Un Bari convalescente torna alla vittoria

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Riprendere a giocare dopo le ultime figuracce non era facile. Carrera, in settimana, ha lavorato sulla testa dei calciatori cercando di svuotarla da ogni tossina per trovare motivazioni, l’atteggiamento giusto, forza, cattiveria, volontà e convinzione dei propri mezzi in chiave playoff, tutti elementi che sembravano smarriti e che, anche oggi, non sono mancati nonostante la vittoria.

Il Bari, sebbene privo di sette titolari (purtroppo quest’anno è così) aveva l’obbligo di provarci, di credere ancora in una piazzamento prestigioso dei playoff cominciando con l’ottimizzare quest’altra opportunità offerta dal calendario, decisamente alla sua portata, sperando soprattutto di porre un argine a questa dolorosa deriva.

La Paganese era l’avversaria che, come per tutte le squadre che incontrano il Bari, è scesa in campo sicuramente non per fare la comparsa, né per fare la vittima predestinata, giocando ed impegnandosi oltre il massimo, alla ricerca di punti salvezza: non ha preso punti, è vero, ma ha giocato a viso aperto procurandosi tre nitide occasioni per segnare.

Con Maita squalificato, altri cinque infortunati e con Cianci non al meglio, a sorpresa, Carrera, nel solito 4-2-3-1, ha messo in campo il giovanissimo Mercurio in attacco col solo Antenucci come terminale d’attacco, il suddetto giovane alle sue spalle, mentre Marras e Rolando sugli esterni, Bianco e De Risio a centrocampo, Semenzato, Minelli, Di Cesare e Perrotta in difesa con, ovviamente, Frattali in porta.

Senza la solita cattiveria, con l’avversario modesto che ha offerto diversi assist per passare in vantaggio, il Bari non è partito male, anzi, ha pigiato sull’acceleratore, guarda caso, proprio con Mercurio che, servito da Antenucci, ha tirato sicuro verso la porta, ma Baiocco gli ha negato la gioia del gol. Poi le solite pause irritanti dove si è vista la evidente convalescenza fino al 20′ quando, su una opportunità in area campana, sulla ribattuta del pallone si è avventato Bianco che da fuori area ha calibrato un tiro che si è infilato in porta portando il Bari in vantaggio.

Una reazione della Paganese si è vista con Guadagni che trovatosi solo davanti a Frattali, ha tirato fuori di poco. Mercurio, ancora acerbo, sembra aver interpretato bene il ruolo di trequartista, ruolo effettivamente mancante nel Bari e che, spesso e volentieri, lo ha impersonato con poca fortuna Antenucci.

Il gol è sicuramente un episodio positivo ottenuto con un centrocampista, una cosa rara visto che fino adesso ha segnato solo Maita, un gol che, però, non doveva far cullare i biancorossi perché consociamo il Bari coi suoi (pochi) lampi e suoi suoi (tanti) buchi neri, tanto è vero che la Paganese ci ha provato più volte soprattutto con quella opportunità clamorosa per pareggiare per la quale occorreva mantenere alta la guarda nel secondo tempo.

La seconda parte della gara è iniziata con D’Ursi al posto di Rolando. Subito il destro di Antenucci, su una buona incursione di Bianco, dal limite, fuori di poco.

La Paganese è partita con un buon piglio ma è D’Ursi che, su un assist preciso di Marras, ha raddoppiato tirando in porta di prima, senza pensarci, col pallone che si è infilato sotto la traversa.

Il Bari, tanto per non smentirsi, si è complicato la vita con i soliti errori, stavolta di Marras, che ha perduto la palla servendo Raffini che per poco non ha dimezzato lo svantaggio.

Ancora D’Ursi ha sbagliato un altro gol con un tiro a giro sul quale il portiere ha deviato in corner.

Il Bari ha tremato, naturalmente, perché altrimenti non sarebbe stato lui, la Paganese ha provato a spingere per cercare di riaprire la gara andando vicinissima al gol con Mendicino che ha preso il palo.

Finisce così la gara col Bari che torna alla vittoria tra le mura amiche, unica consolazione, oggettivamente importante. Bari, dunque, convalescente ma con tre punti in più.

Oggi bisognava vincere e basta anche se lo ha fatto con una prestazione così così. Al di là della gara non convincente del tutto, lasciano l’amaro in bocca quelle ammonizioni ingenue che mettono in difficoltà la squadra, ammonizioni per le quali occorre intervenire perché son diventate di una gravità unica. Già la squadra ha i giocatori contati, altri, poi, fanno di tutto per metterla a terra definitivamente, e così non si può andare avanti. Occorre gestire i momenti e le situazioni quando si vince, Marras su tutti che è quello che si lascia ammonire spesso nei momenti meno opportuni per qualche parola fuori luogo, e così non si può e non si deve fare.

Per il resto si è visto un Bari solo a sprazzi, con le solite amnesie qua e là in campo, al cospetto di una modesta Paganese che, non dimentichiamo, ha avuto tre palle gol nitide, e questo deve lasciar riflettere.

Belli i gol, non c’è che dire, che hanno messo al sicuro il risultato, poi una bella prestazione di Bianco e di Mercurio, il secondo barese di squadra, un ragazzo che si è mosso bene con maturità e personalità, e che ha dato dimostrazione che si può contare anche su di lui a partire dalla prossima gara quando Cianci non ci sarà per squalifica.

La gara di oggi ha detto che per puntare al secondo posto, come dice Carrera, occorre intanto vincerle tutte compresa la gara di Avellino, e poi occorre cambiare pelle, cosa più difficile, al limite si deve provare ad arrivare almeno terzi perché per arrivare secondi è necessario fare una fine di campionato alla grande che, alla luce di queste ultime prestazioni, compresa quella di oggi, appare di complicata attuazione.

Al momento questa è una squadra sui cui non si può fare affidamento, oggettivamente, perché se affermiamo che con una squadra come questa di oggi, con quelle ammonizioni stupide, con le amnesie, con gli errori e la poca cattiveria, si può ambire al secondo posto, prenderemmo in giro la tifoseria. Occorre essere realisti. Una vittoria che aiuta, vero, ma per puntare più in alto occorre ben altro. Meglio concentrarsi sul terzo posto. Per adesso.

Massimo Longo

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