Sparano a scrittrice Kuki Gallmann, ferita in Kenya

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 La scrittrice italiana naturalizzata keniota, Kuki Gallmann, e’ stata ferita a colpi di arma da fuoco nel suo ranch, a circa 300 km da Nairobi, forse da un gruppo di pastori che hanno invaso la tenuta in cerca di pascoli per salvare i loro animali dalla siccita’. La Gallmann stava pattugliando il ranch insieme al suo autista quando e’ stata raggiunta da un colpo allo stomaco. Gallman, ribattezzata da molti la ‘Karen Blixen italiana’, ha scritto, tra gli altri, il romanzo ‘Sognavo l’Africa’ (1991), da cui e’ stato tratto l’omonimo film con Kim Basinger protagonista.

Spari contro la scrittrice e attivista per l’ambiente keniota di origini italiane Kuki Gallmann, che è rimasta gravemente ferita dopo essere stata colpita nella riserva (la Laikipia Nature Conservancy) che dirige nel centro del paese. La sua autobiografia “Sognavo l’Africa” è stata adattata al cinema nel 2000. Gallman, nata in Italia 73 anni fa, colpita allo stomaco, è stata portata a Nairobi con un elicottero militare e ricoverata in ospedale. La regione in cui si trova la riserva è teatro di gravi tensioni nelle ultime settimane a causa delle ricadute della siccità sugli allevatori seminomadi che la abitano.

Secondo Paula Kahumbu, direttrice dell’organizzazione Wildlife Direct, la 73enne Kuki Gallmann è stata ferita allo stomaco. Alcuni media sostengono che a tendere l’agguato alla scrittrice ed ambientalista sarebbero stati alcuni allevatori, che avrebbero aperto il fuoco mentre lei si trovava in auto a fare il giro del suo ranch, il Laikipia Nature Conservancy. “Ufficiali della sicurezza sono riusciti a bloccare alcuni pastori, ferendoli, mentre stanno dando la caccia ad altri”, ha detto un funzionario di polizia, Ezekiel Chepkwony, citato dal giornale “Daily Nation”. In marzo, alcuni allevatori di bestiame erano stati accusati di aver appiccato un incendio che aveva distrutto un cottage di lusso oltre a vari ettari di vegetazione nel ranch della Kuki Gallmann, 400 chilometri quadrati nel Kenya nordoccidentale. Negli ultimi mesi, hanno invaso fattorie e riserve a Laikipia alla ricerca di pascoli per decine di migliaia di capi di bestiame nel Kenya in preda alla siccità. Da marzo sono rimaste uccise una decina di persone, tra cui un cittadino britannico, negli scontri tra gli allevatori ed i proprietari terrieri.

“Ce l’aspettavamo prima o poi. Kukiaveva ricevuto tante minacce perche’ lei e’ sempre stata in prima linea contro i crimini di natura, ma era sola a gestire una grande area protetta”. Lo ha detto Isabella Pratesi, direttore Conservazione Wwf Italia, in relazione al ferimento di Kuki Gallmann, da lei conosciuta personalmente. “Ha sempre avuto una grande tenacia nel lottare – ha detto Pratesi – e speriamo che anche oggi questa sua tenacia la salvi”. Kuki Gallmann, ha precisato, “e’ da sempre molto vicina al Wwf Italia, e’ stata anche consigliera. E c’e’ sempre un filo diretto tra noi e chi difende la natura” ha aggiunto Pratesi nel ricordare che “dietro alla scelta della scrittrice di difendere elefanti e rinoceronti dai bracconieri c’e’ una passione autentica e grande. La scrittrice raccontava agli amici in una sorta di bollettino quel che accadeva agli animali della savana per dare voce a chi non ce l’ha. Noi ci sentivamo impotenti davanti alla sua lotta in solitaria, dovremmo essere tutti piu’ capaci a dare una mano a chi e’ in prima linea contro il bracconaggio che in Kenya e’ ormai un tema di sicurezza che va affrontata a livello internazionale”. . “Negli ultimi dieci anni – ha poi ricordato Pratesi – nel mondo abbiamo perso piu’ di mille ranger impegnati nella lotta al bracconaggio”. Il ferimento a colpi di arma da fuoco della scrittrice italiana naturalizzata keniota non e’ ancora chiaro se sia per opera di pastori o di bracconieri, ma e’ certo, ha detto l’esperta ecologo-ambientalista, che “in quella parte dell’Africa sia gia’ emergenza siccita’, come in Brasile e in tante aree del pianeta la desertificazione avanza. Nel mondo ogni anno – ha sottolineato Pratesi – 12 milioni di ettari di terra fertile diventa deserto per i cambiamenti climatici in corso e per la distruzione degli ecosistemi. Almeno il 40% delle terre emerse del nostro Pianeta e’ minacciato dalla desertificazione e non a caso l’Onu sottolinea che il 40% dei conflitti del mondo sono dovuti a lotte per le risorse naturali. Nel caso di Kuki – conclude – colpisce anche pensare ai pastori armati e spinti a uccidere per l’acqua, ma in Africa le armi sono molto diffuse”.

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