Sta davvero arrivando il ’48! E forse un po’ di riformismo

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Filo occidentali da una parte e malpancisti dall’altra, quelli che vogliono restare nel solco della nostra storia e quelli che sanno marciare sempre e solo contro. Ma rispetto a valori basati sull’odio, occorre contrapporne altri, basati sulla solidarietà

Lo avevamo scritto un paio di mesi fa: “Qui succede un quarantotto” (https://www.pensalibero.it/qui-succede-un-quarantotto/). Il riferimento era al 1948, non agli eventi del 1848, moti e rivolte in mezza Europa che furono alla base di questo modo di dire. Ora, dopo oltre quattro mesi della sporca guerra iniziata dalla Russia contro l’Ucraina, l’Italia è sempre più spaccata in due visioni opposte del nostro Mondo: come nel 1948, come se quella che Churchill aveva definito “la cortina di ferro”, che separava “mondo libero” e “regime comunista” passasse all’interno della stessa società italiana.

La guerra di Putin sta provocando lo stesso effetto. Ma, come già avevamo scritto, “differente è, purtroppo, il clima che si respira. Ieri il paese viveva l’inizio, colmo di speranze, di una nuova era che seguiva gli anni drammatici della guerra e quelli oscuri di una lunga dittatura. Oggi, le convulsioni di una lunga decadenza, della quale è espressione visibile una classe politica che non riscuote la fiducia dei cittadini”. Non è un caso se Luigi Di Maio, nel motivare con una ragione “forte” la scissione dai 5Stelle, abbia fatto ricorso alle divergenze con Conte proprio sul tema della guerra e del sostegno all’Ucraina.

Che sarà quello delle prossime elezioni: filo occidentali da una parte e malpancisti dall’altra, quelli che vogliono restare nel solco della nostra storia e quelli che sanno marciare sempre e solo contro. Non è detto, in tale caso, che lo schieramento di centrodestra, oggi con i favori del pronostico, non possa essere sconfitto. Le parole d’ordine di Giorgia Meloni, in versione spagnola, non sono gradite da tutti in Forza Italia e nella stessa Lega non salviniana. A condizione che uno schieramento alternativo non pretenda di vivere di rendita sulla scelta occidentalista che, in passato, consentì all’Italia di trasformarsi da paese agricolo a industrializzato, di conquistare nuove libertà e diritti civili e iniziare una marcia verso la parità uomo donna: tutt’altro che conclusa, ma se si considera che avevamo il delitto d’onore ed il matrimonio riparatore, si ha la misura del percorso compiuto. Sarà necessario, per vincere, mettere in campo valori alternativi a quelli di destra estrema sfoderati dalla on. Meloni nella rivelatrice trasferta spagnola: “ sì alla famiglia naturale, no alla lobby Lgbt, sì alla identità sessuale, no alla ideologia di genere, sì alla cultura della vita, no a quella della morte». E, poi, i consueti anatemi contro immigrati, islamici, finanza internazionale, burocrati di Bruxelles, etc. Lo schieramento che si vorrà contrapporre farà bene a riscoprire i valori del riformismo, ovvero i valori utili a fare progredire le persone che si trovano in difficoltà e ad assicurare migliori condizioni di vita. Case, scuole, ospedali, come si diceva un tempo, sono di grande attualità, aggiornate nel nome e nella sostanza: si chiamano oggi housing sociale, digital divide, sanitàterritoriale. Rammentando, poi, che lo statuto dei lavoratori avrà pure degli anacronismi, ma la tutela dei lavoratori non è cosa che si può abolire.

Rispetto a valori basati sull’odio, occorrecontrapporne sempre di diversi, basati sulla solidarietà  (la parola maggiormente usata dai veri riformisti). Lo diciamo pure non ignorando che la vittoria dei buoni sentimenti, in politica, non è affatto scontata.

Nicola Cariglia

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