Si’ di Trump a vedere Kim, ‘ma per ora mancano le condizioni’

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La Corea del Nord accusa gli Usa di voler arrivare ad una guerra nucleare nella regione perche’, dice, hanno fatto volare bombardieri strategici B-1B sui principali obiettivi del Nord. E mentre Seul annuncia che e’ operativo il sistema antimissile americano nel Sud a difesa da eventuali attacchi di Pyongyang, Pechino chiede lo stop al dispiegamento, pronta ad agire a tutela dei suoi interessi. Ieri Trump si era detto pronto ad incontrare il leader nordcoreano, anche se la Casa Bianca aveva specificato che al momento ne mancano le condizioni.

Ancora minacce di una guerra nucleare da Pyongyang, dopo che ieri due bombardieri strategici statunitensi hanno sorvolato i cieli della penisola coreana. L’ultimo avvertimento arriva dalla Korean Central News Agency (Kcna) l’agenzia di stampa ufficiale del regime di Kim Jong-Un, che ha accusato oggi gli Stati Uniti di portare la penisola “sull’orlo della guerra nucleare”. Washington “e gli altri guerrafondai”, scrive in un editoriale l’agenzia di Pyongyang, starebbero preparando un attacco nucleare contro la Corea del Nord. Il tono del regime non cambia rispetto alle minacce di ieri di nuovi test nucleari “in qualsiasi momento” di cui aveva parlato un portavoce del Ministero degli Esteri nord-coreano: il Paese retto da Kim Jong-Un, aveva ribadito, e’ “pronto a rispondere a qualsiasi azione intrapresa dagli Stati Uniti”. Le ultime minacce provenienti dal regime di Kim Jong-Un seguono di poche ore l’intervista concessa all’agenzia Bloomberg dal presidente degli Stati uniti, Donald Trump, in cui l’inquilino della Casa Bianca aveva aperto alla possibilita’ di incontrare il dittatore di Pyongyang. “Se fosse appropriato farlo lo farei assolutamente, sarei onorato di farlo”, ha dichiarato Trump dalla Stanza Ovale, “nelle giuste circostanze”, ha poi precisato. Circostanze che “chiaramente ancora non ci sono”, ha poi ribadito il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer. Scetticismo sulla possibilita’ di un incontro a breve arriva anche da Seul, che oggi ha ribadito, tramite il proprio Ministero degli Esteri che “la porta al dialogo rimane aperta”, ma solo nel caso in cui Pyongyang intenda procedere nella “giusta direzione” della denuclearizzazione.

Il regime di Kim Jong-Un non sembra, pero’, minimamente interessato al dialogo, secondo quanto riporta un editoriale pubblicato sulla Kcna. Gli Usa sono “in grave errore” se pensano che Pyongyang possa scendere a compromessi rispetto alla linea dello sviluppo missilistico e nucleare: una posizione espressa gia’ nelle scorse settimane, ufficialmente, da un vice ministro degli Esteri nord-coreano, dopo la parata del 15 aprile a cui e’ seguito un fallito test missilistico del regime di Kim Jong-Un, il penultimo, prima di quello del 29 aprile scorso. La Cina e’ contraria all’azione militare nei confronti di Pyongyang, un’opzione che Washington non scarta, e chiede la riapertura del dialogo per risolvere pacificamente la crisi nella penisola, come affermato anche dal ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi, durante l’ultima riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, venerdi’ scorso. La posizione cinese risente, pero’, dell’opposizione allo spiegamento dello scudo anti-missile Thaad installato dagli Stati Uniti in Corea del Sud, e gia’ operativo, secondo fonti militari statunitensi e secondo il Ministero della Difesa di Seul, anche se per l’operativita’ piena del sistema occorrera’ attendere ancora. Il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang, si e’ detto favorevole a una decisione politica da parte di Stati Uniti e Corea del Nord per tornare al dialogo per la pace e la denuclearizzazione della penisola, ma ha sottolineato la contrarieta’ di Pechino al Thaad, di cui Pechino chiede lo stop “immediato”.

La Cina, ha sottolineato Geng, e’ pronta a prendere “le misure necessarie per salvaguardare i propri interessi”, una posizione gia’ espressa nei giorni scorsi dal governo cinese, che teme l’intrusione dello scudo anti-missile made in Usa nei propri sistemi di sicurezza militari. La settimana scorsa, dopo l’avvio dei lavori di installazione da parte degli Usa, il Ministero della Difesa cinese aveva sottolineato che la Cina e’ pronta a utilizzare “armi ed equipaggiamenti di nuovo tipo” di cui starebbe facendo i test operativi, per salvaguardare la pace e la stabilita’ regionale. A dichiarare la propria opposizione al Thaad non e’ solo la Cina, ma anche alcuni candidati alle prossime elezioni presidenziali in Corea del Sud, a cominciare dal favorito per la vittoria finale, Moon Jae-In, candidato per il Partito Democratico. A criticarlo sono anche gli esperti cinesi sentiti dal quotidiano Global Times, che puntano il dito sul fatto che lo scudo anti-missile non fornirebbe una copertura adeguata per Seul, ma “molto limitata”, come sottolinea il direttore del Centro di Ricerca per gli Studi sulla penisola coreana dell’Accademia di Scienze Sociali del Liaoning, la provincia cinese che confina con la Corea del Nord. “Se la Corea del Nord lanciasse un attacco contro la Corea del Sud potrebbe usare artiglieria convenzionale”, ha sottolineato Lu Chao. “Quindi l’obiettivo dello spiegamento del Thaad non e’ la salvaguardia contro la Coreadel Nord, ma spiare Cina e Russia”.

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