Stringiamoci a coorte

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di roberto menia

STRINGIAMOCI A COORTE – di Roberto Menia

La nostra Patria soffre, drammaticamente, più di ogni paese nel mondo, l’aggressione di un nemico invisibile e perfido, il Covid 19. Se ne vanno soprattutto i più deboli, gli anziani, quelli che sono in realtà la nostra memoria, quelli che ci hanno portato con dolcezza sulle spalle quando eravamo bambini.
Noi che ci portiamo nel cuore la pietas, che è l’eredità della nostra tradizione romana e cristiana, sappiamo cosa significhi e sappiamo anche cosa siano la solidarietà e l’aiuto reciproco.
L’Europa matrigna, che deve la sua stessa esistenza ad Atene e Roma, dopo avere affamato la Grecia, abbandona l’Italia al suo destino: anzi, i figli del ghiaccio si baloccano sui prestiti a strozzo immaginando magari di poter venire poi a saccheggiare quel che resta di un’Italia moribonda. Ma questa è una guerra, che si replica e si replicherà purtroppo in ogni parte del mondo.
Chi scherzava sull’immunità di gregge ora si trova in quarantena e tanti altri ne verranno, in ogni paese e ogni continente. Noi italiani, oggi, ci “stringiamo a coorte”, siamo tutti in prima linea e troviamo in noi stessi e nella nostra gente la forza di combattere questa guerra.
Siamo chiusi nelle nostre case e non sappiamo quando finirà né come. All’emergenza sanitaria seguirà a breve quella economica e sociale. Ferma la produzione, troppi si troveranno senza impresa e stipendio, è purtroppo realistico prevedere che per molti diverrà un problema avere i soldi per mangiare.
Questa improvvisa catastrofe ha già fatto la sua prima illustre vittima: l’illusione della globalizzazione è finita, abbiamo scoperto di non avere la capacità e l’autosufficienza neppure per produrre le mascherine che dobbiamo far arrivare dalla Cina. Ma vale per tutti, non solo per l’Italia. Torneremo a riconoscere il primato della solidarietà, della produzione e del consumo nazionale. Non vedremo più buttare sotto i cingoli dei trattori le nostre arance o i nostri pomodori per nutrirci di porcherie arrivate da chissà dove.
Chi ironizzava sul senso della Patria lo riscopre nei tricolori appesi alle finestre, anche in quell’inno cantato magari in maniera sguaiata sui balconi, ma sentendosi fratelli di un’unica Patria. Ho ricevuto tantissimi messaggi, consigli, testimonianze, da italiani di ogni parte del belpaese e di ogni parte del mondo: molti mi hanno chiesto che possono fare, di buono e utile.
E la riflessione alla fine è questa: fosse una guerra convenzionale andremmo ad arruolarci, ma oggi paradossalmente ci si chiede di stare chiusi a casa; possono arruolarsi (e dobbiamo loro eterna gratitudine) solo quelli che col camice bianco vivono in primissima linea negli ospedali e spesso muoiono per salvare la vita di tanti fratelli sconosciuti. E con loro le forze dell’ordine e armate che presidiano il paese.
Noi possiamo fare del bene con comportamenti etici e virtuosi, rispettando le regole e dando l’esempio. Donando quel che siamo in grado di donare.
La Fondazione Alleanza Nazionale, che aveva già inviato 500.000 Euro all’Ospedale di Bergamo, epicentro della tragedia del Covid 19 in Italia, ha ora deliberato di donare ulteriori 250.000 euro destinati all’acquisto di dispositivi di protezione e prevenzione del contagio che verranno consegnati alle forze dell’ordine e alle forze armate secondo le intese già con le stesse avviate.
La Fondazione AN ha in questo quadro avviato la raccolta fondi “Orgoglio Tricolore”: si può fare la propria donazione versando qualunque importo (non esistono limiti minimi o massimi) sul Conto corrente intestato alla
Fondazione Alleanza Nazionale,
iban IT06E 01005 03373 0000 0000 0959
causale: emergenza coronavirus, erogazione liberale ex art. 66 DL 17 marzo 2020 n. 18.
Fratelli d’Italia ha già impegnato tutti i suoi parlamentari e consiglieri regionali oltre ai suoi dirigenti a contribuire alla raccolta fondi “Orgoglio Tricolore”.
Ci piacerebbe anche che il nostro giornale “Prima di tutto italiani” diventasse in questi giorni una sorta di piazza virtuale in cui ci si incontriamo e ci ritroviamo dall’Italia al Canada, dalla Svizzera gli Stati Uniti, dall’Inghilterra all’Argentina, dalla Spagna all’Australia: noi da Roma vi raccontiamo le nostre giornate, voi ci aggiornate su come si vive e che accade a Bangkok o New York, a Madrid.

Roberto Menia* 
* segretario generale Ctim 

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