Un Bari insaziabile mette a tacere l’Avellino e i suoi provocatori

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Oggi doveva essere una giornata di festa, una giornata dove a prevalere doveva essere la gioia e la felicità, ma doveva essere anche la giornata di una vittoria che avrebbe ratificato la promozione in B, peraltro contro una squadra ultimamente ostile a causa sia dell’antica rivalità sia a causa di qualche personaggio irpino che da tempo non fa altro che provocare i baresi i quali, purtroppo, piuttosto di lasciarsi scivolare tutto, sono caduti nella provocazione scaturendo così una rivalità di alto livello, del resto come diciamo sempre la tifoseria dovrebbe guardare ad altre tifoserie, non a queste provinciali che nel calcio hanno contato poco o nulla. Insomma “de minimis non curat praetor”, ma temiamo che questo celebre motto sia un esercizio duro da comprendere da certa tifoseria barese che raccoglie colpevolmente troppo spesso le provocazioni altrui.

E pensare chissà cosa ne sarebbe stato, oggi al San Nicola, se tra Bari e Avellino ci fosse stata una differenza punti ancora vivida e capace di riprendere i baresi soprattutto dopo l’esclusione del Catania. Ma il Bari è sempre stato in una botte di ferro.

Il Bari doveva metterci orgoglio e professionalità per onorare il campionato perché giocare a ritmi bassi e blandi avrebbe potuto irritare la tifoseria che mai come oggi ci teneva alla vittoria.

Mignani manda in campo una formazione diversa dal solito e la cosa era anche prevedibile: Frattali in porta, Belli e Ricci terzini, Terranova e Di Cesare centrali di difesa, Maita, Maiello e Scavone a centrocampo, Mallamo dietro le punte Antenucci e Simeri.

Primo tempo da tutti in piedi, signori, ed applausi senza sosta per questo Bari che ha giocato in modo eccellente, con aggressività, mettendo in campo la voglia di vincere la gara nonostante il possibile appagamento dovuto alla promozione, un Bari davvero bello e travolgente forse mai visto fino adesso. Le gambe sono andate a mille, Maita superstar e Maiello davvero un ingegnere in mezzo al campo, si è attaccato senza tregua, nel mezzo il gran gol di Maita al 40′ che ha fatto letteralmente scoppiare lo stadio complice anche il trenino fatto dai giocatori che ha rievocato vecchie emozioni, un gol pressoché simile a quello mitico di De Vezze a Modena ai tempi di Conte.

Si riparte col secondo tempo senza Maita che era stato ammonito, dunque, per evitare spiacevoli sorprese Mignani lo ha sostituito con Bianco.

L’Avellino comincia a fare la partita, l’atteggiamento degli irpini cambia rispetto al primo tempo, la mancanza di Maita forse si fa sentire in quanto il centrocampo non gira e si fa fatica, si subisce il gioco avversario e con esso il ritmo dell’Avellino. Il Bari perde un po’ le misure e si vede.

Occorre mantenere i nervi saldi e ritrovare le giuste misure e le geometrie che comunque il Bari fa fatica a ritrovare.

Spazio a chi ha giocato meno, dentro Misuraca e Citro fuori Antenucci e Scavone. Il Bari prova ad alzare il baricentro ma è sempre l’Avellino a fare la partita tanto che gli irpini vanno vicinissimi al gol ma Frattali ci mette la proverbiale pezza.

Dentro anche D’Errico al posto di Mallamo ed il Bari tiene botta in difesa ma si soffre.

Strepitoso Frattali ancora una volta che leva la palla dai piedi di un attaccante irpino, poteva essere il pareggio. C’è spazio anche per Cheddira che entra al posto di Simeri.

Ci prova Citro da metà campo col portiere fuori area ma il pallone esce fuori, sarebbe venuto giù lo stadio se fosse entrata.

Gran partita quella di Ricci che al di là di due tunnel ai danni di due giocatori, è davvero una freccia sul suo lato.

Si soffre, si diceva, ed è ancora Frattali a compiere un altro miracolo su Kanoutè deviando d’istinto un tiro pericoloso con l’attaccante davanti a lui.

Ma alla fine stringendo i denti il Bari vince la gara e al diavolo gli avellinesi, i barisani e i loro obiettivi.

Grande partita quella dei biancorossi nonostante le sofferenza, siamo orgogliosi di questa squadra che ci ha rappresentato con lo spirito di una grande che ha battuto un avversario storico, ma siamo noi a festeggiare e gli altri a piangere, bene così, ben gli sta, verrebbe da dire.

Il calcio si manifesta con lo spirito, con la testa e con le gambe non con gli insulti e le parole, ché questa lezione sia da monito agli avversari che non hanno fatto altro che metterla sulla provocazione.

Un Bari non sazio di vittorie che non ha risentito del distrazioni dei festeggiamenti, è sceso in campo per vincere e ha portato a casa la vittoria.

Questa squadra non ha regalato nulla all’avversario, e l’argomento che tiene banco oggi è il trenino inscenato dopo il gol strepitoso di Maita che premia il miglior giocatore del Bari di questo campionato. I ragazzi hanno dimostrato di far parte della squadra più forte del campionato legandosi al dito certe parole provenienti da Avellino secondo cui il Bari sarebbe stato favorito da sviste arbitrali, ma loro hanno risposto alla grande.

Abbiamo vissuto un’altra giornata straordinaria con lo stadio pieno che ci auguriamo in B si confermi, e che l’entusiasmo sia trainante l’anno prossimo.

Una partita di alto livello quella di oggi venuta fuori come doveva, non ci poteva essere spettacolo, dopo tutte le polemiche, è stata semplicemente una partita molto ben giocata dal Bari, l’Avellino ha dimostrato di essere una squadra da playoff, nulla più, e diciamocelo, quando c’è tensione in campo la gara diventa pure gradevole, crea un’atmosfera particolare, coi giocatori che ci tengono a vincere, quando ci sono questi ingredienti vuol dire che ci si tiene alla maglia fino in fondo.

Un Bari che ha convinto anche gli scettici. Tranne che i talebani, ma quelli ci saranno sempre, occorre farsene una ragione.

La squadra a fine partita ha salutato tutti i settori dello stadio, un momento altamente emozionante, quello della passerella, un momento di festa collettiva molto bello, il giusto tributo che hanno meritato per questa stagione straordinaria.

Massimo Longo

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