a Odessa: “Sono stati gli ucraini, solo che i russi non vogliono ammetterlo”, ha detto il parlamentare.

Il titolo di maggiore evidenza sulla prima pagina è però sul piano lanciato dal premier britannico ieri per la deportazione in Ruanda di tutti i migranti di sesso maschile che sbarcano sulle coste britanniche, a prescindere dalla loro cittadinanza: Jonshon “vuole il primo volo di migranti per il Ruanda entro qualche settimana”.

Il giornale approfondisce i termini dell’accordo che Londra ha firmato con Kigali: il Paese africano riceverà 120 milioni di sterline in cambio dell’accoglienza dei migranti spediti dal Regno Unito. Si prevede che quest’anno potrebbero essere 65.000 e si calcola che per ciascuno il trasferimento costerà 30.000 sterline, somma ritenuta “una goccia nell’oceano in confronto ai costi dell’accoglienza” in Gran Bretagna. Appare un po’ stridente la grande e festosa fotografia di Carlo e Camilla alla cerimonia del Royal Maundy: la donazione ai poveri di monete fatte appositamente coniare dalla Corona, una tradizione della monarchia britannica che si rinnova ogni Giovedì Santo.

Le Monde

Nella campagna elettorale per il ballottaggio tra Macron e Le Pen “è corsa al voto popolare”, titola Le Monde in apertura. I due candidati “battono il terreno sociale per convincere elettori di sinistra e astensionisti” e “al centro della loro offensiva ci sono la questione del potere d’acquisto e dell’inflazione, ma anche quella delle pensioni e dei salari”. Temi su cui, secondo il giornale, i piani della Le Pen “sono giudicati poco credibili dagli esperti”. Il quotidiano, che ieri aveva definito la leader del Rassemblement national un “pericolo per lo Stato di diritto”, in coerenza con la sua linea analizza con toni decisamente critici il suo “programma di rottura” in politica estera, sul ruolo della Francia nell’Ue e nella Nato, e sulle relazioni con la Russia. I

n un’analisi dallo sguardo più generale, Le Monde osserva che la campagna si sta caratterizzando per un’accentuata asprezza: “Di solito, le elezioni presidenziali suscitano, se non speranza, almeno una parvenza di entusiasmo. Ogni cinque anni, nella tradizione cesarista della Quinta Repubblica, i francesi cercano di credere al mito del candidato provvidenziale, che riuscirà dove il suo predecessore ha fallito. Dopo la sua vittoria si instaura uno stato di grazia più o meno lungo, poi la magia svanisce. Questa storia sembra essere diventata impercettibile. L’uscente contro l’estrema destra: a questo si riduce il dibattito. Regna l’animosità, non l’entusiasmo”.

Le Figaro

I progetti di riforma costituzionale diventano protagonisti della sfida tra Macron e Le Pen, che “nel tentativo di sedurre gli elettori rivaleggiano in immaginazione sulle idee per cercare di rifondare la democrazia”, dice Le Figaro nella sua apertura, ancora dedicata alla campagna in vista del ballottaggio per l’Eliseo il prossimo 24 aprile. Si discute di referendum, proporzionale, ritorno al settennato (attualmente il mandato del presidente in Francia è di 5 anni), di cittadinanza e “nel confronto tra le loro visioni istituzionali Macron e Le Pen ravvivano il vecchio dibattito tra sostenitori della democrazia diretta e partigiani della democrazia rappresentativa”, sottolinea il giornale.

Al di là delle esigenze più immediatamente elettorali dei due candidati, osserva l’editoriale del quotidiano, una “urgenza istituzionale” esiste effettivamente perché “nella querelle tra i due candidati appare, in modo caricaturale, la crisi democratica che attraversa tutto l’Occidente”, e occorre “ristabilire il minimo vitale dell’equilibrio democratico”.

El Pais

“La Russia innalzerà la minaccia nucleare se Finlandia e Svezia entreranno nella Nato”, titola El Pais, che mette in rilievo le dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Medvedev, sul possibile dispiegamento di armi atomiche lungo i confini con i due Paesi scandinavi, e sull’incremento numerico delle forze russe già schierate in quelle aree. Il giornale ricorda comunque che, secondo il governo lituano, Mosca ha già posizionato armi nucleari nella zona, precisamente a Kaliningrad, enclave russa tra i territori di Polonia e Lituania, di fronte alla penisola scandinava.

Ma “le minacce del Cremlino contro Finlandia e Svezia sono state continue fin dalla fine 2021”, e questo non ha fatto che accelerare il loro percorso verso la Nato, visto da hanno entrambi partecipato a tutte le ultime riunioni dell’Alleanza. Di spalla, con grande evidenza, l’inchiesta su una truffa da 11 milioni sull’acquisto di mascherine da parte dell’amministrazione comunale di Madrid nel 2020. Tra le persone coinvolte, Luis Medina, figlio dell’ex duca di Feria e personaggio molto noto in Spagna per la sua regolare presenza nelle pagine di cronaca rosa.

Frankfurter Allgemeine Zeitung

La notizia del giorno sull’Ucraina è anche per la Frankfurter Allgemeine Zeitung l’affondamento della Moskva, ammiraglia della flotta russa nel Mar Nero. Un colpo che potrebbe aver conseguenze terribili secondo la Cia perché “un Putin disperato potrebbe usare armi nucleari”. Il capo dell’agenzia americana di spionaggio, Bill Burns, ha avvertito di “non prendere alla leggera” questa minaccia.

Resta in primo piano la polemica, ovviamente molto sentita in Germania, sul rifiuto ucraino di una visita del presidente tedesco Steinmeier. La Faz ha ricevuto copia della “lettera informale” di Kiev che ha portato all’annullamento del viaggio del capo di Stato assieme ai colleghi polacco e baltici, e pubblica una approfondita ricostruzione “dell’affronto diplomatico” subito da Berlino. Fa da contrappeso un articolo scritto dall’imprenditore ucraino, fondatore della società internazionale di investimenti EastOne Group, che esorta la Germania a “fare di più” contro l’invasione russa.

China Daily

La guerra in Ucraina “è un rischio per la sicurezza nucleare”, titola il China Daily che al pericolo atomico dedica un lungo commento. “Il gioco geopolitico che coinvolge la Russia e l’Ucraina ma anche gli Stati Uniti e alcuni Paesi europei pone una grande minaccia alla non proliferazione nucleare e alla deterrenza nucleare”, perché questa “in situazioni instabili può spingere le potenze rivali a lanciare un attacco nucleare basato su informazioni fuorvianti. E in modo inquietante, negli ultimi anni gli Stati Uniti e la Russia hanno accelerato il loro sviluppo nucleare”, osserva il quotidiano, e sottolinea inoltre che “con le questioni nucleari della penisola coreana e dell’Iran ancora da risolvere, tentativi di Ucraina e Bielorussia di acquisire armi nucleari potrebbero alimentare un nuovo ciclo di proliferazione nucleare”.

Tanto più che, secondo il giornale, “la posizione di Biden sulla non proliferazione nucleare è stata oscillante e ambigua”, ed è ora “probabile che sfrutti il conflitto russo-ucraino per dare una priorità più elevata alle armi nucleari nella difesa nazionale”. Per questo, conclude il China Daily, occorre che “tutte le parti facciano sforzi concertati, limitino le rispettive azioni militari e mostrino coraggio per tenere colloqui sul controllo degli armamenti e sulla non proliferazione nucleare”.

Quotidiano del popolo

La Cina guarda al cosmo e vuole dotarsi di un centro spaziale all’avanguardia nel mondo: è la base di Wenchang, su un’isola della provincia di Hainan, già in esercizio ma ora oggetto di un vasto progetto di ammodernamento, e dove ieri è stato in visita Xi Jinping. E’ il tema di apertura del People’s Daily, edizione in inglese dell’organo del Partito comunista cinese. Il presidente ha osservato che Wenchang è già il sito di lancio dei razzi vettori ad alta spinta di nuova generazione e l’ha definita “la testa di ponte dell’esplorazione cinese dello spazio profondo”. Il centro, ha aggiunto Xi, dovrà ingrandirsi guardando alla frontiera dello sviluppo spaziale globale e alle principali esigenze strategiche dell’industria spaziale cinese per migliorare in modo completo le sue moderne capacità di lancio spaziale.

Il giornale ricorda che la Cina dovrebbe completare quest’anno la costruzione della sua stazione spaziale e che le navette da carico Tianzhou-4 e Tianzhou-5, nonché i moduli di laboratorio Wentian e Mengtian saranno lanciati proprio da Wenchang. Ucraina in secondo piano nell’impaginazione del quotidiano, che si preoccupa di segnalare il “disastro” che la guerra rappresenta per le economie dell’Africa: “Paesi africani con legami commerciali con Russia e Ucraina devono far fronte a carenze di grano e fertilizzanti”, sottolinea l’economista Tewodros Mekonnen in un’intervista all’agenzia Xinhua pubblicata dal quotidiano, che cita i casi di Ghana, Etiopia, Kenya, Egitto

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