L’accordo riguarda soprattutto le dogane , per il cui funzionamento Londra dispiegherà 1100 funzionari in più sia per il transito delle merci che delle persone. Quanto agli gli scambi di studio e la ricerca , futuro incerto per il programma Erasmus e per il programma di ricerca Horizon. In sostanza, dall’anno prossimo gli studenti UE dovranno chiedere il visto e le rette universitarie che dovranno pagare raddoppieranno , anche fino a 30 mila euro l’anno. Per i giovani europei che sono già in Gran Bretagna al 31 dicembre non cambia nulla.
Quanto all’immigrazione, dal 1° gennaio chi arriva per lavoro dovrà avere un visto, che potrà ottenere solo con un’offerta di lavoro e un salario di almeno 28 mila euro circa. Agevolazioni, invece, a chi ha un dottorato di ricerca, in particolare se in materie scientifiche, mentre più difficile sarà ottenere posti di lavoro come camerieri o commessi. I turisti, invece, non avranno bisogno di visto, tuttavia sarà necessario il passaporto e il soggiorno non potrà superare i tre mesi.
In campo economico, l’accordo non copre il settore finanziario, ma, come è noto da tempo, le aziende della City sono già corse ai ripari, spostando personale e attività in altri Paesi europei. Infine , per l’interscambio economico con l’Italia, quest’anno la pandemia ha visto i volumi contrarsi di circa il 20 per cento. Si prevede , tuttavia, che il 2020 si chiuderà con un interscambio di circa 25 miliardi. Gli altri dettagli del piano di Brexit, poi, si conosceranno nei prossimi giorni.