Taranto – Manifestazione contro la guerra non contro la Nato!

Puglia

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Ieri Taranto c’era, quella garbatezza dell’aggregazione giovanile, turbata da pandemia ed ora da questa guerra sporca.

Non cediamo al richiamo ideologico, stavolta più che mai dobbiamo superare slogans e dietrologie.

E allora diciamo subito che abbiamo a cuore il popolo ucraino offeso da questo approccio ideologico del potere russo. Non c’è altro da fare se non dare solidarietà estrema all’offeso senza se e senza ma.

Putin ha scelto la strada della Supremazia Militare contro la Egemonia Politica

 

Parlare oggi, ancora una volta di uscire dalla Nato è davvero fuori luogo. Sarebbe come dare ragione, richiedendo le stesse cose, alla prepotenza di Putin. Sono argomentazioni da Guerra Fredda.

Oggi la questione è talmente cambiata che l’azione di Putin ha portato Svezia e Finlandia a chiedere di entrare nella Nato. Esattamente un effetto contrario.

Vanno riviste nel tempo tutte le organizzazioni internazionali

Personalmente credo che alla lunga andranno riviste tutte le forme di organizzazione dei consessi internazionali. Anche l’Onu, come denuncia la Gabanelli, che senso ha? Se non può esprimere una reprimenda per i veti degli stessi interessati.

Ma adesso occorre puntare all’unico messaggio possibile, come scrivono nel cappello gli organizzatori del presidio di ieri: “Siamo cittadin3, cittadine, cittadini, organizzazioni sociali, politiche e sindacali che si riconoscono nei valori universali della pace e del disarmo. … saremo in presidio a Taranto per esprimere la nostra preoccupazione per il rischio di escalation militare in est Europa, e la nostra netta contrarietà ad ogni ipotesi di partecipazione o supporto del nostro Paese ad un conflitto armato tra Russia e Ucraina.

La sola idea che si debba tornare ad affrontare una guerra in Europa è un’autentica follia. Gli eserciti che si fronteggiano costano alla vita delle persone un prezzo enorme anche se non si arriverà alla guerra guerreggiata.

La carta costituzionale

L’art. 11 della nostra Carta Costituzionale sancisce un principio forte – “L’Italia ripudia la guerra” – che non può essere interpretato a piacimento. Il nostro Paese non ha in nessun caso l’opzione violenta come ammissibile. Siamo per la Pace sempre e non ci riconosciamo in governi e alleanze che perseguono il dominio contrapposto sul mondo. Con le guerre non c’è nessuna possibilità di risolvere i problemi di povertà e di difendere i Diritti Umani.

Non c’è la possibilità di concentrare gli sforzi contro la pandemia e per risolvere i problemi della gente. Anzi si scaricherebbe su di tutti una catastrofe umanitaria, una crisi energetica ed economica di proporzioni incontrollabili. Per questo chiediamo il massimo impegno dell’Italia a bloccare la corsa verso il conflitto armato in Ucraina.”

La questione di fondo del mondo occidentale è legata alla parola democrazia e libertà. Libertà di scrivere il proprio pensiero. Libertà di incontro e partecipazione.

Per questo dobbiamo puntare il dito contro quei regimi dittatoriali come Urss e Cina, dove il dissenso è criminalizzato.  Pensate a come è nata ed è stata gestita la pandemia in Cina, paese dove è nato il virus, per molto tempo nascosto al mondo intero.

Per questo riportiamo anche la presa di posizione di Palagiano in Comune che in comunicato, chiedendo “all’Unione Europea di assumere un’iniziativa di pace autonoma dall’oltranzismo della NATO e degli USA” ribadisce di far “nostro l’appello per un immediato cessate il fuoco e per la ripresa del negoziato che ascolti le ragioni di tutti gli attori, scongiurando una escalation dagli esiti imprevedibili. Aderiamo convintamente al movimento per la Pace, consapevoli che solo la mobilitazione dei popoli può costringere i governi a scegliere la via della pace e del disarmo.”

Detto questo la cronaca della manifestazione non può prescindere dal sottolineare la grande partecipazione. C’era anche il “sindaco” Melucci, una testimonianza non solitaria, visto i molti che gli si sono avvicinati. Anche lui reduce da una ‘guerra’ politica in Comune, ma questa è un’altra storia da raccontare.

Roberto De Giorgi

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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