Un tassista rimbambito o disonesto a Roma

Lazio

Di

Esco da un studio medico, dove mi sono recato per una visita di controllo.

A poca distanza c’è una stazione taxi, ne approfitto per farmi portare alla metro, così da evitare un autobus, dove magari c’è maggiore rischio di contagio.

La stazione metro della Piramide è vicina e quindi pago solo otto euro. Porgo al tassista una banconota nuova fiammante fa venti euro, e lui che fa?

Mette via i venti euro e presentandomi sotto gli occhi una banconota nuova fiammante da cinque euro, mi ripete, giacché già me lo aveva detto prima: “Otto euro”.

Lo guardo perplesso, non capisco, e lui, continuando a tenere i cinque euro in mano, ripete ancora: “Otto euro”, come per dire: “Me ne hai date solo cinque, ne mancano ancora tre”. Gli dico: “Non capisco, vuole otto euro spicce? Io le ho dato venti euro. Non ho otto euro spicce”.

Comincia a farfugliare, rimette via i cinque euro e dice: “Dovrei avere… forse ce l’ho… ecco, ho un euro e cinquanta”. Gli rispondo: “Sì, sì, mi dia pure un euro e cinquanta anziché due, ma mi deve ancora dieci euro”. “Sì, certo”, risponde e si decide a darmeli.

Se avessi avuto qualche perplessità, se avessi creduto di avergli dato quelle cinque euro che mi sventolava sotto gli occhi, anziché venti, gli avrei dato altri tre euro, e lui me ne avrebbe sottratte quindici. Rimbambito o disonesto?

Io propendo per il secondo aggettivo. Se fossi stato più giovane, non credo ci avrebbe provato. La mia barba bianca lo ha ispirato.

Renato Pierri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube