Trump e Putin insieme contro l’Europa.

Adriana Castagnoli, Storica economista, editorialista del Sole 24 Ore, esperta in relazioni USA-EU, osserva ed analizza le mosse dei due leader per colpire ed indebolire l’Unione Europea.

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Le conferme di quanto pensavi, che spesso hai scritto, o piuttosto solo accennato timidamente, considerato che il tuo pensiero sarebbe apparso ai più come dietrologia complottista e null’altro, fanno piacere, soprattutto quando l’autore, nel caso di specie l’Autrice, è la prestigiosissima editorialista del Sole 24 Ore Adriana Castagnoli, considerata la massima esperta mondiale dei rapporti Usa -Europa .

Certo è che, plateale e per nulla, diplomaticamente mascherato, è stato l’incitamento di Trump a Boris Jonshon a portare avanti la brexit, nonostante i danni evidenti per tanti inglesi, sia a livello individuale che di aziende. Trump ha mostrato al leader inglese, come un miraggio nel deserto, mirabili vantaggi economici per l’Inghilterra (ed il governo conservatore da lui guidato) da parte degli Stati Uniti, che avrebbero mostrato subito, ad uscita dell’Inghilterra dall’Europa senza accordo, la loro gratitudine. Gli accordi commerciali tra Gran Bretagna e Stati Uniti avrebbero raggiunto il firmamento. 

Dall’altro lato del pianeta c’è un Vladimir Putin, sempre più determinato non solo a consolidare il proprio potere illimitato all’interno della Russia, ma anche e principalmente il potere e l’egemonia della Russia, a cominciare dai paesi baltici e non solo. Certo, il suo disegno incontra anche qualche ostacolo internazionale: l’annessione alla Russia della penisola di Crimea, col referendum bulgaro del 2014, non è stata senza conseguenze dannose. Ancor oggi sono in vigore le sanzioni economiche nei confronti della Russia, proprio a causa di questa vicenda. Sanzioni che trovano la contrarietà incrociata di Trump da un lato  e dei sovranisti europei, a cominciare dal nostro Salvini, dall’altro. E se ancora non sappiamo se la delegazione leghista guidata da Savoini concluse o meno l’accordo sul petrolio che avrebbe potuto portare nelle casse della Lega una tangente da 65milioni di euro, sappiamo per certo, avendolo dichiarato espressamente il Savoini, in quella occasione, ma non solo, che Salvini era fermamente intenzionato a rivoluzionare l’Europa che doveva divenire il primo alleato, in un regime di quasi sudditanza, della Russia. Di li discendeva l’utilità per i russi di finanziare la campagna elettorale della Lega, proclamatasi più che alleato fedele e genuflesso.

E’ chiaro, dunque, che pur utilizzando alleati differenti e diversificati, ma con metodi simili, che si riducono alla promessa di vantaggi commerciali, anche in campo energetico, l’interesse che accomuna Trump e Putin e quello di ridimensionare e tenere a freno la crescita del potere dell’Europa, che se riuscisse a portare avanti l’Unione politica in poco tempo diverrebbe la maggiore potenza mondiale. Affermazione che faccio senza timore di smentite di sorta in nessun campo.

Trump per la vecchia, eterna convinzione americana, che gli Usa sono stati investiti dell’essere lo sceriffo del mondo in quanto dotati della maggiore forza militare, Putin per l’eterna convinzione russa che il loro Paese, la Santa madre Russia è per investitura della storia destinata ad egemonizzare i paesi balcanici, per riconquistare poi l’egemonia sui paesi dell’ex patto di Varsavia. Entrambi ovviamente vedono nella crescita dell’Unione Europea e nella nascita di un’Europa dei popoli  o Europa politica il più grosso ostacolo al loro spartirsi al meglio l’egemonia mondiale, già, peraltro,  contrastata dalla Cina e che rischia di trovare altri nuovi ostacoli nell’India e nel Brasile, che sia pure con qualche battuta di arresto, mostrano da alcuni anni una potenzialità di crescita che desta preoccupazione in chi vuole che lo status quo non muti assolutamente. E per ottenere ciò i due compari sono pronti a tutto, come la storia recente sta dimostrando. Collodi docet: chissà perchè immagino un’Europa Pinocchio da un lato e Trump e Putin, nelle vesti del Gatto e la Volpe, dall’altro. Peccato che la Fata turchina nella realtà quotidiana non si appalesa, servirebbe.

Gianvito Pugliese -caporedattore centrale.

 

 

 

 

 

 

 

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