Trump,Biden,le tv americane e il nostro modesto pensalibero

Attualità & Cronaca

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Ricordando quando fummo accusati di essere a favore della censura per avere elogiato le TV americane che avevano precisato che le accuse sui brogli non erano provate.

Nicola Cariglia | 14 Dicembre 2020

Con il rigetto da parte della Corte suprema degli Stati Uniti del ricorso del Texas per invalidare i risultati elettorali nei quattro Stati chiave che hanno dato la vittoria a Biden, si conclude definitivamente il lungo braccio di ferro sui risultati delle elezioni presidenziali americane. Nessun dubbio, ormai, sulla vittoria di Biden e, quindi, sulla sconfitta del presidente uscente, Trump. Si ricorderà, che proprio questa disputa sui “brogli” elettorali aveva generato qualche polemica anche da parte di non pochi sostenitori delle tesi “brogliste” di Trump che avevano preso di mira un editoriale pubblicato su Pensalibero. Nell’editoriale, avevamo fatto qualche considerazione circa l’atteggiamento delle TV americane che avevano commentato in diretta le accuse dei presunti brogli che Trump continuava a lanciare in ogni intervento  durante la lunga e appassionante notte degli scrutini. Molte emittenti avvertivano gli spettatori, attraverso scritte che scorrevano mentre il presidente parlava, che non c’era alcuna prova di questi brogli; altre, addirittura, avevano “abbuiato” Trump che continuava senza tregua con le sue accuse. A noi era parso che le TV, in questo modo, avevano dato una grande prova di indipendenza dal potere e di rispetto degli spettatori, ai quali non poteva essere taciuto che le accuse, al momento, non erano provate. Ci eravamo anche chiesti se in Italia potesse mai accadere una cosa del genere.  Per questa nostra posizione fummo accusati di essere a favore della censura. Ora, dopo la fine di questa storia, siamo ancora più convinti che il comportamento delle TV americane fu ineccepibile. Le accuse di Trump non furono censurate; ma i giornalisti non rinunciarono a svolgere il dovere di garantire una informazione completa, non monca.  Non di censura si trattò, ma di informazione completa, cioè corretta. Cioè di giornalisti che si comportarono da giornalisti.

( n.c.)

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