“Stop a terapie”. Perché è un grande Papa Francesco

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“Semplicemente un grande, Papa Francesco!”, leggo su un noto blog. E poi la notizia: “Può essere moralmente lecito lo stop a terapie. Il Papa toglie alibi alla politica sul biotestamento”. E per davvero Papa Bergoglio è un grande. Ma perché? Ha detto grandi cose, ha detto cose nuove, mai sentite prima? No. Ha detto cose ovvie, cose dette e scritte da molti mille volte. E’ un grande perché come uomo della Chiesa ha smentito tanti uomini della Chiesa e tante persone credenti e non credenti che in occasione di casi come quello di Eluana Englaro, di Piergiorgio Welby e ultimamente del piccolo Charlie, si sono pronunciati a favore delle cure artificiali protratte ad oltranza. Nell’ottobre del 2007 sull’Osservatore Romano, riguardo al caso di Eluana Englaro, si leggeva: “Sulla vita stessa, e sulla sua interruzione, nessun uomo ha alcuna signoria”. Ma non si trattava di eutanasia, bensì di “stop alle terapie”. Per il padre di Eluana ci sarebbe voluto Papa Francesco.

Nel luglio del 2008 il neopresidente della Pontificia accademia per la vita Rino Fisichella, ebbe a dichiarare: “Il coma è una forma di vita e nessuno può  permettersi di porre fine a una vita personale”. A smentire Rino Fisichella ci sarebbe voluto Papa Francesco. Sempre in quel periodo e sempre riguardo a Eluana Englaro, Baget Bozzo scriveva: “Ma chi può dire che chi vive una vita vegetativa non vuole vivere?”. Ignorando che si trattava di accanimento terapeutico. Il cardinale Ersilio Orsini: “Nessuno è padrone della propria vita e tanto meno di quella altrui”. Per l’appunto, potrebbe oggi dirgli Papa Francesco, se non siamo padroni della vita altrui perché ce ne impadroniamo e la prolunghiamo insistendo “con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona”? (tra virgolette le parole del Papa). Ma l’elenco delle persone che il Papa oggi ha smentito è lungo. Ecco perché è un grande. E forse è  un grande perché ha smentito anche se stesso. Nel luglio del 2017, alludendo chiaramente alla vicenda del piccolo Charlie Gard, dopo che la Corte Europea per i diritti umani, aveva autorizzato i medici a sospendere le terapie al bambino, il Papa dichiarò: “Difendere la vita umana, soprattutto quando é ferita dalla malattia, é un impegno d’amore che Dio affida ad ogni uomo”. Un’ovvietà, ma pronunciata in quel momento, era inopportuna.

Renato Pierri

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