Un ragazzo è morto in fabbrica durante l’alternanza scuola-lavoro

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Il diciottenne sarebbe stato colpito da una lastra in metallo. Inutili i soccorsi del 118 giunti sul posto insieme ai Carabinieri.

AGI – Un ragazzo di 18 anni è deceduto nel pomeriggio di oggi mentre era al lavoro in una azienda di Noventa di Piave, in provincia di Venezia.

Il ragazzo, a quanto si apprende, stava facendo uno stage scolastico per accumulare i crediti formativi con il progetto di alternanza scuola-lavoro.

Il giovane sarebbe stato colpito da una lastra in metallo. Inutili i soccorsi del 118 giunti sul posto insieme ai Carabinieri.

La lastra metallica che è piombata addosso al ragazzo, nato nel 2004, era posizionata su un carro ponte. Il giovane stava facendo uno stage presso la Bc Service.

Il ministro Bianchi: “Morte inaccettabile”

“Ho appreso con dolore della tragedia di Portugruaro. Una morte inaccettabile che che ha colpito tutta la comunità scolastica. Insieme a tutta la scuola italiana sono vicino alla famiglia”.

Lo dichiara il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Appresa la notizia, il ministro ha chiamato la dirigente scolastica dell’istituto frequentato dal giovane e si è messo in contatto con la famiglia per esprimere la sua vicinanza.

 

“Uno studente di 18 anni è morto mentre stava lavorando per uno stage scolastico in un’azienda a Noventa, in provincia di Venezia, colpito da una lastra di metallo che gli ha schiacciato le gambe. Quello di oggi non è un caso isolato – dichiara Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione Degli Studenti – è l’ennesima morte di un ragazzo dovuta alle mancate tutele di sicurezza, alla precarietà e ad un rapporto tra istruzione e lavoro malato, che in maniera strutturale e continua sottotutela, sfrutta e uccide”.

Alla terza morte in un anno di uno studente durante uno stage l’Unione Degli Studenti risponde richiedendo l’abolizione dei PCTO in favore dell’istruzione integrata  e annunciando nuove proteste.

“Esprimiamo tutta la nostra vicinanza alla famiglia, agli amici e conoscenti del ragazzo – continuano gli studenti –  dopo i 2 morti e un ferito durante dei percorsi di stage dello scorso anno, un giovane muore lavorando. Nonostante le tante manifestazioni degli scorsi mesi la politica non si è impegnata per garantire la sicurezza sul luogo di lavoro e per ripensare da capo il rapporto tra istruzione e lavoro e questa ne è la conseguenza”.

“I giovani dovrebbero essere nelle scuole, a formarsi, non a lavorare. Il sistema scolastico e le logiche aziendale pervenute nelle scuole, assieme al costo dello studio e all’attuale didattica nozionistica, hanno però fatto in modo che la prospettiva lavorativa sottopagata sia più vicina di quella formativa. I PCTO, per come sono strutturati, non fanno altro che insegnarci la logica dello sfruttamento già a partire dal liceo”, proseguono gli studenti.

“Ciò che è successo è inaccettabile, ma il lutto non basta – continua Chiesa – Proviamo molta rabbia, da anni segnaliamo al Ministero una situazione inaccettabile e di insicurezza, ma non siamo mai stati ascoltati seriamente. Nessun tavolo ministeriale è mai stato svolto, l’idea di una scuola pubblica unicamente volta a formare lavoratori in grado di sottostare a logiche aziendalizzanti sembra non si possa mettere in discussione.

Non si può considerare didattica ciò che sfrutta, ferisce e uccide.

Vogliamo una risposta pronta da parte della politica, vogliamo sicurezza in ogni luogo di lavoro e l’abolizione dei PCTO in funzione dell’istruzione integrata, oltre che la possibilità per tutti e tutte di avere una formazione e una vita dignitose. A quante altre morti dovremo assistere prima che la politica ci risponda? Noi non staremo a guardare”.

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