Tracciabilità coronavirus: l’App Immuni è attiva in 4 regioni

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Fase 3 coronavirus: tabelle potenziamento servizi sanitari

“L’app Immuni per il contact tracing è  disponibile gratuitamente negli store Apple e Google. Più persone la utilizzano, più l’app può essere efficace. Puoi scaricarla qui: https://immuni.italia.it/download.html “.

“Dopo 24 ore abbiamo già avuto 500mila download significa che l’applicazione è stata apprezzata nella sua semplicità e i cittadini ne hanno capito l’utilità”. Così il ministro per l’innovazione Paola Pisano sull’utilizzo della app Immuni per il tracciamento del Coronavirus.

“Siamo tra i primi Paesi al mondo” e “il primo tra i grandi Paesi Ue” ad usare simili tecnologie. La app, ha ricordato, “è stata sviluppata nel pieno rispetto della privacy”.

Molti italiani hanno quindi deciso di scaricare la app, nonostante il fatto che al momento non sia funzionante. Immuni sarà infatti testata solo a partire dall’8 giugno e solo in 4 regioni italiane – Abruzzo, Liguria, marche e Puglia – prima di essere resa operativa su scala nazionale. 

Intanto cambiano le immagini usate per descrivere il funzionamento dell’app Immuni sul sito istituzionale dedicato all’applicazione. Ora il neonato non è più in braccio alla mamma ma al papà ed è la donna e non l’uomo che sta davanti al computer. La modifica è arrivata dopo critiche bipartisan per l’uso degli stereotipi del maschio lavoratore e la donna che resta a casa con i figli.

“L’app immuni ha due grandi limiti – afferma il presidente della regione Veneto, Luca Zaia –  il primo è che non sa dove finisce il gran bagaglio di dati, il secondo che rischia di mettere in crisi l’ossatura della sanità. L’aspetto mi inquieta, non si è detto agli addetti ai lavori cosa accadrà – spiega Zaia -. Nel momento che arriva al cittadino la segnalazioni di probabile positività con l’invito di andare dal medico di base noi non sappiamo cosa in effetti succede, di qui il rischio per l’ossatura della sanità, uno può fare a meno perché non vuole finire in quarantena o non vuole perdere il lavoro, ed ancora i medici che si trovano il cittadino che si presenta dicendo che ha ricevuto il messaggio cosa fanno. Noi che siamo la sanità come possiamo controllare quanto accade non avendo contezza di quanto c’è nei telefonini dei nostri cittadini”. “Non è irrilevante – sottolinea Zaia – perché significa focolaio, significa isolamento, significa tampone e noi non avendo gli elementi non siamo in grado di gestire perché non sappiamo nulla di ciò che accade: un grande lavoro digitale ma poco pratico per chi deve gestire la sanità”.
“Su Immuni non c’è alcuna contrapposizione di natura politica da parte della Regione Friuli Venezia Giulia ma solo una diversa valutazione sull’efficacia dell’app, che riteniamo insufficiente nel momento in cui si prevede un’adesione su base volontaria”, rileva il vicepresidente con delega alla Salute e alla Protezione civile, Riccardo Riccardi.

“Noi abbiamo ritenuto fin dall’inizio dell’epidemia che il tracciamento con app fosse una misura utile  e ci siamo immediatamente attivati, pronti anche a mettere le nostre risorse a disposizione del Paese. Se ora, come sembra, il Governo obbligherà le Regioni ad applicare Immuni in ogni territorio e non autorizzerà iniziative autonome di singole Regioni, noi ci adegueremo”. 

Da oggi tutte le persone che si spostano, si trasferiscono o fanno ingresso, in Puglia, da altre regioni o dall’estero, con mezzi di trasporto pubblici o privati devono segnalare lo spostamento, il trasferimento o l’ingresso compilando il modello di auto-segnalazione disponibile sul sito istituzionale della Regione Puglia. Lo dispone l’ordinanza n.245 emanata ieri sera dal presidente, Michele Emiliano. Le persone dovranno dichiarare  il luogo di provenienza ed il comune in cui soggiornano, conservare per un periodo di trenta giorni l’elenco dei luoghi visitati e delle persone incontrate durante il soggiorno. In pieno spirito di collaborazione, e’ consigliato di scaricare l’app “Immuni”. E’ esclusa l’applicabilita’ della nuova ordinanza agli spostamenti per esigenze lavorative, per motivi di salute, per ragioni di assoluta urgenza, nonche’ al transito e trasporto merci e a tutta la filiera produttiva da e per la Puglia.

Il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, afferma: “noi ci siamo fatti avanti e siamo molto convinti del valore di questa app, che protegge la privacy delle persone ma le informa dei contatti che hanno avuto con delle persone potenzialmente positive. Questo e’ molto importante in questa fase e ci aiuta nel cercare gli ultimi positivi.

L’obiettivo e’ raggiungere quel numero necessario perche’ l’app funzioni: l’unico dato che abbiamo sono i contatti sulla pagina della Regione, 15.000, con molti che scrivevano ‘fatto”.

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