Un regista ucraino è stato arrestato a Napoli: “Sono cittadino d’Israele”

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Yevhen Lavrenchuk era ricercato dalle autorità russe dal 10 luglio 2020, dovendo espiare la pena detentiva di 10 anni per appropriazione indebita comminatagli in contumacia dal tribunale Tagansky di Mosca.

AGI – Il regista ucraino Yevhen Lavrenchuk, arrestato a Napoli il mese scorso sulla base di un mandato di cattura internazionale spiccato dalla giustizia russa – che ne chiede l’estradizione per appropriazione indebita – ha sostenuto, durante l’udienza di convalida, di avere anche la cittadinanza israeliana. Lo apprende l’AGI da fonti giudiziarie.

Si tratta di un aspetto definito “molto probabile” da fonti diplomatiche ma che, al momento, il legale italiano del regista, Alfonso Tatarano, non è in grado di confermare perché nei documenti in suo possesso si fa riferimento solo alla nazionalità ucraina. Nato a Leopoli nel 1982, Lavrenchuk nel 2003 ha completato gli studi presso l’Accademia russa delle Arti teatrali con una laurea in regia d’opera.

Un anno dopo, ha preso la guida del Teatro polacco di Mosca dove ha ricevuto diversi riconoscimenti. Dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia, nel 2014, è tornato in Ucraina: qui, nel 2018, è diventato primo regista del Teatro nazionale dell’opera e del balletto di Odessa e rettore della Prima scuola ucraina di teatro e cinema.

Lavrenchuk era a Napoli in viaggio da Tel Aviv, dove vive la sorella, diretto a Leopoli. In Israele, riferisce all’AGI l’avvocato Tatarano, il regista “trascorre diverso tempo, in quanto ha rapporti istituzionali e ricopre alcune cariche in ambito culturale”. L’uomo era ricercato dalle autorità russe dal 10 luglio 2020, dovendo espiare la pena detentiva di 10 anni per appropriazione indebita comminatagli in contumacia dal tribunale Tagansky di Mosca, il quale però non ha fornito dettagli sulla contestazione di reati finanziari. L’uomo si professa innocente e lamenta una persecuzione politica da parte della Russia, per via delle sue posizioni a difesa dell’Ucraina.

Per l’ombudsman ucraino, Liudmyla Denisova, l’arresto non e’ avvenuto sulla base di una ‘red notice’ come d’uso nella cooperazione internazionale di forze di polizia, ma solo sulla base di una circolare la cui distribuzione e’ limitata ad alcuni Paesi.

A Kiev sostengono che la richiesta di arresto e tutto il caso siano “politicamente motivati” e denunciano un abuso dell’Interpol e del meccanismo legale internazionale per perseguire ucraini all’estero. Al momento, spiega Tatarano, si attende l’arrivo della richiesta di estradizione alla Procura generale, un passaggio che potrà permettere anche di “valutare se il titolo di detenzione che è stato azionato contiene delle criticità”.  

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