Tredici arresti per tangenti sulla metropolitana, a Milano l’eco di ‘Mani pulite’

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L’inchiesta riguarda 8 appalti per un valore di 150 milioni di euro, e si incrocia con le indagini su una serie di incidenti avvenuti nella Metro milanese. Indagate 30 persone e 8 società. 

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© Nicola Marfisi / AGF – La metropolitana di Milano

AGI – Un ‘terremoto’ scuote l’Atm, l’azienda dei trasporti pubblici milanesi, per gli appalti della metropolitana: la Guardia di Finanza, su richiesta del Gip Lorenza Pasquinelli ha eseguito 13 arresti (12 in carcere e uno ai domiciliari) tra dirigenti dell’azienda e manager di società private, accusati di corruzione propria, turbativa d’asta, peculato, abuso d’ufficio e falsi in atti pubblici.

Indagate 30 persone e 8 società

Trenta le persone fisiche indagate e 8 le società, per 8 gare dell’importo complessivo di oltre 150 milioni di euro. L’indagine, effettuata anche tramite intercettazioni che avrebbero fatto emergere “importanti elementi di colpevolezza”, ha riguardato appalti da ottobre 2018 a luglio 2019. In questo arco temporale “sono state registrate promesse in denaro pari a 125mila euro oltre a diverse utilità quali prestazioni di servizi e benefit vari“. Le utilità più significative, sottolineano ancora gli inquirenti, “sono state rappresentate dall’acquisizione di rilevanti sub appalti di lavori pubblici nella Metropolitana Milanese”.

Perquisizioni sono state disposte in diverse città d’Italia, da Milano,  a Savona, a Bologna, Firenze, Napoli e Pescara. Secondo gli investigatori, vi sarebbero stati “decine di episodi corruttivi e di turbativa d’asta maturati in particolare nel settore degli appalti per l’innovazione e la manutenzione” e che avrebbero coinvolto esponenti di aziende private quali Siemens Mobility, Alstom Ferroviaria, Engineering Informatica. 

Notizie rubate e promesse di denaro: così pilotavano gli appalti

“Le indagini – dicono ancora gli investigatori – hanno accertato l’esistenza di un sistema di metodica alterazione di gare ad evidenza pubblica indette da Atm”. Sistema il cui principale artefice, sempre secondo l’accusa, sarebbe stato Paolo Bellini, responsabile dell’Unità Amministrativa Complessa sugli Impianti di Segnalamento e Automazione delle linee della metropolitana. Intorno a lui “ed alle società Ivm e Mad System occultamente create e dirette dal funzionario infedele”, si sarebbe sviluppata una vera e propria associazione a delinquere. Bellini avrebbe anche pilotato alcune procedure d’assunzione “favorendo soggetti privi delle necessarie professionalità e competenze, ma legati alle imprese che lo remuneravano illecitamente”. 

Secondo quanto ricostruito nell’ordinanza di custodia cautelare, “il metodo seguito dall’associazione per delinquere consisteva nell’offrire alle imprese interessate a partecipare alle gare d’appalto, la consulenza del pubblico ufficiale“, sotto forma di fornitura di materiale e informazioni privilegiate, “trafugate dalla stazione appaltante” o garantendo la possibilità di “sopralluoghi riservati e perfino la supervisione e correzione delle bozze di offerta, sino all’indicazione precisa delle percentuali di ribasso da offrire ad Atm al fine di prevalere sulle imprese concorrenti”. Il tutto in cambio di promesse di denaro, proporzionale al valore dell’appalto e versato mensilmente.

L’eco di ‘Mani pulite’

Una sorta di ‘remake’ di quanto avvenuto nel 1992 agli esordi dell’inchiesta di ‘tangentopoli’. Proprio le indagini sulle tangenti all’Atm e alla metropolitana furono infatti una delle prime condotte dal pool di ‘Mani pulite’.

L’inchiesta si incrocia inoltre anche con gli accertamenti su una serie di incidenti avvenuti sulla linea 1 della Metropolitana Milanese, quelli sulle ‘frenate brusche’ che hanno provocato negli ultimi mesi alcuni feriti. “Sono stati raccolti – scrivono gli investigatori – elementi relativi ad un ulteriore e più risalente episodio di corruzione, avvenuto nel 2006 per l’assegnazione dell’appalto relativo al sistema di segnalamento della linea Metropolitana M1, nel cui contesto sono emerse le recenti criticità (frenate brusche d’emergenza) che hanno investito la linea rossa”. 

 

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