Un messaggio nella bottiglia

Arte, Cultura & Società

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Due amiche e lettrici del Corriere hanno inviato al nostro indirizzo mail una lettera che ci ha colpite per l’oggetto: “Messaggio in bottiglia”. Si tratta di Nunzia Bernardini, collega giornalista, e della Prof. Angela Agnusdei.

Incuriositi, abbiamo voluto approfondire l’argomento insieme a loro ed abbiamo realizzato questa intervista. 

Innanzitutto vogliamo conoscere il contenuto del messaggio che volete lanciare attraverso il nostro Giornale. Chi riguarda e che cosa volete raccontare alle nostre amici lettrici e lettori?

Vogliamo parlare di un pezzo di storia del 1500 che lega fortemente due città: Milano e Bari.

Infatti, Ludovico il Moro per affermare (per non dire usurpare) il suo potere “allontana” forzosamente da Milano le legittime eredi del Granducato e “invia” (esilia) a Bari la Duchessa Isabella d’Aragona e sua figlia Bona Sforza.

In sostanza la storia di Bari è strettamente legata al governo di queste due donne intraprendenti e lungimiranti che, ciascuna per la sua parte, hanno lasciato un’impronta indelebile: con la loro presenza ben si potrebbe “rivendicare” il valore di un periodo storico simile a quello di Firenze, Milano o Venezia perché non esiste solo il governo dei Medici, dei Borgia o dei Dogi ma anche quello di due Donne a Bari e nel regno Polonia.

Infatti, con l’arrivo di queste due illustri rappresentanti milanesi, tutti i feudi compresi nel ducato di Bari, vivono un periodo di riforme strutturali e sociali, i cui effetti dal 1500 si riverberano fino ai giorni nostri.

Comprensibile. Ma parlare e ricordare oggi nel 2021, la Duchessa di Bari, Bona Sforza, può avere un senso o una utilità?

Il nostro intento sarebbe quello di far innamorare di Lei tutte le lettrici esattamente come è successo a noi perché spesso e colpevolmente, non abbiamo memoria, non custodiamo i ricordi, guardiamo senza dare valore a quello che ci circonda.

“Aveva il senno per il quale anche oggi questa testolina femminile è famosa in Polonia…. era un’italiana, veniva dal paese dove nasce il senno, un gioiello pregiatissimo, ma ciò che è troppo nuoce”: sono le parole usate da Maria Bogucka storica polacca, per descrivere la regina Bona Sforza.

Ci sono quattro argomenti sui quali può essere interessante soffermare l’attenzione e noi li abbiamo sintetizzati con quattro parole: Acqua, Europa, Dna e S. Nicola.

La cosa si fa interessante ed incuriosisce: dunque vi chiediamo di spiegarne il significato.

La prima riguarda l’acqua perché Lei fece realizzare molte cisterne di pubblica utilità per far fronte alla “sete” ed al bisogno di acqua del territorio Barese.

“Venite o poveri con letizia e bevete senza spese l’acqua che vi fornì Bona, regina di Polonia”: è l’iscrizione posta sul pozzo che ancora si può ammirare alle spalle della Cattedrale di Bari ed è una importante testimonianza del Suo prezioso intervento.

Il secondo elemento, riguarda l’Europa.

Le nozze con Re Sigismondo Jagellone introducono Bona nel regno di Polonia e del Granducato di Lituania, Bielorussia e Ucraina. Dunque Lei, imparentata con il Regno di Napoli, per parte di madre e con il Ducato di Milano per parte di padre Gian Galeazzo Sforza, nominata Duchessa di Bari  e  divenuta Regina di Polonia dal 1518,  a pensarci bene, richiama l’idea  di una embrionale “Unione” Europea ante litteram.

In effetti si tratta di una “donna di potere” del 1500

Certo! La storia del XVI secolo fa da cornice alla figura di questa grande donna italiana che si inserì nella vita polacca con il proposito di trasformare il Regno di Polonia, da vecchio stato feudale in uno stato moderno, migliorando le prerogative della Corona ed anche le condizioni di vita di tutti.

Manca ancora la spiegazione di due parole!

Il terzo elemento riguarda un luogo comune: quello secondo cui Milanesi e Baresi si somigliano molto.

Si tratta di affinità determinate dal DNA perché quando Isabella d’Aragona, con la piccola Bona, giunse a Bari con la sua numerosa corte al seguito, determinò una contaminazione virtuosa con i matrimoni ed i legami familiari che si stabilirono tra i/le milanesi ed i/le baresi.   Dunque ci sono circostanze che trasformano quel banale luogo comune in una certezza ben documentata.

Il quarto e forse il più delicato, riguarda S. Nicola il Patrono di Bari.

Premessa la sua Sacra intoccabilità, si può considerare che Bona Sforza rappresenti l’alternativa laica al Santo più famoso nel mondo.  Non è un caso se il mausoleo di Bona, a fine del 1500, fu inserito proprio nell’abside centrale della Basilica: Bona, in età avanzata, è ritratta mentre prega in ginocchio e accanto a lei ci sono due Vescovi S. Nicola, patrono di Bari, e S. Stanislao, patrono della Polonia.

Spesso vengono turisti, soprattutto dell’Est Europa, per ammirarlo mentre a molti cittadini baresi e pugliesi “sfugge” il valore di questa importante presenza. 

In effetti sembra interessante la storia sulla vita di Bona Sforza… cosa altro si può aggiungere per interessare le nostre lettrici?

Bona Sforza ha vissuto sempre da protagonista e mai da comparsa.  Quasi dimenticata per quattro secoli, ha meritato un’attenzione rinnovata in Polonia che ha contestualizzato la sua epoca e la forte influenza politica da lei esercitata.

E allora noi pensiamo che anche nel nostro Paese ed in Puglia in particolare, sia necessario rendere giustizia alla verità storica ed alla dignità del Suo ruolo: le sue doti di intelligenza, lungimiranza e capacità diplomatica ci sembrano attualissime e indiscutibili.

Come pensate sia giusto, o per meglio dire doveroso, rendere omaggio a Bona Sforza, duchessa di Bari e Regina di Polonia, con una attenzione rinnovata e contemporanea?

Il cinema internazionale ha dedicato molte attenzioni a diverse donne: da Cleopatra alla trilogia sulla Principessa Sissi, da Maria Antonietta di Francia alla regina Vittoria, da Elisabetta I alla sua omonima Elisabetta II, dalla principessa triste Diana Spencer, fino a Grace di Monaco e tante altre ancora.

Fare conoscere e valorizzare l’opera di governo di Bona Sforza può essere l’obiettivo di una iniziativa di matrice culturale: sostenere la realizzazione di una produzione cinematografica incentrata sulla biografia di Bona Sforza nel contesto storico del 1500.

Per assicurare il successo di questa iniziativa c’è già una “dote” composta da una sceneggiatura realizzata a quattro mani grazie all’approfondita conoscenza della biografia della Sforza, testo che può rappresentare una buona base di partenza per “ragionare” sul progetto.

E’ necessario per noi dare una spinta ideale per far volare “in alto” questa idea che lascia intravedere anche intuibili ritorni per tutte le donne contemporanee!

La redazione

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