Tensione al vertice sul Recovery, resta lo stallo con Italia viva 

Politica

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Tre ore e mezza di riunione non sciolgono i nodi, il Cdm slitta alla settimana prossima 

© Alessandro Serranò/AGF – Matteo Renzi

E’ durato tre ore e mezza il vertice ad alta tensione sul Recovery Fund a Palazzo Chigi: dopo aver rischiato la rottura con scambi di accuse tra Italia viva e il fronte di Pd, M5s e Leu, la riunione si è conclusa senza uno strappo ma neppure la convocazione del Cdm per il varo del piano per gli aiuti europei. Dem, Pentastellati e liberi e Uguali hanno accusato i renziani di tenere in ostaggio il Recovery. Iv ha replicato che vuole vedere il testo integrale del piano e non solo una sintesi prima del Cdm che a questo punto potrebbe essere l’occasione per la resa dei conti. Resta intanto lo scontro sull’attivazione del Mes chiesta nuovamente da Matteo Renzi e  respinta dal premier, Giuseppe Conte. E Iv dovrebbe riunire domenica i propri parlamentari per fare il punto della situazione in vista della possibile apertura della crisi.

M5s ottimista

In serata la delegazione M5s ha parlato di “significativi” passi in avanti. Conte si sarebbe avrebbe promesso di aprire il tavolo sulle priorità della legislatura dopo il Cdm, ma ha avvertito che bisogna approvare il Recovery perché un eventuale “ritardo comprometterebbe la ripresa e sarebbe incomprensibile per i cittadini”. Nei prossimi giorni si tratterà, Renzi in tv ha ammesso che sono stati fatti “passi avanti” ma la ministra Teresa Bellanova ha parlato apertamente di governo “al capolinea”. Il leader dem, Nicola Zingaretti, e Luigi Di Maio per M5s, da parte loro, hanno chiesto al premier di accelerare su un nuovo patto di legislatura.

 

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