Trump dica agli uragani chesono una invenzione degli ambientalisti

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Trump dica agli uragani che i cambiamenti climatici sono una invenzione degli ambientalisti

L’uragano Irma ha portato morte e distruzione nei Caraibi, ha devastato Florida e Georgia ed è arrivato dopo altri disastri climatici, che ormai si succedono a intervalli sempre più brevi e con conseguenze sempre più tragiche. Un pensiero va anche alla tragedia di Livorno, che non ha risparmiato morti e danni. Eppure, una volta preso atto dei morti in tv, la stragrande maggioranza della gente torna a chinare il capo su quanto stava facendo un secondo prima, scacciando il pensiero…

Tutto quello che facciamo contro la natura, lo facciamo contro noi stessi, ma c’è chi questo concetto proprio non vuole farselo entrare in testa. Un personaggio da operetta è stato eletto presidente degli Stati Uniti e una delle tante follie proferite da questo signore è che l’effetto serra è una invenzione degli ambientalisti e i cambiamenti climatici non esistono.

Lo vada a dire agli uragani che quasi come contrappasso stanno devastando la sua America e lui, con tanto di ridicolo cappellino da baseball, visita i luoghi spazzati da una violenza inaudita. Che non ci sia nessuno che con la casa rasa al suolo lo cacci a pedate, visto che anche la sua suicida politica contro l’ambiente è causa di queste catastrofi, dà il senso di come il popolo americano sia ostaggio di una propaganda per la quale basta essere un personaggio ricco sfondato che ha visibilità e automaticamente si possono dire le bestialità più incredibili e si viene anche creduti, addirittura eletti presidenti del paese.

Ne sappiamo purtroppo qualcosa anche noi avendo vissuto la tragica lunga stagione di Berlusconi. Intendiamoci, non che le amministrazioni americane precedenti avessero fatto niente di meglio ma almeno non erano arrivate ad essere così spudorate da negare l’evidenza dei cambiamenti climatici determinati dalle attività umane, ormai confermata da praticamente qualsiasi settore scientifico non prezzolato dalle multinazionali petrolifere. Addirittura la cinematografia aveva avvertito dei pericoli con un film premonitore già nel 2004: The day after tomorrow dove, guarda caso, si immaginava una serie di uragani che colpivano gli Stati Uniti a seguito dei cambiamenti climatici ormai fuori controllo, esattamente quello che sta succedendo adesso e ogni anno sono di violenza maggiore. E immaginiamo i salti di gioia che staranno facendo i vari fan della crescita dato che più distruzione c’è e più il PIL aumenta, tanto per rendersi ancora una volta conto di quanto sia delirante questo parametro di misura.

L’uomo continua a sfidare la natura, continua a credersi superiore, onnipotente, senza rendersi conto che è solo un minuscolo granello di sabbia di fronte alla immensa sacralità e forza della natura. E in questa situazione abbiamo pure il coraggio di dire che il clima è impazzito quando siamo stati noi a renderlo così estremo e distruttivo. Chissà, quando gli uragani in America saranno decine, ci saranno ecatombi, quando qualcuno di questi uragani si porterà via una centrale nucleare, altra follia criminale dell’uomo, forse solo allora l’americano medio tra un hamburger e l’altro, si farà qualche domanda, peccato che sarà troppo tardi. Povero Trump, povera America, povera umanità impazzita.

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