Tris del Bari in terra federiciana. Bentornati D’Errico e Antenucci

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Ad Andria il Bari trovava un campo normale, in erba, non il sintetico, nella vivida speranza di aver fatto tesoro delle due sconfitte così da entrare in campo con convinzione, con la giusta carica perché è sempre difficile incontrare le squadre, tutte, di ogni ordine e grado. Ma oggi la Fidelis, ad onor del vero, non ha mai impensierito il Bari. Merito del Bari o demerito dell’Andria? La verità, come sempre, sta nel mezzo: troppo scarsa, almeno oggi, la Fidelis, troppo forte, oggi, il Bari.

La squadra biancorossa, tra l’altro, con il nitido profumo rosa nero sulle narici, era chiamata a provare a dare continuità alla vittoria acciuffata con troppa sofferenza contro la Vibonese, nonché di provare a dirigere l’orchestra del gioco, evitando di concedere campo, spazi e gioco agli avversari, se non l’indispensabile e, naturalmente, provando a vincere la gara dopo le due battute d’arresto consecutive fuori casa, cercando di dimostrare una timida guarigione, ma anche che era la squadra da battere nonostante qualche passo falso. Ma oggi le cose sono andate fin troppo bene per parlare di guarigione completa. Diciamo che forse è cosa buona e giusta aspettare gli esiti del trittico Avellino-Taranto-Palermo per trarre un primo bilancio.

Il Bari ha cominciato forte premendo sull’acceleratore dimostrando di voler dettare il ritmo gara.

Ci ha provato D’Errico dalla distanza nel primo vero tentativo ma il suo tiro ha sfiorato il palo. Un primo tempo dominato dal Bari che ha dimostrato di essere superiore, che ha dominato l’Andria in lungo ed in largo dando una logica ai 18 punti di distacco, e che ha sempre dettato il ritmo gara mantenendo quasi sempre il possesso palla senza particolari sbavature, con i due cecchini davanti che hanno colpito senza pietà, Antenucci su rigore e Paponi raccogliendo un cross dello stesso Antenucci dimostrando che quando viene chiamato risponde sempre di si come spesso è accaduto con le scelte dell’allenatore.

Poi il Bari è andato vicino al terzo gol con un tiro di Botta da fuori area ma il pallone ha colpito la parte alta della traversa. Insomma un primo tempo decisamente in gran spolvero per i biancorossi che non hanno praticamente mai subito opportunità andriesi tranne che con Casoli che di testa, su un corner, non ha trovato lo specchio della porta. Una Fidelis Andria decisamente impalpabile che, stranamente, non si è impegnata al 200% come sarebbe stato normale.

I federiciani hanno iniziato in modo più aggressivo il secondo tempo col Bari che si è reso comunque sempre pericoloso ogni qualvolta si è affacciato nella loro area.

I ritmi son sembrati molto più blandi con la Fidelis che ha provato a scuotersi tra gli spazi cercando di mettere in difficoltà la difesa biancorossa, ma i risultati sono stati assolutamente inutili ed inefficaci, troppo forti Terranova & C. là dietro per impensierire Di Piazza.

Su un contropiede Botta prima e D’Errico poi non sono riusciti a far gol dopo un’azione convulsa e troppo elaborata quando si poteva, forse, concluderla prima.

E su un ennesimo contropiede di D’Errico, oggi particolarmente ispirato, Antenucci ha siglato il terzo gol chiudendo, di fatto, la partita.

La gara ha continuato fino alla fine con lo stesso refrain, ovvero col Bari a giganteggiare e la Fidelis ad arrancare in difesa.

Il Bari ha dimostrato di scrollarsi di dosso il fiato degli altri. Gli inserimenti vincenti di Paponi e di D’Errico hanno dato linfa alla squadra, e sin dal primo minuto si è visto un Bari che aveva voglia di giocare e di vincere. Certo, l’avversario si è dimostrato davvero scarso, troppo debole la squadra federiciana per poter impensierire il Bari. Si pensi che al di là di un colpo di testa nel primo tempo, gli andriesi non hanno mai tirato in porta. Incredibile ma è così.

Un Bari che sembra tornato quello di prima. Già, sembra è il verbo adatto. Bentornato, dunque, Bari e soprattutto ben tornato Mirco Antenucci che ha dimostrato, oggi, di essere il leader indiscusso della squadra, di ricambiare la fiducia di Mignani e di essere entrato, di fatto, nei meccanismi delle idee tattiche dello stesso allenatore diventando una pedina imprescindibile dello scacchiere con tanti saluti ai tifosi che lo hanno criticato.

Il Bari si era un po’ smarrito prima che tornasse l’attaccante di Termoli – che tocca quota sei gol – tutti dicevano che mancava il goleador, ed invece eccolo di nuovo a portare in alto il vessillo biancorosso.

Mai scontate le formazioni di Mignani che ci sorprende sempre con le sue mosse vincenti.

D’Errico quando gioca è straordinario. Oggi stava andando in porta col pallone. Senza di lui abbiamo visto un centrocampo un po’ piatto, oggi no, oggi il reparto ha girato a mille con i suoi protagonisti. Bentornato anche a lui. C’è bisogno anche, e soprattutto, di D’Errico in questo Bari. L’ex Monza deve trovare una giusta condizione, la consapevolezza di essere un giocatore importante, deve essere sempre stimolato, deve sentire la grande fiducia attorno a lui altrimenti rende poco, lui è un giocatore troppo importante per la squadra.

Paponi ha fatto un lavoro straordinario, ha preso botte e ha creato spazio ad Antenucci e ha fatto persino gol. Se questo è il Paponi standard Mignani ha fatto un terno al lotto in attacco.

Non è un campionato livellato verso l’alto, e nemmeno paragonabile ai due precedenti. Gli uomini di qualità per continuare nel percorso Mignani ce li ha, sta a lui tessere la matassa giusta.

Massimo Longo

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