Suicidio del Bari a La Spezia che fa la partita ma si dimostra troppo sterile

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La Spezia – Grosso voleva alcune indicazioni da questa gara: la ricerca della continuità perduta dopo l’incoraggiante inizio stagione (doppia vittoria in Tim Cup e vittoria contro il Cesena nella prima di campionato), e il cambio di marcia in trasferta dove il Bari non vinceva da febbraio scorso, a Benevento, poi solo due miseri punti a Salerno e ad Avellino. Ed invece, ancora una volta il Bari se ne torna a casa con le pive nel sacco grazie all’impresa dello Spezia che vince una gara in inferiorità numerica e senza aver costruito un’azione degna di questo nome. Un classico per il Bari che – si sa – da sempre diventa allergico alla superiorità numerica, e di esempi ne potremmo fare mille, ma non è il caso di infierire.

Contro uno Spezia che, dopo anni di investimenti a vuoto, ha deciso di porre freno alle uscite finanziarie rimanendo più contenuti infoltendosi con dei giovani ed un mix di esperienza, ma non per questo in disarmo (tutt’altro), il Bari ha tentato di far propria la gara, dominando per grandi tratti ma in modo sterile nonostante la “batteria” invidiabile che Grosso ha a disposizione.

Grosso ha mandato in campo il collaudato 3-5-2 con Micai in porta, Gyomber, Marrone e Capradossi al centro della difesa, Tello, Basha e Busellato a centrocampo, Importa e Fiamozzi esterni di centrocampo con licenza di offendere e difendere, Brienza e Floro Flores in avanti. Nulla da fare, dunque, per Cisse’ nonostante l’ottima gara di sabato scorso, ma Grosso è così, deve gestire la rosa a disposizione, cosa non facile, soprattutto con la batteria di attaccanti a disposizione.

Venire a far punti al Picco è difficile per tutti, quei due, Granoche (che, pericolosamente, non segnava da Aprile scorso, guarda caso, proprio contro il Bari: fortuna per i biancorossi che è uscito a metà secondo tempo) e Marilungo, insieme ad altra gente di qualità come Maggiore e Walter Lopez, incute sempre un certo timore riverenziale.

Il mistero Masi, preso dal Bari a luglio per infoltire il reparto di stopper centrali, purtroppo infortunatosi a Bedollo, e poi passato allo Spezia ad agosto, rimane tutt’ora un mezzo mistero, tipico del Bari calcio.

Primo tempo tutto sommato equilibrato dove, ai punti, ha fatto chiaramente meglio il Bari, ma lo Spezia, con attenzione e grinta, con la sua tenuta difensiva, ha retto bene il confronto.

Inizia bene il Bari col solito giro palla, a volte decisivo, tante volte irritante, nella speranza di trovare qualche sfogo in seno alla difesa ligure, ma lo Spezia è bravo a chiudergli tutti i varchi. Poi è il Bari che alza il ritmo guadagnando metri su metri, pressa, ma sbatte contro il muro dello Spezia che fa dinamismo a centrocampo chiudendo tutti i varchi possibili.

Sicché, dopo diciassette minuti di giro palla, al 18′ ecco la prima occasione gol, per il Bari, con Fiamozzi che si coordina bene e tira in porta di poco fuori.

Ancora Bari al 27′ con un contropiede di Busellato per lo scatto di Floro Flores che arriva in area e crossa per Tello il quale, di prima, di fronte alla porta, tira a fil di palo non trovando la porta. Si può parlare chiaramente di occasione gol fallita. Sarà l’unica occasione del Bari in tutta la partita prima dei minuti di recupero del secondo tempo, per dovere di cronaca. Per contro, occorre dire che lo Spezia ha fatto davvero poco per meritarsi la vittoria, ma nel calcio, si sa, non v’è alcuna certezza.

Bari che ha provato ad arrivare in area spezzina, palla a terra, e forse, per mancanza di torri in avanti e con un Brienza sotto tono, non ha cercato il cross che tante volte si rileva vincente.

Secondo tempo: si riparte con i ventidue iniziali e al 4′ c’è da segnalare un tiro di Vignali con il pallone che si perde sul fondo, il primo e l’unico, anche in questo caso, giusto per precisare.

Al 5′ Micai esce fuori area col ginocchio, Maggiore colpisce il pallone con le mani e, subito dopo, mette il pallone in gol: l’arbitro naturalmente lo annulla. Segnale di allerta per il Bari.

Lo Spezia si sveglia, si mostra più propositivo, più attivo, e si rende pericoloso tanto che il Bari fa fatica a fermarlo, poi è solo Bari, sempre Bari, fortissimamente Bari, però sterile.

Al 10′ Grosso comincia a crederci nel colpaccio e allora fa uscire Tello al posto di Cisse’ ed il modulo cambia passando al 4-3-3. Gallo, per contro, cerca di porre rimedio alla mossa del suo collega di panchina facendo entrare Soleri, un attaccante, per Bolzoni combinando un 3-4-3.

Al 26′, ancora Grosso effettua una sostituzione: dentro Petriccione, fuori Brienza che, nel frattempo, aveva chiesto il cambio; sotto tono l’attaccante barese oggi al Picco.

Al 29′ la possibile svolta: l’arbitro Ros espelle Capelli per un fallo su Cisse’, già ammonito. Potrebbe essere un momento chiave del match ed invece, complice il Bari, diventa un suicidio lento.

Gallo, saggiamente, vuol mantenere il punto in inferiorità numerica e allora fa uscire Granoche per Giani, un centrocampista di quantità.

E mentre il Bari continua nella sua manovra sterile a mantenere pericolosamente il possesso palla, al 33′ ancora Gallo cerca di tutelarsi facendo entrare Acampora, un centrocampista, al posto di Marilungo.

E al 38′, ecco la puntale frittata per il Bari: Walter Lopez va in gol su respinta dopo un calcio di punizione. Bari che va in tilt e Spezia che comincia ad assaporare una vittoria assai insperata. Ma il calcio – il Bari in particolare – regala quasi sempre emozioni a chi è in difficoltà.

Al 40′ Grosso manda in campo Galano per Busellato tentando il tutto per tutto, ed infatti fino al 49′, dopo i quattro minuti di recupero, il Bari compie un assedio al Fort Apache spezzino, assedio che si traduce con una clamorosa occasione gol sbagliata da Galano al 47′ ed un fallo di braccio spezzino non visto dall’arbitro, fallo che avrebbe potuto diventare un rigore per il Bari. Macché.

Finisce la gara ed il Bari perde la partita.

Difficile esprimere giudizi oggi: il Bari non ha dato mai l’idea di essere nettamente più forte dell’avversario, ma nemmeno appena appena più forte, segno di mancanza di equilibrio se pensaimo ai due successi consecutivi ottenuti in casa. Ha fatto, sì, la partita, e su questo non ci piove, ma ha dato l’impressione di non riuscire a cercare varchi per perforare la difesa spezzina nonostante una squadra di prima scelta. Poche, in effetti, le occasioni create dal Bari per poter affermare che il Bari avrebbe meritato la vittoria, e forse pure il pareggio. Certo, la sfortuna ha dato il suo sporco contributo ai galletti, ma da una squadra con quella rosa, con Floro Flores, con Cisse’, con Galano, con un Improta in stato di grazia, con Brienza, con Basha e Marrone, senza dimenticare gli altri, è lecito aspettarsi qualcosa in più che una occasione e mezza. Superiorità numerica che grida vendetta non sfruttata a parte.

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