Un film e mille emozioni. Il documentario sui fucilati di Cercivento

Friuli Venezia Giulia

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Un film e mille emozioni. Il documentario sui fucilati di Cercivento, proiettato nella sala-cinema Danil di Paluzza, ha ridato vita al dramma di Giovan Battista Coradazzi, Angelo Primo Massaro, Basilio Matiz e Silvio Gaetano Ortis, i quattro alpini che 105 anni fa vennero fucilati per dare l’esempio.

PALUZZA – La proiezione è stata organizzata nell’immediata vigilia di quel 1° luglio che non è soltanto la data dell’inutile strage, ma anche – da quest’anno, grazie alla legge approvata da tutte le forze politiche in Consiglio regionale – il momento solenne in cui ricordare i quattro alpini con la Giornata dell’onore.

E l’interpretazione degli attori Massimo Somaglino e Riccardo Maranzana, su un testo di Carlo Tolazzi, accanto alle immagini delle località carniche in cui si consumarono tante cruente battaglie della Grande Guerra, ha reso ancora più vicini a noi, nonostante sia passato un secolo, quei soldati che pagarono con la vita il loro no a un ordine suicida sul monte Cellon. È stato facile, per le tante persone presenti alla proiezione, rivedere in loro il volto di figli, fratelli e nipoti. In particolare per i parenti degli alpini che erano in sala.

“Come Regione abbiamo voluto riannodare un filo che si era spezzato – ha detto Piero Mauro Zanin, il presidente del
Consiglio regionale che ha voluto con forza la legge che restituisce l’onore agli alpini – perché la giustizia, al di là
delle sovrastrutture istituzionali, è un valore insito nell’uomo: l’uomo nasce libero e dentro di lui vive il senso di giustizia. E proprio questo senso di giustizia atavico ha tenuto in vita il ricordo di questi alpini, come un ruscello che bagna una terra difficile. E’ stato il popolo a conservare questo ricordo, non solo le famiglie degli alpini ma tutta la comunità ha custodito quelle vicende. Fin dall’inizio la popolazione di Cercivento ha capito che si stava compiendo una profonda ingiustizia”.

Zanin non ha mancato di sottolineare il silenzio delle istituzioni nazionali: “Quando ne abbiamo parlato a livello parlamentare tutti ci davano ragione ma poi, nel momento in cui le parole dovevano trasformarsi in atti concreti, le cose si fermavano. E così dalla proposta di una legge nazionale si è passati a un ordine del giorno, che come diceva Andreotti non si nega a nessuno. Ma questo – ha proseguito Zanin – voleva dire giustiziare quegli alpini per la seconda volta”.

È stato allora il Consiglio regionale a prendere l’iniziativa, “giocando la nostra autonomia – ha ricordato il presidente – su una questione di principio. E riparando quel che si era rotto tra il popolo e le istituzioni. Per me, personalmente, queste giornate hanno il senso della restituzione. E così possiamo dire che alla fine la battaglia l’hanno vinta loro, i quattro alpini di Cercivento”.

A presentare la serata è stato il consigliere regionale Luca Boschetti, già sindaco di Cercivento. Presente in sala anche il
suo predecessore, Edimiro Della Pietra, che vent’anni fa volle il  cippo in onore dei quattro fucilati. Il Comune di Paluzza era rappresentato dal vicesindaco Luca Scrignaro. In sala anche l’ex sottosegretario Franco Corleone e Massimo Brianese, presidente della Società della ragione, impegnati da tempo sulla vicenda di Cercivento.

“Cercivento, una storia che va raccontata” è un film-documentario realizzato dalle Produzioni televisive dell’Ufficio stampa e comunicazione della Regione Fvg, in collaborazione con il Comune di Cercivento che per molti anni si è battuto per riportare alla luce il tragico episodio di guerra e restituire l’onore ai quattro alpini. La regia del docu-film è di Giorgio Gregorio, la sceneggiatura del giornalista triestino Luciano Santin.
ACON/FA

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