Un mercato che negli ultimi anni ha sofferto una forte riduzione; oggi i banchi sono solo sette (dieci il sabato, se si vogliono comprendere anche quelli a rotazione) e che non gode neanche di una grossa affluenza di pubblico.

I tecnici, senza valutare le dimensioni e la frequentazione dei clienti, si sono attaccati alla condizione di mercato senza la propria sede per sospendere le loro attività.

Il mercato, malgrado tutte le sue difficoltà, è il centro della vita del quartiere, punto di incontro e socialità di tantissime persone. Siccome molti banchi sono riforniti da produttori della campagna romana, garantiscono una buona qualità e livelli ottimi di freschezza.

La sua chiusura peggiorava sensibilmente le condizioni della quarantena che ognuno di noi vive rinchiuso in casa, perché faceva mancare al mercato, e al quartiere tutto, quella vivacità che lo caratterizzava. Certo è che non possiamo accorciare distanze tra di noi ma, almeno vederci durante il momento della spesa, salutarci da lontano, sono piccole cose che aiutano a rincuorare gli animi rendendo cosi più sopportabili questi lunghi giorni di isolamento sociale.

Disagio per noi abitanti del quartiere che veniamo privati della quotidiana socialità e disagio per, quelle famiglie che ci sono dietro ogni banco per la mancanza assoluta di reddito. Una situazione, in mezzo alla pandemia in corso e con il futuro incerto, che si prospetta assai complicata.

Questo ha portato i commercianti a pensare come ripristinarlo, con un tracciato in sicurezza per i clienti, per i cittadini e le biciclette passanti. L’hanno progettato e messo su carta col contributo del Comitato di Quartiere, presentato, modificato e ripresentato davanti gli uffici del Municipio e del Comune fino a convincere i tecnici con una disposizione dei banchi nella parte che va da via Pesaro a Via L’Aquila. Lì si sono concentrati i banchi, sei dalla parte della Serono e uno nei pressi del supermercato Sciubba chiudendo il tutto con delle transenne e un percorso segnato per terra davanti gli stessi. Entrata, uscita, guanti, un cliente per volta davanti gli esercizi. Da oggi si parte.

In un comunicato il comitato di quartiere spiega le ragioni per cui si è messo a fianco agli operatori, “…due convinzioni distinte:la prima è che muoversi all’aria aperta in spazi ampi anche nel fare la spesa salvaguardi la salute delle persone ben più delle strette corsie dei molti supermercati oltre a tutelare maggiormente i lavoratori del commercio e della logistica sottoposti a carichi di lavoro rischiosi.

La seconda attiene al vedere riconosciuta e garantita la libertà di scelta alimentare, che significa anch’essa difesa della salute, potendo continuare ad avere accesso alla raccolta dei piccoli produttori che coltivano le campagne romane secondo criteri alternativi alle logiche di produzione intensiva dell’agroindustria funzionali alla grande distribuzione”.

21 aprile 2020