Strada facendo. Viaggio tra il virus della povertà e il contagio della solidarietà

Arte, Cultura & Società

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Di Daniela Piesco .

L’ultimo libro di Bruno Menna, (Scrittore e giornalista campano)“Strada facendo. Viaggio tra il virus della povertà e il contagio della solidarietà” (Aessegrafica), disponibile nelle librerie e sugli store digitali è la  testimonianza preziosa di una Italia scossa dagli orrori del conflitto mondiale , di un contesto di devastazione post guerra e di  uno spaccato di povertà  incalcolabile e inimmaginabile . 

Riflettendo sull’evoluzione più recente delle condizioni di ricchezza, l’incursione romanzata di Menna, tra povertà e diseguaglianze, nell’’Italia nel secondo dopoguerra, si  propone  non solo di ampliare lo sguardo in una prospettiva storica, ma di fornire anche possibili spunti sugli aspetti delle rotture, delle discontinuità e delle permanenze. 

Punto di partenza è la constatazione generale della questione della povertà per una società che si autodefinisce democratica. Al di là delle dichiarazioni di principio, l’esistenza stessa del fenomeno mette in luce le contraddizioni insite nelle manifestazioni reali del sistema e finisce per interrogarne i fondamenti stessi: come giustificare infatti la disuguaglianza sostanziale in una società fondata sul principio dell’uguaglianza formale? 

Il nodo centrale diviene qui la relazione di interdipendenza che lega una società ai “suoi poveri”, che sarebbe mediata dalle forme di assistenza: ecco, allora, Il “viaggio tra il virus della povertà e il contagio della solidarietà”. 

Il 20 marzo del 1945, in piena guerra, il ministro di Grazia e Giustizia, Umberto Tupini, d’intesa con la Direzione generale degli istituti di prevenzione e pena, inviò ai primi presidenti e procuratori generali presso le Corti d’Appello, ai presidenti, procuratori e giudici di sorveglianza presso i tribunali dei minorenni, ai prefetti e ai questori del Regno, una circolare urgente, a oggetto “Delinquenza e traviamento dei minori”, invocando misure rigide e stringenti per contenere un fenomeno che aveva assunto vistose proporzioni, per il coinvolgimento di tanti di loro in azioni illegali e illecite, in particolare furti, rapine e prostituzione, favorito dalla miseria delle famiglie e dalle precarie condizioni di vita di tanta parte d’Italia. 

L’allarme provocò, nei mesi a seguire, in particolare dopo la Liberazione del 25 aprile, un forte attivismo di associazioni, partiti, sindacati, per dare accoglienza, aiuto e solidarietà ai bambini, sottraendoli al disagio e alla povertà. In questo contesto, che interessò l’intera penisola, nacque l’iniziativa del Pci e dell’Unione donne italiane di ‘accompagnare’ bambini e bambine del Sud nelle province del Nord, in particolare Emilia-Romagna, Toscana, Marche, che andavano riacquistando capacità produttiva e in grado di ospitare i piccoli, assicurando loro assistenza sanitaria, regolarità alimentare e l’inserimento in contesti familiari meno sfilacciati di quelli di provenienza.  

Nacque, di contro, anche un forte ostracismo del mondo cattolico, che non vedeva di buon occhio la possibile strumentalizzazione elettorale della sinistra. 

Il libro di Bruno Menna, in questo scenario delinea la vicenda di tre bambini partiti dal Sannio per un avvenire migliore, poi tornati nelle difficoltà della quotidianità.  

Da Benevento, i tre furetti, Rosetta, Palmina e Cosimino, poveri tra i poveri, vengono inviati con un’altra quarantina di coetanei al Nord, a Forlì, ma ben presto, rivelatisi troppo vivaci per essere “sopportati” vengono “rispediti al mittente, che ignorerà il loro ritorno. Un soggiorno, dunque, breve e tormentato, salvato solo dall’imprevedibilità del cammino di ogni essere umano.  

In appendice, frutto dell’appassionata ricerca dell’autore, due “Novelle del tempo di guerra”, la prima di Clara Sborselli, la seconda di Antonio Pastore, risultate vincitrici di un concorso dell’Enal, bandito nel 1945. 

Daniela Piesco

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